Illuminismo

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« AHHHH! SPEGNILO! »
(Talpa su illuminismo)
« Daccordo, l'illuminismo sarà pure il lume della ragione che fa luce nel buio dell'ignoranza, ma cazzo 300 euro di bolletta mi sembrano troppi! »
(Voltaire su illuminismo)
« Mi è venuta un'ikea! »

L'Illuminismo non è altro che "il lume della ragione che fa luce nel buio dell'ignoranza", ovvero un modo come un altro per non pagare la corrente.

Primi Teorizzatori

« Regalami un'arancia, ché devo tornare in Francia »
(Diderot fa il simpatico al ritorno dalle vacanze)
Voltaire, dopo aver finito la carta.

Fra i maggiori teorici dell'illuminismo troviamo Immanuel Kant, famoso filosofo metafisico dogmatico, teoretico, pratico e un po' sborone. Ricordiamo con gioia e un po' di nostalgia uno dei suoi discorsi più famosi:

- Qualcuno: “Immanuel, che cos'è l'illuminismo?”
- Immanuel Kant: “L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso.”
- Qualcun altro: “E che cos'è la minorità?”
- Immanuel Kant: “La minorità è l'incapacità di avvalersi del proprio intelletto senza la guida di un altro.”
- Qualcun altro ancora: “E che cos'è l'intelletto?”
- Immanuel Kant: “Mi avete rotto i coglioni.”

Altresì Voltaire provo con parole sue:

- Prof. di storia: “Voltaire, che cos'è l'illuminismo?”
- Voltaire: “Ehm... l'illuminismo è... ehm... dunque...”
- Prof. di storia: “Voltaire, la sai?”
- Voltaire: “Si, si! ma certo...! ehm, ecco, è che... io volevo studiare ma il cane mi ha mangiato il libro!”
- Prof. di storia: “Voltaire, dagli le crocchette a 'sto cane perché è il terzo questo mese.”

Infine abbiamo Diderot:

- Diderot: “Per comprendere l'illuminismo è importante leggere molte opere.”
- Pubblico ministero: “D'accordo, ma perché dopo non ha riportato i libri alla biblioteca?”
- Diderot: “Ho trovato sempre chiuso!”
- Pubblico ministero: “Ho le prove che stava vendendo l'intera Enciclopedia Britannica su Ebay!”
- Diderot: “Mi appello al quinto emendamento!”
- Pubblico ministero: “Ma qui siamo in Francia!”
- Diderot: “Allora giro la ruota!”

Le idee

Diderot, autoritratto.

Passiamo quindi ad enunciare il concetto base di questo esaltante periodo pieno di autoritratti prendendone in considerazione le idee prevalenti:

Libertà

Il problema di molti Illuministi.

Poco prima dell'illuminismo, il concetto di libertà venne sostanzialmente enunciato nel modo seguente dal prozio di Adolf Hitler, celebre campione di nuoto stile crauti Otto Vask:

« Qui comando io. »

Ciò lasciava poco spazio ad interpretazioni di sorta da parte di qualsiasi proto-luminare dell'epoca, fu per questo che il concetto venne riformato ed ampliato.[1] Si teorizzò quindi che la libertà individuale debba essere quel qualcosa che finisce dove comincia quella di qualcun altro, sempre che il tuo portafogli non sia più grosso del suo. Tale pensiero libero si diffuse velocemente ed energicamente in tutti i luoghi di cultura dell'epoca, nei salotti di classe e nei bagni senza bidet.[2]




Fraternità

Dopo molti anni, in Francia il concetto di fraternità non si è del tutto spento.
« Semo romani, volemose bene! »
(Giovanni Paolo II su fraternità)
« Wir sind Römer, Fürsorge für einander! »
(Benedetto XVI spaventa la folla)

Il concetto di fraternità è qualcosa di così complesso che se tenti di spiegarlo a Valeria Marini, ti denuncia per molestie sessuali. In pratica all'epoca si teorizzò che bisogna volersi bene anche se ti stai sulle palle; roba hippy del tipo porgi l'altra guancia e mettete dei fiori nei vostri cannoni. No, non c'è altro

Uguaglianza

« Siamo tutti uguali, solo che quelli lì lo sono un po' meno »
(Adolf Hitler su uguaglianza)

L'uguaglianza sociale è la situazione per cui tutti gli individui all'interno di una società debbano avere lo stesso status di rispettabilità. Ti stanno sul cazzo i negri? fatti tuoi. Hai problemi con gli omosessuali? arrangiati. "Donna schiava zitta e lava?" non sono problemi miei. All'uscita della serie GTA per playstation, questo concetto diverrà vetusto e impropinabile ai più.

L'illuminismo in Italia

Napoli capitale illuministica

Nello stivale, Napoli fu senza dubbio una delle città fautrici di tale corrente e di qualcos'altro. Già fin dai primi anni dello scaturire dell'illuminismo, a Napoli, potevi comprare in qualsiasi mercato scatole di illuminismo con tutti gli optional, auricolare e carica batterie incluso, per poi trovarci dentro un simpatico mattone. Il concetto dei lumi fu così preponderante nel capoluogo campano che subito si pensò bene di esportarlo in maniera massiccia, falsificando l'etichetta.

Milano, l'Accademia delle risse dei Pugni

A Milano, invece, era nata l'Accademia dei Pugni, un posto dove gli Illuministi si recavano per sacrificare i capretti alla dea della ragione e a dibattere le proprie idee illuministiche[3].

Critiche cattoliche

« Mi sento plagiato. »
(Gesù Cristo su libertà, fraternità ed uguaglianza)

Un tedesco a caso sostiene che in realtà i concetti dell'illuminismo altro non erano che una scopiazzatura di quanto già scritto in quel libro pieno di verità[citazione necessaria] assurde e terribili. Secondo lui, i luminari hanno semplicemente dissacrato quanto detto dal nazareno, solo perché in quel periodo la chiesa, sicuramente contro la sua volontà, era diventata tradizione innegabile e religione di Stato inopponibile.[4]

Opere Illuministe

Gli Illuministi, pur di far propaganda, imbottirono di messaggi subliminali le loro opere. Un esempio è l'Enciclopedia oppure "Lettera per i ciechi ad uso di color che vedono", piena di teorie materialiste.

Dei delitti e delle pene

Un opera illuminista scritta da Cesare Beccaria (il cognome dice tutto) in cui affermava che la pena di morte doveva essere abolita in quanto controproducente. I sovrani lo mandarono a quel paese ma la famiglia Berlusconi Asburgo decise di accettare queste teorie, mandando in bancarotta tutti i becchini.

Lettera per i ciechi a uso di coloro che vedono

Il titolo di questa opera, che sembra di più un articolo di Nonciclopedia, lascia molto a desiderare. Il libro, scritto da Diderot, conteneva numerosi messaggi subliminali sulla gnocca.

L'Enciclopedia

La più grande opera Illuminista: una raccolta di voci puramente subliminali contenenti tutte le voci esistenti sulla faccia della terra. L'idea originaria era quella di creare un enciclopedia parodistica ma l'idea fu ritenuta troppo blasfema anche dagli illuministi. L'autore di quest'opera, un certo Andrè LeBreton (Andrea Il Bretone), la creò con la collaborazione dei famosi illuministi[citazione necessaria] Diderot e D'Alembert. L'opera fu querelata dalla Chiesa per eresia,diffamazione della santa sede e per messaggi subliminali sull'Enel. Nonostante le minacce legali e i vari Flame fra i Gesuiti e gli Enciclopedisti l'opera vendette un sacco di copie e gli autori si ritrovarono ricchi sfondati tranne che Diderot (che fu rinchiuso in prigione per l'opera del paragrafo precedente) e per D'Alembert (che se l'era data a gambe quando i Gesuiti gli avevano sgonfiato le ruote della carrozza).

I Sovrani Illuminati[citazione necessaria]

Questi sovrani (rigorosamente francesi) ritenevano di essere "illuminati" dalle lampadine idee illuministe e di volerle diffondere.

In realtà essi volevano soltanto compiacere il popolo e poter essere citati nei libri di storia. Purtroppo[l'ha detto Voyager!] alcuni di essi compresero erroneamente le idee illuministiche: il re Luigi XV, per esempio, fece illuminare Parigi per cinque-sei mesi di seguito, prosciugando le casse del regno e facendolo sprofondare nei debiti.

Consigli per gli acquisti

Note

  1. ^ Fu anche per questo che Otto Vask stava sul cazzo a tutti.
  2. ^ Francesi... che ci vuoi fare.
  3. ^ Dai dibattiti ci scappava sempre il morto
  4. ^ Eri comunque libero di dissentire, se non ti premeva la vita.
Roba dei Mangiarane

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