Alessandro Zanardi

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L'Uomo

Il pit stop permette ai piloti di fare rifornimento e di sostituire i pezzi usurati.

L'esordio in CART

Alex Zanardi debuttò nel 1996 nella categoria statunitense CART, un campionato in cui si sfidavano solo i piloti più scarsi, reietti o con tendenze suicide. Ad ognuno di essi veniva affidata una vettura potenziata e privata dei freni, nonché l'imperativo categorico di correre fino all'esplosione simultanea delle quattro ruote e/o alla fusione del blocco motore.
Vinceva ovviamente il pilota che resisteva in pista il maggior tempo possibile, oppure quello che esplodendo faceva il botto più spettacolare. Dio benedica l'America e la smisurata cultura dei suoi abitanti!
Le regole della CART sembravano scritte giusto per valorizzare lo stile di guida sbarazzino di Alessandro Zanardi, sempre che si possa definire "sbarazzino" bendarsi gli occhi mentre si fila ai 300 km/h, o ignorare il significato di verbi come "frenare" o "rallentare".
Nei tre anni in cui Zanardi rimase in CART la popolarità di questo sport aumentò del 30%, e il tasso di spettatori coinvolti in incidenti aumentò del 70%.

L'avventura in F1

Nel 1999 provò a fare il passo più lungo della gamba e venne ingaggiato dalla Williams, inizialmente come manichino da crash test [1] e successivamente come pilota ufficiale. Nella scuderia britannica Zanardi visse però un vero annus horribilis: la sua monoposto era così lenta che si faceva superare pure dalle safety car, il motore era tenuto insieme a forza di nastro adesivo e preghiere e il team di meccanici non sapeva distinguere un bullone da una brugola.
In quell'anno il pilota bolognese collezionò ben settantasei ritiri per guasti tecnici e arricchì il suo già vasto vocabolario di smadonnamenti. In breve tempo divenne lo zimbello della F1, tanto che persino Rubens Barrichello lo perculava quando si incontravano ai paddock.
Terminò la stagione all'ultimo posto, e venne addirittura penalizzato di centocinquanta punti perché durante una prova di qualificazione venne colto da una crisi di nervi e tentò di investire il suo team manager.
A fine anno Zanardi rescisse il contratto e fuggì dalla Formula Uno a gambe levate.

Zanardi mentre prova la nuova monoposto che i valenti ingegneri di Maranello hanno progettato appositamente per lui.

L'incidente

- Alex Zanardi: “Dottore, sia sincero con me! Le mie gambe sono ridotte così male?”
- Dottore: “Quali gambe?”

Accasatosi di nuovo nella classe CART, Zanardi ottenne una macchina veloce e affidabile e un gruppo di meccanici esperti. Questi ostacoli non spaventarono il pilota bolognese, il quale non solo accettò la sfida ma la vinse pure, prodigandosi con successo nell'ennesima stagione di merda.
Il momento clou del campionato fu raggiunto durante il finale di gara in Germania, sulla pista del Lausitzring: Zanardi si trovava sorprendentemente in prima posizione, quando venne colto dall'atroce sospetto di aver sbagliato strada o, peggio, di essere finito su Scherzi a parte.
Subito effettuò un'inversione a U e attraversò la pista contromano, con l'intenzione di raggiungere il più vicino negozietto di souvenir e di comprare una cartina stradale.
Non fece in tempo: di fronte a lui sopraggiungeva ad alta velocità un furgoncino dei gelati, guidato da un certo Alex Tagliani [2].
L'impatto tra le due vetture fu violentissimo: Tagliani venne sbalzato fuori dall'abitacolo, e per la gioia del pubblico cialde e coppette volarono ovunque.
Dopo un gran lavoro di lingue e mandibole i soccorritori riuscirono a fatica a estrarre Zanardi da sotto una valanga di gelato alla stracciatella. Le condizioni del pilota apparirono all'istante gravissime: nello schianto il pilota aveva perso gli arti inferiori, le chiavi di casa e il santino autografato di Padre Pio.
La sua ora sembrava giunta, tanto che il prete gli impartì l'estrema unzione e la moglie si stava già dando da fare per organizzare una sobria cerimonia funebre con tanto di spogliarellisti superdotati.
Smentendo le aspettative e le previsioni dei bookmaker, Zanardi sopravvisse.
Le sue gambe invece non furono mai trovate. Con tutta probabilità sono andate ad arricchire con il loro inconfondibile sapore il gelato comprato da qualche turista a Cesenatico o a Rimini.

Il Mito

Un gruppo di sciacalli si avventa sulla vettura lasciata incustodita da Zanardi per farne razzia. Possa Iddio misericordioso perdonarli...
« Questo uomo tornerà a fare tutto quella che faceva prima, camminare, guidare, sciare e soprattutto portare in spalla suo figlio. »
(Un medico su dieci parlando di Alex Zanardi)

Assieme a Oscar Pistorius, sprinter senza polpacci, e a Sandro Bondi, politicante senza attributi e dignità, Zanardi è l'esempio perfetto di come si possano raggiungere straordinari risultati grazie al pietismo degli avversari e nonostante handicap penalizzanti quali la mancanza di arti inferiori o un irritante e marcato accento bolognese.
Dopo un'estenuante riabilitazione Alex Zanardi è tornato a svolgere tutte quelle azioni quotidiane che contraddistinguono le persone normali: camminare, passare all'incrocio col semaforo rosso, andare al cinema a Natale per guardare i film di Boldi e De Sica, parlare male alle spalle dei colleghi di lavoro assenti, tirare dritto facendo finta di nulla quando un mendicante si avvicina chiedendo qualche spicciolo.
Per le sue protesi zincate e la sua forza di volontà Zanardi rappresenta una tentazione irresistibile per i ladri di metallo e un idolo per i milioni di disabili, portatori di handicap e altri animaletti strani di tutto il mondo.
A dispetto della tremenda disgrazia che l'ha colpito, infatti, Zanardi ha sempre mantenuto ottimismo e buonumore: evidentemente è ancora imbottito di morfina, o forse è convinto che le gambe prima o poi ricresceranno, chissà.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Dopo l'amputazione delle gambe Alessandro Zanardi è alto esattamente come Silvio Berlusconi.
  • È uno dei pochi uomini al mondo che può mettere in pratica il celebre detto "gambe in spalla".

Note

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  1. ^ Ruolo che gli riesce particolarmente bene
  2. ^ Tagliani & Figli: Gelati artigianali dal 1879