Auro Bulbarelli

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Auro Bulbarelli è convinto che l'abominevole uomo delle nevi viva sullo Zooon-cooo-laaan.
Auro Bulbarelli nella sua nuova e sgargiante tenuta.
« Oggi affronteranno lo Zooooooooon-coooooo-laaaan! »
« Jeeeeeeeeeeens Fooooooooooooooooooot! »
« Questo è uno di quei corridori veri!!! »
« Al km 25 passeremo per l'abitato di San Giuppino sotto al monte, ridente comunità famosa per il santuario della Madonna del collasso e per la sua gustosa trippa con il fegato e le cipolle, piatto squisito che i giappinesi usano mangiare a ferragosto. In questo paesino vi è la casa natale di Dino Conta, noto poeta scrittore dell'opera "Ho mangiato troppa trippa"... »
« Oggi ci troviamo nella regione della lingua d'Oc! »

Auro Bulbarelli (Ano Vulvarelli all'anagrafe) oltre a essere il commentatore ufficiale della Rai delle corse ciclistiche, è anche il creatore dei nomi, della storia, della gastronomia e della vita dei personaggi nati nei piccoli comuni italiani; nozioni da lui inventate che riempiono le ore di commento delle gare.

Nonquote contiene deliri e idiozie (forse) detti da o su Auro Bulbarelli.


Formazione

Fernando nasce a Mantova nel 1960. Nel 1961 sa già a memoria la guida Michelin dei comuni italiani. Nel 1963 si specializza anche sui comuni francesi e sulle voci meno conosciute de le trattorie del camionista. Nel 1970 cambia nome in Auro in seguito a un'apparizione in sogno di Fausto Coppi. Nel 1971 decide di non fare il ciclista. Nel 1984 decide di non fare la parrucchiera. Nel 1985 comincia il suo viaggio spirituale attraverso tutti i comuni italiani, viaggio che termina nel 1994 quando viene assunto come giornalista dalla Rai.

Carriera

Iniza come giornalista di corsa sulla moto, ma dopo l'ennesima caduta su rettilineo lo fanno lavorare nella postazione all'arrivo. Diventa subito famoso perché riesce a dire Miguel Indurain ruttando, ma la sua fama esplode quando gli viene affiancato (seguendo la legge de "i coglioni vanno sempre in coppia") Davide Cassani, suo compagno anche nella vita reale, il quale sopporta ancora le sue nozioni storiche sui paesini e le sue scoregge mefitiche che ahimè gli ascoltatori si perdono.

Profondo e incalcolabile il suo odio verso il Meridione e i meridionali, che si manifesta durante tutte le tappe sotto forma di un sottile disprezzo accompagnato da un ghigno imbarazzato nei confronti dei corridori che non hanno avuto la fortuna di nascere al di sopra del Rubicone e quindi nella sacra Padania, terra di guerrieri valorosi, come lui. Durante le dirette cita ripetutamente l'origine dei vari ciclisti, soprattutto di quelli settentrionali, inducendo il telespettatore (al 1700esimo "bergamasco" in una tranquilla tappa di trasferimento) a comprare tutti i libri di Vittorio Feltri, a fare l'abbonamento all'Eco di Bergamo, a cambiare squadra sposando appieno l'orgoglio e il prestigio dell'Atalanta Bergamasca Calcio. Dal giorno in cui Danilo Di Luca, abruzzese e pertanto meridionale, ha vinto l'ultimo Giro d'Italia, sta ininterrottamente rosicando. Bulbarelli è dotato inoltre di visioni uditive che gli permettono di capire cosa si stanno dicendo due corridori che parlottano tra loro. In conclusione è ormai certificata la parentela di Auro con Platinette tanto che al giro di qualche anno fa, c'era persino scritto sull'asfalto lungo l'ascesa verso il passo dello Stelvio assieme alle scritte di incitamento per i corridori: "La mamma di Bulbarelli è Platinette". Il buon Auro ha avuto perfino il coraggio di leggerla in diretta e commentare: "Mia madre si chiama Giovanna e le voglio molto bene".

Curiosità

  • La scritta sulla strada del Passo Stelvio si trova tra il 25° e il 26° tornante
  • Molti affermano che tutto quello che dice se lo inventa.
  • Durante le corse divora sempre 6 scatole di merendine Buondì, che tutti provano a rubargli con inevitabili conseguenze.
  • Una volta ha commentato una partita di curling pensando che fosse una cronometro.
  • Durante un Tour de France si è travestito da Lance Armstrong, per andare sul podio al suo posto e ricevere i baci delle Miss (anche se in molti ritenevano che non avesse le palle per farlo!).
  • Gli esperti ritengono che Bulbarelli sia l'evoluzione di 5° livello del Pokémon Bulbasaur.

Bulbarellate

  • In una corsa per dilettanti a pochi chilometri dall'arrivo del luogo annunciò: "Due uomini in fuga! Il gruppo compatto è a pochi metri!" Invece, si trattava di due cicloturisti di passaggio che, non si sa come, si erano infilati sul percorso di gara pochi secondi prima del passaggio dei veri corridori.
  • Era la Sanremo del '99 e tutto baldanzoso ando a intervistare il vincitore Tchmill complimentandosi per la sua più grande vittoria della sua vita!

Al che Tchmill lo guardò con sufficienza, forse chiedendosi da dove arrivasse un così sprovveduto intervistatore e gli rispose: "non è mica la prima volta che vinco..."

  • Mondiali 98 a Valkenburg. Finita la corsa, Bulbarelli intravede Bartoli e parte al suo inseguimento. Non vede il piede di una transenna e ci inciampa franando rovinosamente a terra e spianando il Cauberg di qualche metro.
  • A Parigi ha detto riferendosi al ritiro da vincente di Armstrong: "Mi viene in mente solo Jake La Motta".

A parte che non c'entra niente, ma La Motta mica si è ritirato imbattuto (83 vinti, 19 persi, 4 pari)e l'ultimo incontro lo ha perso. Si era confuso con Rocky Marciano, ritiratosi campione del mondo senza aver mai perso un incontro.

  • Il giorno della vittoria a Sanremo di Cipollini (in inverno Bulba gli aveva detto che era finito...), stoccata di Mario a Bulba “ questo è per quelli come te che mi avevano dato del finito…” , il simpatico regista inquadra Bulba sembra un cane bastonato.