Vittorio Mangano

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Cribbio! Non dare ascolto ai comunisti! Vittorio Mangano è un eroe!
« Le prove della mia colpevolezza? MANGANO! »
(Vittorio Mangano)
« Non ho mai visto costui! »
(Silvio Berlusconi)
« CENSORED »
(Paolo Borsellino)
« Era un bravo stalliere! »
(Marcello Dell'Utri)

Vittorio Mangano è il più famoso amministratore e uno dei capi della S.p.A. Cosa Nostra vicario del governatore del libero feudo di Arcore .

Storia

Se osi contraddirlo farai la fine di Aris!

Mangano nasce nel 1939 a Palermo, dove si dedicava all'allevamento bovino nelle grandi mandrie di Cosa Nostra, e qui trascorre i primi 40 anni della sua vita, tra sesso, droga e rock 'n roll.

Un giorno viene notato dall'allenatore di calcio dell' F.C. Arcore, Marcello Dell'Utri, che lo invita ad un torneo calcistico che si disputerà nel feudo arcoriano[1].

Mangano, appassionato di questo sport e non solo, come vedremo in seguito, accetta volentieri. Il suo talento non passa inosservato, e ben presto gioca titolare nella squadra allenata da dell'Utri. Ma Vittorio Mangano non è soltanto un ottimo giocatore di calcio utilissimo a ricoprire tutti i ruoli e a minacciare di morte i talenti delle squadre avversarie. Mangano adora i cavalli e il tritolo. Da bambino spediva spesso teste mozzate di ronzini e purosangue ai suoi amichetti che non volevano elargire grosse somme di denaro da investire in costruzioni, droga e prostituzione. Una scherzosa minaccia, per far capire la bontà degli investimenti.

Anche da grande gli rimane questa sobria abitudine, tanto da mettere una bomba sul cancello di una delle tante ville di Berlusconi per il compleanno di Piersilvio.

Il nostro caro presidente parlando e ridendo dell'accaduto al telefono con Dell'Utri dice:

- Silvio: “Sì; questa cosa qui, da come l'ho vista fatta con un chilo di polvere nera, una cosa rozzissima, ma fatta con molto rispetto, quasi con affetto... è stata fatta soltanto verso il lato esterno. Secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, lui ha messo una bomba.”
- Marcello: “Alla Mangano, sì sì.”
- Silvio: “Un chilo di polvere nera, cioè proprio il minimo...”
- Marcello: “Sì, sì, cioè proprio come dire mi faccio sentire, sono qui presente.”
- Silvio: “Sì. Uno: "ma è arrivata una raccomandata, caro dottore?" Lui ha messo una bomba.”

L'evento tragico

La carriera di Mangano tuttavia è destinata a finire, poiché in trasferta in Sicilia è implicato in una mega-rissa, dove un giovane Paolo Borsellino trova la morte.

Mangano viene accusato di atti violenti contro pubblico ufficiale e processato, senonché muore la settimana dopo.

E Silvio Berlusconi diede ordine di bruciare alcuni annali calcistici[citazione necessaria].

Note

  1. ^ Da Marcello dell'Utri, la biografia non autorizzata