Ani DiFranco: differenze tra le versioni

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'''Angela Marie “Ani” DiFranco''', meglio conosciuta in Italia con lo pseudonimo di “Ani chi?!”, è una carpentiera americana.
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== Biografia. ==
Angela Marie “Ani” Difranco, meglio conosciuta in Italia con lo pseudonimo di “Ani chi?!”, è una carpentiera americana.
[[File:Ani DiFranco.jpg|right|190px|thumb|Ecco Ani mentre canta: adorabile, vero?]]


Nasce a Bisonte ([[New York|Nuova York]]) il 23 settembre 1970.
==Biografia.==
Il luogo di nascita tornerà ricorrentemente a turbarla durante la sua carriera, in quanto colpevole di averla fatta nascere americana e non canadese. Il [[Canada]], come evidente dalla bandiera, è infatti ricco degli amati alberi. Uno dei sogni di Ani diventerà costruire una baita in Canada, come dice in una delle sue più famose composizioni: “Little house in Canadà”.
<br />Poco dopo la nascita, le cade una [[chitarra]] addosso, contemporaneamente una corda parte e le arriva frustandole la fronte. Molto perspicace, la [[Piccola bambina sperduta|bambina]] anche se rintronata dal colpo afferra l’attrezzo pensando che potrebbe tornarle utile. Non se ne separerà mai più.
<br />Inizia subito a usare codesto strumento in modo [[dildo|particolare]] e nel 1989, all’età di diciotto anni, decide di costruirsi una baita discografica, essendo una grande appassionata del fai da te. La battezzerà come RBR (Righteous Bait Records).
<br />Inizia quindi a cantare nella baita e nel 1990 (dopo un precedente demo, in cui già dedicava una canzone all’edilizia, “Your house”) pubblica il suo primo album “Ani chi?!”, si trasferisce a Nuova York e vaga costruendo palchi su cui poi salire a frustare.


Convinta che nella vita bisogna provare tutto, nel 1998 sposa un tecnico del suolo, salvo poi separarsi da lui 5 anni dopo.
Nasce a Bisonte (Nuova York) il 23 settembre 1970.
Nel 2007 dà alla luce una bambina: Speta, avuta dal compagno ''Gangster Napolitano''. Il curioso nome della pargoletta è dovuto al fatto che Ani dopo 3 giorni di [[gravidanza|gestazione]] era già stufa e voleva partorire quindi scartavetrava continuamente i maroni al [[bastardo|buon]] Gangster. Lui anche se l'avrebbe volentieri aiutata nell'[[omicidio|attesa]], le rispondeva sempre “''speta''!”. Essendo questa la parola che aveva sentito di più durante la gestazione, Ani decise di usarla come nome per la nascitura.
Il luogo di nascita tornerà ricorrentemente a turbarla durante la sua carriera, in quanto colpevole di averla fatta nascere americana e non canadese. Il Canada, come evidente dalla bandiera, è infatti ricco degli amati alberi. Uno dei sogni di Ani diventerà costruire una baita in Canada, come dice in una delle sue più famose composizioni: “Little house in Canadà”.


== Stile musicale, testi e politica. ==
Appena nata, le cade una chitarra addosso, contemporaneamente una corda parte e le arriva frustando sulla fronte. Molto perspicace, la bambina anche se rintronata dal colpo afferra l’attrezzo pensando che potrebbe tornarle utile. Non se ne separerà mai più.
La musica di [[culo|Ani]] è fin dagli esordi caratterizzata dall’uso improprio nella chitarra, le cui corde ella usa per frustare i coglioni dei suoi ascoltatori invece che per formare suoni.
Il suo stile, come vedremo, è cambiato nel corso degli anni per adattarsi ai tempi che cambiano, nei limiti di quanto si possa adattare una che di nome fa Ani.
<br />Le tematiche che affronta, oltre che autobiografiche, sono anche politiche, e impegnate, prima fra tutte l’edilizia.


Inizia subito ad usare codesto strumento in modo particolare e nel 1989, all’età di diciotto anni, decide di costruirsi una baita discografica, essendo una grande appassionata del fai da te. La battezzerà come RBR (Righteous Bait Records).


== Discografia ==
Inizia quindi a cantare nella baita e nel 1990 (dopo un precedente demo, in cui già dedicava una canzone all’edilizia, “Your house”) pubblica il suo primo album “Ani chi?!”, si trasferisce a Nuova York e vaga costruendo palchi su cui poi salire a frustare.


* '''1990 – Ani chi?:''' È l’album d’esordio: voce e frustate. Tra le perle “Both hands”: un must per gli estimatori dell'onanismo. Ani afferma che è in grado di scrivere sulla pelle a frustate: “I’m writing graffiti on your body”. Ricorrenti gli elementi carpentieristici, basti citare “the slant”, chiaramente dedicata al fantasioso utilizzo del filo a piombo.
Visto che nella vita bisogna provare tutto, nel 1998 sposa un tecnico del suolo, salvo separarsi 5 anni dopo.


* '''1991 – Not so soft:''' Un titolo che parla da solo. Ani sostiene che bisogna frustare più forte. Si fanno timidamente strada i primi dubbi sulle politiche edilistiche: “They build buildings to house people making money or they build buildings to make money off housing people”.
Visto che nella vita bisogna provare tutto, nel 2007 da alla luce una bambina, Speta, avuta dall’attuale compagno Gangster Napolitano (l’originale nome è dovuto al fatto che Ani dopo 3 giorni era già stufa e sosteneva di voler partorire, ogni volta che se ne usciva con questa idea, il Gangster le diceva “speta!”, e visto che è la parola che aveva sentito di più durante la gestazione, ha pensato di usarla per la bambina).


* '''1992 – Imperfectly:''' Soddisfatta della potenza delle frustate decide di dedicarsi al miglioramento della tecnica ancora "imperfetta". Contemporaneamente allarga il piano terra usando anche altri nuovi attrezzi. Anche gli elementi naturali diventano edilizi: “ The sky is just a little sister tagging along behind the buildings trying to imitate their grey”. Con la canzone “In or out” vuole sfatare la polemica tra quelli che ritengono che la porta sia dentro l’edificio e coloro che invece pensano sia fuori. La risposta di Ani fondamentalmente è: ma chissenfrega, lasciatemi andare a cena! In “I’m no heroine” Ani rivendica il contributo femminile nel mestiere di carpentiere, argomento a lei sempre caro.


* '''1993 – Puddle Dive:''' Album interamente dedicato alle perdite d’acqua dove Ani racconta come ha imparato a riparare [[Tubo|tubature]].
==Stile musicale, testi e politica.==
'''
* 1993 – Like I said:''' Ani va a fare un giro nelle prime baite che aveva costruito per ricordarsi com’erano fatte.


* '''1994 - Out of Ranch:''' Qui la Di Franco racconta il suo viaggio all'esterno alla sua baita. In “Building and bridges”, declama il suo amore per il legno legno, in contrasto con le costruzioni in cemento che vede fuori dalla sua abitazione. Il legno, che secondo lei è più sicuro del cemento in quanto maggiormente elastico: “what doesn’t bend breaks”.
La musica di Ani è fin dagli esordi caratterizzata dall’uso improprio nella chitarra, le cui corde ella usa per frustare, per tale scopo le sue preferite sono quelle che vengono prodotte Da Dario.


* '''1995 – Not a pretty girl:''' Ani parla delle riflessioni interiori fatte dopo essersi riflessa in un laghetto scoperto per caso durante il viaggio fuori dal ranch.
Il suo stile, come vedremo, è cambiato nel corso degli anni.


* '''1996 – Dilate:''' La cantarpentiera stravolge ogni regola edilizia, sconfinando nel paranormale. Vuole costruire edifici le cui pareti siano in grado di dilatarsi per fregare l'erario che ogni anno aumenta l'ICI. Vuole che l’edificio possa muoversi di propria iniziativa in modo da risparmiare il noleggio del tour bus che usa per andare in tournee in giro per il mondo.
Le tematiche, oltre che autobiografiche, sono anche politiche, e impegnate riguardo a diverse tematiche, prima fra tutte l’edilizia.


* '''1997 - Living in clip:''' La Di Franco inizia a manifestare i primi sintomi di disturbi mentali: In questo album visionario racconta di sé stessa che vive dentro a una graffetta.


* '''1998 – Little spastic castle:''' In codesto album Ani decide anche di sperimentare coi materiali, ma tutto quello che riesce a costruire è giustappunto un "piccolo castello spastico".
==Discografia==


* '''1999 – Up up up up up up:''' Album composto in una baita a sei piani.
===1990 – Ani chi?!===
E’ l’album d’esordio, voce e frustate. Tra le varie costruzioni, va citata “Both hands” che diventerà un classico in quanto esplicativa della mentalità frustata. Ani suggerisce che è meglio usare “both hands”, e afferma che è in grado di scrivere sulla pelle a frustate: “I’m writing graffiti on your body”.


* '''1999 –To the teeth (fino al tetto):''' Ani decide di salire in soffitta e farsi un giro sul tetto. In “Freakshow” apre una considerazione sui tendoni del circo.
Già da qui ricorrenti gli elementi carpentieristici ( basti citare “the slant”, chiaramente dedicata al filo a piombo). Inizia subito la simbiosi con la sua stessa creazione edilistica, elementi dell’edificio vengono usati come se fossero della persona stessa: “I am up again against the skin of my guitar, in the window of my life, looking out through the bars”.


* '''2001 – Revelling/Reckoning:''' Nuovo album che nasce dopo il trasferimento dell'autrice in una baita bifamiliare. Non mancano nuovi riferimenti alle sperimentazioni edilistiche: “and I’m up and I’m out cuz I’m bouncing off the walls” (Ain’t that the way), “You find out that the road ahead is painted on a wall”.
===1991 – Not so soft===
Il secondo album segue la scia del primo, e Ani continua ad accompagnare il canto con le sole frustate. Come evidente da titolo, Ani sostiene che bisogna frustare più forte.


* '''2002 – So much shouting, so much laughter:''' Live in cui la carpentiera ripercorre la sua vita fatta di costruzioni e frustate.
Continua la proiezione edilistica che si allarga ora anche a terzi: “You are subtle as a window pane standing in my view, but I will wait for it to rain so that I can see you”.


* '''2003 – Revolver:''' Album rivoluzionario, in cui Ani racconta un momento di vita casalinga, di come ha cioè tentato di uccidere una falena con una Revolver. Racconta tutto il procedimento, il caricamento della pistola, i colpi, gli agguati (si veda ad esempio “Serpentine”, in cui tenta di strisciare vicino all’animale). Non riuscendo nell'intento alla fine Ani accetta la falena e le da il benvenuto con "Welcome to:"
Iniziano i dubbi sulle politiche edilistiche: “They build buildings to house people making money or they build bildings to make money off housing people”.


* '''2004 - Educated guess:''' In quest'album la Di Franco racconta della sua convivenza con la falena che col passare del tempo si rivela un ospite davvero educato.
===1992 – Imperfectly===
Non ancora soddisfatta delle frustate, Ani decide di allargare il piano terra e inizia ad usare anche altri attrezzi.


* '''2005 – Knuckle down:''' Dopo l'esperienza con la baita ambulante, Ani decide di tornare a vivere in una casa normale, e racconta la felicità che prova nel trovare il bagno sempre nello stesso posto.
Terzo passo, anche gli elementi naturali diventano edilizi: “ The sky is just a little sister tagging along behind the buildings trying to imitate their grey”.
“In or out” vuole sfatare la polemica tra coloro che ritengono che la porta sia dentro l’edificio e coloro che invece pensano che vada considerata ancora fuori. La risposta di Ani fondamentalmente è: ma chissenfrega, lasciatemi andare a cena!


* '''2006 – Reprive:''' L'album più malinconico dell'autrice. Nella copertina appare una foglia d'acero che richiama il Canada. paese nel quale la Di Franco vorrebbe trasferirsi per avere sempre a disposizione pantagrueliche quantità di sciroppo d'acero da mettere nei pancake a colazione.
In “I’m no heroine” Ani rivendica il contributo femminile nel mestiere di carpentiere, argomento a lei sempre caro: “some guy designed this room I’m standing in, another one built it with his own tools, who says I like right angles these are not my laws these are not my rules”. Da questo momento farà in modo che in ogni edificio che costruisce gli angoli non siano mai di 90°.
Ci ricorda inoltre l’importanza delle frustate “I’m breaking strings and other things playing hard”.


* '''2007 - Cannon:''' Così intitolato dalla carpentiera che decide di darsi alla droga in quanto consapevole del suo declino. Non riesce infatti ad accettare le mosse dai suoi ex fan che vorrebbero vederle costruire nuove baite.
===1993 – Puddle Dive===
Tema di questo album sono le perdite d’acqua, Ani impara a riparare anche qualche tubatura.


* '''2008 - Red letter year:''' Ultimo album della Di Franco. La cantante narra della sua esperienza in convento dove si è rinchiusa in preda alla follia.
Ancora la simbiosi che si eleva allo spirito: “The windows of my soul are made of one way glass don’t bother looking into my eyes”.


===1993 Like I said===
=== EPs ===
1996 – More joy, less shame: chiaramente dedicato alle frustate.
Ani va a fare un giro nelle prime baite che aveva costruito per ricordarsi com’erano fatte.


1999 – Little spastic castle remixes: variazioni sulla pettinatura.
===1994 - Out of Ranch===
Album che esplora il mondo esterno alla sua baita, out of ranch appunto.
“Building and bridges”, canzone di apertura, è una dichiarazione d’amore al legno, in contrasto con le costruzioni in cemento che vede fuori dalla sua abitazione. Il legno, secondo la carpentiera, è più sicuro del cemento in quanto maggiormente elastico: “what doesn’t bend breaks” .


2000 – Swing set: un set per il fai da te.
===1995 – Not a pretty girl===
La carpentiera tira fuori il fedele metro e decide in “Worthy” che si può usare anche sulle persone per costruire meglio: “Give me your vertical your horizontal lines I want to take each of them bend them to fit mine”


{{Portali|Musica}}
===1996 – Dilate===
Ani decide di stravolgere ogni regola edilizia, sconfinado quasi nel paranormale. Vuole costruire edifici le cui pareti non abbiano più una consistenza fissa, ma siano in grado anche di dilatarsi. Non paga, vuole anche che l’edificio non stia in un solo luogo, ma possa muoversi di propria iniziativa. Ne nasce una baita in cui la stessa carpentiera ha difficoltà a muoversi: “ I wake up in the night and I don’t know where the bathroom is and I don’t know what town I’m in or what sky I am under”. Ad ogni modo pare che Ani riesca infine a viverci: “I learn every room long enough to make it to the door and then I hear click shut behind me and every key works differently”.


[[Categoria:Cantautori|DiFranco]]
La sperimentazione quindi continua, raggiungendo livelli impensati: “We’re in a room without a door and I am sure without a doubt they’re gonna wanna know how we got in here and they’re gonna wanna know how we plan to get out”.

===1997 - Living in clip===
Ani decide di giocare a nascondino nelle baite che ha costruito.

===1998 – Little spastic castle===
Come immaginerete, il titolo è riferito all’insolita costruzione che Ani si era fatta in testa, il titolo inizialmente doveva essere “Little spastic blue castle”, ma poi si è preferito semplicemente fare il bootleg azzurro. La carpentiera sta sperimentando nuove costruzioni con la sua chioma (alcuni dicono con l’aiuto dell’allora giovane parrucchiera Silva) e l’album è proprio un inno a tali capigliature: “and the little spastic castle it’s a surprise every time”.
In codesto album Ani decide anche di sperimentare coi materiali, e abbandona temporaneamente il legno per provare a costruire una baita di vetro (Glass House), lanciando un sondaggio per sapere di che materiale sono fatte le case degli altri: “Tell me, what is your house made of?”.

Troviamo qui inoltre l’immagine edilisticamente più romantica di Ani: “And I realized that night that the hall light which seemed so bright when you turned it on is nothing compared to the dawn which is nothing compared to the light which seeps from me while you’re sleeping cocooned in my room”.

===1999 – Up up up up up up===
Album composto in una baita a sei piani.

Vi troviamo espliciti riferimenti alle costruzioni, tra cui il “ She crawls out on a limb and begins to build her home”.

===1999 –To the teeth (fino al tetto)===
Ani decide di salire in soffitta e dal lucernaio farsi un giro sul tetto.

In “Freakshow” apre una considerazione sulle costruzioni mobili, utilizzando come esempio i tendoni del circo.

===2001 – Revelling/Reckoning===
In questa baita bifamiliare, troviamo altri riferimenti alle sperimentazioni edilistiche: “and I’m up and I’m out cuz I’m bouncing off the walls” (Ain’t that the way), “You find out that the road ahead is painted on a wall” (So what).

Torna anche la simbiosi: “She leaded out the twenty-fifth floor window of her reply”, “I’m looking for my door key but you are my porch light” (School night).

===2002 – So much shouting, so much laughter===
Live in cui la carpentiera ripercorre il frutto di tanta costruzione e del grande numero di frustate (responsabili del so much shouting di cui lei ovviamente rideva)

===2003 – Revolver===
Album rivoluzionario, in cui Ani racconta un momento di vita casalinga, di come ha cioè tentato di uccidere una falena con una Revolver.
Ani racconta tutto il procedimento, il caricamento della pistola, i vari colpi, gli agguati (si veda ad esempio “Serpentine”, in cui tenta di strisciare vicino all’animale) etc.

Da sottolineare sicuramente la canzone ononima, “Revolver” appunto, in cui Ani canta “I’m trying to revoooolveeer!” e ad un certo punto si mette anche ad urlare dalla disperazione. Come immaginerete, la falena è viva, infatti se ne sta tranquilla sulla copertina dell’album. Ani all’epoca non capì che, lungi dall’usare armi da fuoco, le sarebbe bastato strappare con precisione una corda in modo che la frustata tagliasse in due perfette metà la falena.

Alla fine Ani accetta la falena e le da il benvenuto con “Welcome to:”

In “Here for now” la carpentiera fa ancora notare come l’utilizzo migliore della chitarra sia quello di frustare: “You know you need your instrument, but does your instrument need to be miked?”.

===2004 - Educated guess===
Album dedicato al fai da te. Ani decide di provare a costruire una baita tutta da sola, dall’abbattimento degli alberi, alla scelta degli assi, a ogni singolo chiodo piantato e vite avvitata. Scava le fondamenta, costruisce i pilastri e ogni cosa fino al tetto.

===2005 – Knuckle down===
Dopo aver sperimentato costruzioni dotate di vita propria, Ani decide di tornare a vivere in una baita le cui dimensioni non cambiano, e riscopre la facilità con cui può trovare il bagno, nonchè il risparmio energetico connesso: “And you walk through your house without turning on lamps sure of the angle from door to table from table to staircase sure of the number of steps seven to the landing two to turn right then seven more sure you will stroll serenely on the moving walkway of memory across you bedroom and collapse with a sigh onto your bed”.

===2006 – Reprive===
Compare sulla copertina di questo album un acero, la cui foglia è il simbolo del vicino Canada, sognato come paese natale da Ani per la qualità dei legni che vi crescono.

===2007 - Cannon===
Così intitolato dalla carpentiera ben sapendo che i suoi estimatori avrebbero pensato che si fosse fumata qualcosa per riproporre le sue vecchie baite invece di costruirne di nuove. Unica differenza, il nuovo arredamento di alcune costruzioni.

===2008 - Red letter year===
Nella canzone che da il titolo a questo album, la carpenitiera balla attorno alla baita usando qualsiasi cosa per fare musica. Pianta anche qualche albero in “Way tight”, ed infine decide di costruire una baita a forma di atomo.


===EPs===
1996 – More joy, less shame

Chiaramente dedicato alle frustate.

1999 – Little spastic castle remixes

Variazioni sulla pettinatura.

2000 – Swing set

Un set per il fai da te.

[[categoria:cantanti]]

Versione attuale delle 11:15, 14 set 2019

Angela Marie “Ani” DiFranco, meglio conosciuta in Italia con lo pseudonimo di “Ani chi?!”, è una carpentiera americana.

Biografia.

Ecco Ani mentre canta: adorabile, vero?

Nasce a Bisonte (Nuova York) il 23 settembre 1970. Il luogo di nascita tornerà ricorrentemente a turbarla durante la sua carriera, in quanto colpevole di averla fatta nascere americana e non canadese. Il Canada, come evidente dalla bandiera, è infatti ricco degli amati alberi. Uno dei sogni di Ani diventerà costruire una baita in Canada, come dice in una delle sue più famose composizioni: “Little house in Canadà”.
Poco dopo la nascita, le cade una chitarra addosso, contemporaneamente una corda parte e le arriva frustandole la fronte. Molto perspicace, la bambina anche se rintronata dal colpo afferra l’attrezzo pensando che potrebbe tornarle utile. Non se ne separerà mai più.
Inizia subito a usare codesto strumento in modo particolare e nel 1989, all’età di diciotto anni, decide di costruirsi una baita discografica, essendo una grande appassionata del fai da te. La battezzerà come RBR (Righteous Bait Records).
Inizia quindi a cantare nella baita e nel 1990 (dopo un precedente demo, in cui già dedicava una canzone all’edilizia, “Your house”) pubblica il suo primo album “Ani chi?!”, si trasferisce a Nuova York e vaga costruendo palchi su cui poi salire a frustare.

Convinta che nella vita bisogna provare tutto, nel 1998 sposa un tecnico del suolo, salvo poi separarsi da lui 5 anni dopo. Nel 2007 dà alla luce una bambina: Speta, avuta dal compagno Gangster Napolitano. Il curioso nome della pargoletta è dovuto al fatto che Ani dopo 3 giorni di gestazione era già stufa e voleva partorire quindi scartavetrava continuamente i maroni al buon Gangster. Lui anche se l'avrebbe volentieri aiutata nell'attesa, le rispondeva sempre “speta!”. Essendo questa la parola che aveva sentito di più durante la gestazione, Ani decise di usarla come nome per la nascitura.

Stile musicale, testi e politica.

La musica di Ani è fin dagli esordi caratterizzata dall’uso improprio nella chitarra, le cui corde ella usa per frustare i coglioni dei suoi ascoltatori invece che per formare suoni. Il suo stile, come vedremo, è cambiato nel corso degli anni per adattarsi ai tempi che cambiano, nei limiti di quanto si possa adattare una che di nome fa Ani.
Le tematiche che affronta, oltre che autobiografiche, sono anche politiche, e impegnate, prima fra tutte l’edilizia.


Discografia

  • 1990 – Ani chi?: È l’album d’esordio: voce e frustate. Tra le perle “Both hands”: un must per gli estimatori dell'onanismo. Ani afferma che è in grado di scrivere sulla pelle a frustate: “I’m writing graffiti on your body”. Ricorrenti gli elementi carpentieristici, basti citare “the slant”, chiaramente dedicata al fantasioso utilizzo del filo a piombo.
  • 1991 – Not so soft: Un titolo che parla da solo. Ani sostiene che bisogna frustare più forte. Si fanno timidamente strada i primi dubbi sulle politiche edilistiche: “They build buildings to house people making money or they build buildings to make money off housing people”.
  • 1992 – Imperfectly: Soddisfatta della potenza delle frustate decide di dedicarsi al miglioramento della tecnica ancora "imperfetta". Contemporaneamente allarga il piano terra usando anche altri nuovi attrezzi. Anche gli elementi naturali diventano edilizi: “ The sky is just a little sister tagging along behind the buildings trying to imitate their grey”. Con la canzone “In or out” vuole sfatare la polemica tra quelli che ritengono che la porta sia dentro l’edificio e coloro che invece pensano sia fuori. La risposta di Ani fondamentalmente è: ma chissenfrega, lasciatemi andare a cena! In “I’m no heroine” Ani rivendica il contributo femminile nel mestiere di carpentiere, argomento a lei sempre caro.
  • 1993 – Puddle Dive: Album interamente dedicato alle perdite d’acqua dove Ani racconta come ha imparato a riparare tubature.

  • 1993 – Like I said: Ani va a fare un giro nelle prime baite che aveva costruito per ricordarsi com’erano fatte.
  • 1994 - Out of Ranch: Qui la Di Franco racconta il suo viaggio all'esterno alla sua baita. In “Building and bridges”, declama il suo amore per il legno legno, in contrasto con le costruzioni in cemento che vede fuori dalla sua abitazione. Il legno, che secondo lei è più sicuro del cemento in quanto maggiormente elastico: “what doesn’t bend breaks”.
  • 1995 – Not a pretty girl: Ani parla delle riflessioni interiori fatte dopo essersi riflessa in un laghetto scoperto per caso durante il viaggio fuori dal ranch.
  • 1996 – Dilate: La cantarpentiera stravolge ogni regola edilizia, sconfinando nel paranormale. Vuole costruire edifici le cui pareti siano in grado di dilatarsi per fregare l'erario che ogni anno aumenta l'ICI. Vuole che l’edificio possa muoversi di propria iniziativa in modo da risparmiare il noleggio del tour bus che usa per andare in tournee in giro per il mondo.
  • 1997 - Living in clip: La Di Franco inizia a manifestare i primi sintomi di disturbi mentali: In questo album visionario racconta di sé stessa che vive dentro a una graffetta.
  • 1998 – Little spastic castle: In codesto album Ani decide anche di sperimentare coi materiali, ma tutto quello che riesce a costruire è giustappunto un "piccolo castello spastico".
  • 1999 – Up up up up up up: Album composto in una baita a sei piani.
  • 1999 –To the teeth (fino al tetto): Ani decide di salire in soffitta e farsi un giro sul tetto. In “Freakshow” apre una considerazione sui tendoni del circo.
  • 2001 – Revelling/Reckoning: Nuovo album che nasce dopo il trasferimento dell'autrice in una baita bifamiliare. Non mancano nuovi riferimenti alle sperimentazioni edilistiche: “and I’m up and I’m out cuz I’m bouncing off the walls” (Ain’t that the way), “You find out that the road ahead is painted on a wall”.
  • 2002 – So much shouting, so much laughter: Live in cui la carpentiera ripercorre la sua vita fatta di costruzioni e frustate.
  • 2003 – Revolver: Album rivoluzionario, in cui Ani racconta un momento di vita casalinga, di come ha cioè tentato di uccidere una falena con una Revolver. Racconta tutto il procedimento, il caricamento della pistola, i colpi, gli agguati (si veda ad esempio “Serpentine”, in cui tenta di strisciare vicino all’animale). Non riuscendo nell'intento alla fine Ani accetta la falena e le da il benvenuto con "Welcome to:"
  • 2004 - Educated guess: In quest'album la Di Franco racconta della sua convivenza con la falena che col passare del tempo si rivela un ospite davvero educato.
  • 2005 – Knuckle down: Dopo l'esperienza con la baita ambulante, Ani decide di tornare a vivere in una casa normale, e racconta la felicità che prova nel trovare il bagno sempre nello stesso posto.
  • 2006 – Reprive: L'album più malinconico dell'autrice. Nella copertina appare una foglia d'acero che richiama il Canada. paese nel quale la Di Franco vorrebbe trasferirsi per avere sempre a disposizione pantagrueliche quantità di sciroppo d'acero da mettere nei pancake a colazione.
  • 2007 - Cannon: Così intitolato dalla carpentiera che decide di darsi alla droga in quanto consapevole del suo declino. Non riesce infatti ad accettare le mosse dai suoi ex fan che vorrebbero vederle costruire nuove baite.
  • 2008 - Red letter year: Ultimo album della Di Franco. La cantante narra della sua esperienza in convento dove si è rinchiusa in preda alla follia.

EPs

1996 – More joy, less shame: chiaramente dedicato alle frustate.

1999 – Little spastic castle remixes: variazioni sulla pettinatura.

2000 – Swing set: un set per il fai da te.