Anubi

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Anubi. L'asta che tiene in mano come Ennio Doris rende chiara la sua essenza di assicuratore Mediolanum

Dio protettore dell'antico Egitto, Anubi è in genere raffigurato come un essere ibrido, per la metà superiore sciacallo e per quella inferiore assicuratore della Mediolanum secondo alcuni, secondo altri, invece, è la testa di sciacallo a rappresentare la Mediolanum (una famosa emoteca dell'impero berluscoide). Anuni ha trovano nei tempi moderni nuova popolarità grazie allo sviluppo dell' Agnosticismo mosconiano, il cui suo profeta, Germano Mosconi lo invoca continuamente come il Dio Cane.

Storia

File:Papiro eggizzo.jpg
Riunione del Consiglio di Amministrazione tra gli dei dell'antico Egitto. Nella rappresentazione mancano sia Anubi che Otelma, quest'ultimo destinato ad alleviare manulamente ed oralmente le pene ed i peni dei mortali.

Era il dio dell'Egitto più importante: da lui dipendeva l'accesso o meno al regno dei morti; egli infatti controllava che chiunque entrava avesse pagato alla cassa e fosse provvisto di carta igienica. Ad Anubi erano dedicati gli eunuchi che gli sacrificavano i testicoli in una solenne cerimonia; detti testicoli venivano poi fritti con cipolle ed offerti al Faraone aromatizzati con mentuccia. Sembra che il suo culto sia iniziato nel 9000 a.C., e terminato qualche centinaio di anni dopo a causa della sfiducia dei suoi investitori (ed anche perché non si trovavano più sacerdoti disposti al sacrificio). L'indice Dow jones dell'epoca infatti, descriveva l'acquisto di azioni di Anubi come "un castrazione". Il che, stranamente, venne interpretato come un giudizio negativo. Comunque era abbastanza schifato dagli altri dei eggizzi che, sottovoce, lo chiavano O' schiattamuorto; ritenevano portasse jella e non lo invitavano mai ai consessi tra dei, mandandolo a comprare il pepe. Un suo sacerdote, Otelma, non fu castrato perché già ricchione e fu divinizzato per avere alleviato i disagi sessuali dell'esercito egiziano, cammelli inclusi, sia manualmente che oralmente.

LA SUA LEGGENDA:

Questa divinità è raffigurata con la testa di cane (ritenuta a torto di sciacallo). Non si sa con esattezza quale sia la sua origine ma, già dall'epoca di Aha una tavoletta menziona la sua festa e, fino alla fine della V dinastia, quando comparirà Osiride, è Anubi soltanto a presiedere al culto funerario. Anubi era inoltre l'emblema del XVII nomos del Sud, la cui capitale, Kasa (Cynopolis), gli tributava un culto particolare. Il suo animale sacro era il cane errante della valle del Nilo che, al contrario del dio, raffigurato come un cane nero o un uomo dalla testa canina nera, è è raramente nero. Si pensa comunque che tale colore on sia un simbolo luttuoso, ma la tinta specifica utilizza per la mummificazione, quindi un simbolo di rinascita. Gli veniva attribuita l'invenzione della tecnica della mummificazione e, nella leggenda osiriana, Ra lo inviava presso Osiride per rendergli gli onori funebri e sottoporlo a mummificazione, dopo la sua avventura con Seth. Tale leggenda appare su una tomba nel Medio Regno ma, senza alcun dubbio, rimonta ad epoca più alta: sicchè il rito del mummificare si configura soltanto come la ripetizione di un rituale divino mutuato da un archetipo, il sacerdote che lo officia si assimila ad Anubi, indossando una maschera che riproduce le fattezze del dio. Le denominazioni più comuni di Anubi sono "colui che preside all'imbalsamazione", "colui che vive sulla montagna ( la montagna che conduce alla dimora dei morti e nella quale sono scavati gli ipogei), "signore della Necropoli" e £colui che possiede l'ut (Im-Ut, si chiamano Ut le bende delle mummie). Il nome di Anubi è in egiziano Inpu o Anepu.

Unità di misura

Nell'antico Egitto la cosiddetta "bocca di Anubi" era una unità di misura dei liquidi. Esisteva una statuetta del Dio a bocca aperta che veniva riempita per misurare il liquidi (vino, olio, sperma, petrolio, varecchina, ecc). Questa tradizione fu ripresa nel secolo scorso da parte delle Tufere per stabilire il loro compenso sulla base del volume dell'oggetto da imboccare.

Collegamenti esterni (e evitabili)

Il culto