Brindisi

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Brindisi è un ridente sobborgo della città dei poppiti, Lecce, famoso ai più per l'unico fatto di rilievo storico avvenuto sul suo suolo all'incirca 2000 anni or sono: la morte del poeta Virgilio. La ridente cittadina insiste su un porto naturale dell'Adriatico meridionale che, puta caso proprio all'altezza della città, forma un'insenatura a forma di corna di cervo. Tale fatto è eloquente e basterebbe per descrivere la situazione del maschio brindisino: un cornuto di prima categoria. I leccesi credono che Brindisi sia il nome dell'aereoporto di Lecce, unico loro sbocco verso il resto del mondo.


Popolazione

Le donne

Le brindisine usano bighellonare sul lungomare (abbasciu alla marina) o sui corsi della città il sabato tra le 8 e le 10 piene di paiette, stivali di pelle, mega cinte D&G false, giubbotti verniciati rigorosamente rosa, e minigonne rasopiccione per rimorchiare con la tipica frase "frati mia ci si beddhu" tutti i monopolitani, leccesi e baresi, (gente notoriamente "amica" del maschio brvndisino) che casualmente passano per la ridente cittadina.

Il truzzo brindisino

Da questa predisposizione del sesso femminile originario di Brindisi, nasce l'indole violenta del maschio brindisino truzzo, meglio noto al mondo con l'aggettivo di cacafave. Il tipico cacafave si atteggia a persona erudita, frequenta i locali più in della città, veste solo Prada, D&G, Richmond, Gucci, adorna la sua automobile con fari al neon dei colori più sgargianti e sveglia tutta la città con canzoni napoletane propagate nell'aria dai subwoofer posti nel vano posteriore dell'auto più diffusa sul territorio adriatico: la Punto nera.

Tutto ciò avviene solo al sabato sera, allorquando l'onestissima amministrazione comunale apre le gabbie dei ghetti dove i cacafave sono stati confinati sin dai tempi di Virgilio. Ovvero, i quartieri Paradiso, Perrino, Sant'Elia, Minnuta, S.Chiara,La Rosa e Villaggio San Paolo. Il luogo di maggior proliferazione naturale di questa specie è la Curva Sud del campo sportivo della città, dove, ogni domenica, avviene il raduno cittadino dei cacafave per fare il tifo per la squadra locale che milita in serie D. La riunione speciale con cadenza annuale avviene, invece, durante la prima settimana di settembre allorquando il truzzo brindisino sfoggia tutta la sua bravura nel corso della festa patronale. Appostatosi nei pressi delle giostre (attese per 364 giorni), aspetta il suo turno per esibirsi nel "salto sul tagadà in movimento", lo sport più praticato in città e il miglior metodo di rimorchio vista le innumerevoli ricottare che sbavano sotto la giostra per accaparrarsi il saltatore di tagadà più bravo.

Va ricordato che nella maggior parte dei casi chi si cimenta con questo sport estremo finisce nel pronto soccorso cittadino dopo essere stato deriso, picchiato ed oltraggiato (con la tipica frase:" mannagghia li stramuerti tua ma fattu cateri puru a mei!") dagli altri cacafave; vittime a loro volta della stessa sorte appena 5 minuti dopo.

Eroi brindisini

La città pare che sia stata fondata da un antico personaggio mitologico denominato Antonino, il quale viene ancora osannato da taluni cacafave che hanno usufruito della sua benevolenza e sono stati assunti in qualità di operatori socialmente utili abbandonando il loro impiego nella SCU, ed anche dalle vecchiette per l'installazione di fantastiche fioriere lungo i corsi (sentito da una vecchietta: "almeno quiddo nde misu li crasti"). Nel mentre però, Antonino svaligiava le casse degli imprenditori del capoluogo richiedendo piccoli contributi per la realizzazione di una dimora personale faraonica, per poter mostrare luoghi esotici alla sua combriccola di amici e poter campare indisturbato una volta scoperto l'inganno.

Economia

Dopo il florido periodo dei Romani e della valigia delle Indie, dal 1900 in poi Brindisi basa la sua fiorente economia su un'associazione parapolitica denominata SCU (Sacra Corona Unita) che ha dato vita ai maggiori impieghi dei maschi brindisini (compresi fra i 10 ed i 90). Quali:

  1. Il contrabbandiere (in calo dal 2000)
  2. L'estorsore
  3. Il borseggiatore
  4. Il ladro
  5. L'assassino
  6. Lo spacciatore

Accanto alla SCU, la maggior fonte di lavoro per i brindisini che non scappano via appena compiuti i 18 anni di età sono le industrie presenti nei dintorni del capoluogo (Enel, Montedison) le quali garantiscono ai propri lavoratori uno stipendio da nababbi ed una morte sicura per cancro prima del compimento del sessantesimo anno di età.

In alternativa ci si può sostentare con la redditizia pesca nelle salubri acque del porto interno, grazie alla dilettevole caccia del cefalo gigante (pesce che notoriamente si nutre di MERDA!), specie tipica delle acque brindisine, dei cuggiuni, degli sparatieddi (pesci che popolano il porto brindisino) o del lu cauru (espressione brindisina per identificare il succulento granchio).

Ultimamente vi è una nuova professione emergente: il pulitore di chianche. Enigmatici personaggi che si aggirano di mattina sui corsi cittadini, salottini costruiti sopra un bel canale: la "mena". La loro opera è riconoscibile dall' incompleta inutilità di essa: puliscono, con acqua nera prelevata dalla cascata canalare del Cillarese, le bellissime chianche in origine bianche, ma che dopo 5 minuti dall'installazione hanno attivato il chip acchiappa-smog, diventando di un bel colore grigio topo. L' origine di questi pulitori si deve esclusiamente all'oculata politica "magno solo io" da parte dell' eroe di Brindisi.

Posti caratteristici

Luogo caratteristico della movida brindisina è la Scalinata delle Colonne Romane, laddove i cacafave più alla moda fanno sfoggio di tutta la loro ricchezza morale ed economica. Ma il posto cult per eccellenza è la Lega, dove il cacafave si muove più a suo agio a branchi di circa 20/30 esemplari, rendendolo addirittura il suo habitat naturale durante i caldi mesi estivi, nel corso dei quali tutta la Brindisi folkoristica dal il meglio di sè, della propria sciatteria e nobiltà allo stesso tempo. I branchi di cacafave, in novello stile stilnovistico, apostrofano in maniera gentile qualunque bella donzella passi da quelle parti. Tra le frasi più ricorrenti nel vocabolario cacafaviano ricordiamo:

  1. "beddaaaa! ma ddi mmenni tutti tua sontu?" (se la donzella è catalogata nella categoria ricottara, la risposta è d'obbligo: pircè tu li cugghiuni ccu ttanuta ti li sparti?)
  2. "uè Cò! mi li sprangi milliliri a cientu a cientu?"
  3. "Mannagghia li muerti ti li stramuerti tua e totta la rrazza tua! ce cazzu a decisu?"
  4. "Cè tieni cu guardi? nno lù sai ca eti la vagnona mia?"

Nel periodo di calura estiva esistono 3 tipi di cacafavis brundisino:

  1. cacafavis bradipus, solito appollaiarsi sulle panchine e fare frequente uso del grido d'amore per importunare le ricottare
  1. cacafavis imperterritus, impeccabile nel pedinamento della pollastra adocchiata nel corso della mattinata nella spiaggia più caratteristica del litorale: "LA CONCA", fino all'esaurimento della stessa
  1. cacafavis evolutus, il quale preferisce muoversi con un mezzo mobile per fare incetta di ricottare, ovviamente con tanto di clacson suonato ad ogni canecchia incrociata

Ma il brindisino doc dà il meglio di sè nei frangenti di dialogo acceso con un suo simile, allorquando non esita a ricorrere al branco per difendere il suo territorio o la sua ricottara.

Infine, come non citare il luogo in cui il brindisino doc si reca per una sera romantica con la sua ragazza, al fine di preservare la specie dall'estinzione:

  1. La Diga di Punta Penna Riso (volg. LA TICA)
  2. Il Precampo (volg. LU CAMPU NERU)

E' lì che la specie cacafavis nobilis continua a riprodursi fertilmente.

Rischi per la Salute

Brindisi pullula di emo, soprattutto della specie 15anni / più interessato ai vestiti che a qualunque altra cosa / myspace (decisamente la peggior specie). Gli esperti si chiedono come abbia fatto quest'insolita popolazione a stabilirsi in numeri così elevati senza destare sospetto. Ma d'altronde, gli emo brindisini sono noti per la loro elevata capacità di mimitizzazione. Sono in grado di passare inosservati di fronte a centinaia di cacafave (sarebbero troppo combattuti tra il deprimersi per i loro insulti o opporre una qualche barriera ideologica), tuttavia si mostrano frequentemente non appena succede qualcosa di "alternativo". In questi casi gli emo appaiono in tutta la loro maestosità, frange e vestiti a strisce al seguito. Si suppone che queste manifestazioni siano collegate a misteriosi rituali.