Ghatanothoa: differenze tra le versioni

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[[File:Gathanothoa.jpg|right|thumb|300px|Un appena nato Ghathanothoa mentre apre teneramente gli occhi alla vita.]]
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{{Cit2|Basilisco, Medusa: succhiate una delle mie appendici tentacolari, dilettanti!|Gathanothoa facendo il figo circa i suoi poteri.}}
{{Cit2|Basilisco, Medusa: succhiate una delle mie appendici tentacolari, dilettanti!|Gatanothoa facendo il figo circa i suoi poteri.}}


{{cit2|O potente dio del vulcano, ma quando erutta il [[Vesuvio]]?|[[Leghista]] su miracoli non concessi da Ghathanothoa.}}
{{cit2|O potente dio del vulcano, ma quando erutta il [[Vesuvio]]?|[[Leghista]] su miracoli non concessi da Ghatanothoa.}}


'''Ghathanothoa''', altrimenti noto come ''[[Quellaffarelì]]'' o ''Come minchia si scrive?'', è una [[divinità lovecraftiana]] talmente brutta che [[chiunque]] la guardi rimane letteralmente di [[sasso]], cosa che lo rende piuttosto insicuro circa il suo aspetto, povero [[mostro]] assassino intergalattico.
'''Ghatanothoa''', altrimenti noto come ''[[Quellaffarelì]]'' o ''Come minchia si scrive?'', è una [[divinità lovecraftiana]] talmente brutta che [[chiunque]] la guardi rimane letteralmente di [[sasso]], cosa che lo rende piuttosto insicuro circa il suo aspetto, povero [[mostro]] assassino intergalattico.


== Storia ==
== Storia ==


Un [[tempo]] esisteva un allegro isolotto vulcanico abitato da inutili indigeni coi gonnellini di paglia il cui [[dio]] era Ghathanothoa. Lui viveva felice e sereno sulla sua [[montagna]], sfoggiando continuamente un'espressione assimilabile a quella della faccina [[^^]]. Non scendeva mai dalla cima della montagna, perché c'erano un sacco di scale e lui era molto pigro, al punto che preferiva passare le giornate a cazzeggiare su [[Facebook]]. Gli alti sacerdoti, che avevano tanta [[voglia]] di lavorare quanta ne ha [[Clippy]] di farsi i cazzi suoi, decisero di approfittare della presenza di Gathanothoa per estorcere ai cittadini onesti innumerevoli privilegi quali tessera dello [[stadio]], [[assicurazione sanitaria]], abbonamento a [[Focus]] e soldi a vagonate. Ma non avevano fatto i conti con un eroico delegato sindacale di nome T'yog. Costui, un fiero parafulmine della Megaditta, era anche il sacerdote supremo di [[Shub-Niggurath]] nel [[tempo libero]], per cui ottenne dalla dea un incantesimo che contrastasse i poteri di Ghathanothoa dopo averle offerto in cambio una deliziosa crostata ai mirtilli preparata da sua madre.
Un [[tempo]] esisteva un allegro isolotto vulcanico abitato da inutili indigeni coi gonnellini di paglia il cui [[dio]] era Ghatanothoa. Lui viveva felice e sereno sulla sua [[montagna]], sfoggiando continuamente un'espressione assimilabile a quella della faccina [[^^]]. Non scendeva mai dalla cima della montagna, perché c'erano un sacco di scale e lui era molto pigro, al punto che preferiva passare le giornate a cazzeggiare su [[Facebook]]. Gli alti sacerdoti, che avevano tanta [[voglia]] di lavorare quanta ne ha [[Clippy]] di farsi i cazzi suoi, decisero di approfittare della presenza di Gathanothoa per estorcere ai cittadini onesti innumerevoli privilegi quali tessera dello [[stadio]], [[assicurazione sanitaria]], abbonamento a [[Focus]] e soldi a vagonate. Ma non avevano fatto i conti con un eroico delegato sindacale di nome T'yog. Costui, un fiero parafulmine della Megaditta, era anche il sacerdote supremo di [[Shub-Niggurath]] nel [[tempo libero]], per cui ottenne dalla dea un incantesimo che contrastasse i poteri di Ghatanothoa dopo averle offerto in cambio una deliziosa crostata ai mirtilli preparata da sua madre. Il dio aveva infatti il potere di pietrifcare chiunque lo vedesse; un po' come Medusa, solo che lui era più figo perché proveniva dallo [[spazio]] ed era stato inventato da uno scrittore [[america]]no, altro che quegli sfigati pedofili dei greci. In ogni caso T'yog trascrisse l'incantesimo su una [[pergamena]] magica, prese il suo bastone +5 danni da [[fuoco]] e si incamminò verso la cima della montagna. Nel frattempo gli alti sacerdoti iniziarono a temere che, se l'uomo fosse riuscito a scendere a patti con la divinità, avrebbero perso tutti i loro privilegi e sarebbero stati costretti, disgrazia delle disgrazie, a cercarsi un [[lavoro]] vero. Dopo ben 10 metri di [[strada]], per loro [[fortuna]], a T'yog mancò il fiato, poiché fumava 45 pacchetti di Marlboro al [[giorno]]. L'eroe decise così di fermarsi a riposare proprio presso gli alti sacerdoti, comportandosi da cafone, monopolizzando il [[telecomando]] e poggiando i piedi sul tavolino buono. Nottetempo un agente dei sacerdoti si introdusse nella camera di T'yog, che dormiva scompostamente con le mutande in [[testa]] e russando come una segheria, e gli rubò la pergamena, sostituendola con una recitante "[[Scemo chi legge]]". Il mattino dopo T'yog riprese il suo cammino, non capendo perché i sacerdoti gli augurassero buona [[fortuna]] e si spanciassero dalle risate additandolo. Inutile dire che, una volta al cospetto di Ghatanothoa, T'yog non fece in tempo ad estrarre il dito indice per redarguire il dio che si ritrovò pietrificato come un sampietrino. Il suoi organi interni rimasero però attivi, così T'yog fu costretto a sopportare per secoli e secoli la presenza di Ghatanothoa, le sue tremende [[barzellette]] e la sua atroce [[musica neomelodica]] che sparava a tutto volume alle 4 del mattino.


== Poteri ==
== Poteri ==

Versione delle 19:46, 28 apr 2013

Un appena nato Ghatanothoa mentre apre teneramente gli occhi alla vita.
« Basilisco, Medusa: succhiate una delle mie appendici tentacolari, dilettanti! »
(Gatanothoa facendo il figo circa i suoi poteri.)
« O potente dio del vulcano, ma quando erutta il Vesuvio? »
(Leghista su miracoli non concessi da Ghatanothoa.)

Ghatanothoa, altrimenti noto come Quellaffarelì o Come minchia si scrive?, è una divinità lovecraftiana talmente brutta che chiunque la guardi rimane letteralmente di sasso, cosa che lo rende piuttosto insicuro circa il suo aspetto, povero mostro assassino intergalattico.

Storia

Un tempo esisteva un allegro isolotto vulcanico abitato da inutili indigeni coi gonnellini di paglia il cui dio era Ghatanothoa. Lui viveva felice e sereno sulla sua montagna, sfoggiando continuamente un'espressione assimilabile a quella della faccina ^^. Non scendeva mai dalla cima della montagna, perché c'erano un sacco di scale e lui era molto pigro, al punto che preferiva passare le giornate a cazzeggiare su Facebook. Gli alti sacerdoti, che avevano tanta voglia di lavorare quanta ne ha Clippy di farsi i cazzi suoi, decisero di approfittare della presenza di Gathanothoa per estorcere ai cittadini onesti innumerevoli privilegi quali tessera dello stadio, assicurazione sanitaria, abbonamento a Focus e soldi a vagonate. Ma non avevano fatto i conti con un eroico delegato sindacale di nome T'yog. Costui, un fiero parafulmine della Megaditta, era anche il sacerdote supremo di Shub-Niggurath nel tempo libero, per cui ottenne dalla dea un incantesimo che contrastasse i poteri di Ghatanothoa dopo averle offerto in cambio una deliziosa crostata ai mirtilli preparata da sua madre. Il dio aveva infatti il potere di pietrifcare chiunque lo vedesse; un po' come Medusa, solo che lui era più figo perché proveniva dallo spazio ed era stato inventato da uno scrittore americano, altro che quegli sfigati pedofili dei greci. In ogni caso T'yog trascrisse l'incantesimo su una pergamena magica, prese il suo bastone +5 danni da fuoco e si incamminò verso la cima della montagna. Nel frattempo gli alti sacerdoti iniziarono a temere che, se l'uomo fosse riuscito a scendere a patti con la divinità, avrebbero perso tutti i loro privilegi e sarebbero stati costretti, disgrazia delle disgrazie, a cercarsi un lavoro vero. Dopo ben 10 metri di strada, per loro fortuna, a T'yog mancò il fiato, poiché fumava 45 pacchetti di Marlboro al giorno. L'eroe decise così di fermarsi a riposare proprio presso gli alti sacerdoti, comportandosi da cafone, monopolizzando il telecomando e poggiando i piedi sul tavolino buono. Nottetempo un agente dei sacerdoti si introdusse nella camera di T'yog, che dormiva scompostamente con le mutande in testa e russando come una segheria, e gli rubò la pergamena, sostituendola con una recitante "Scemo chi legge". Il mattino dopo T'yog riprese il suo cammino, non capendo perché i sacerdoti gli augurassero buona fortuna e si spanciassero dalle risate additandolo. Inutile dire che, una volta al cospetto di Ghatanothoa, T'yog non fece in tempo ad estrarre il dito indice per redarguire il dio che si ritrovò pietrificato come un sampietrino. Il suoi organi interni rimasero però attivi, così T'yog fu costretto a sopportare per secoli e secoli la presenza di Ghatanothoa, le sue tremende barzellette e la sua atroce musica neomelodica che sparava a tutto volume alle 4 del mattino.

Poteri