Vittorio Mangano
Vittorio Mangano è il più famoso amministratore e vicario del governatore del libero feudo di Arcore e uno dei capi della S.p.A. Cosa Nostra.
Storia
Mangano nasce nel 1939 a Palermo, dove si dedicava all'allevamento bovino nelle grandi mandrie di Cosa Nostra, e qui trascorre i primi 40 anni della sua vita, tra sesso, droga e rock 'n roll.
Un giorno viene notato dall'allenatore di calcio dell' F.C. Arcore, Marcello dell'Utri, che lo invita ad un torneo calcistico che si disputerà nel feudo arcoriano[1].
Mangano, appassionato di questo sport, accetta volentieri. Il suo talento non passa inosservato, e ben presto gioca titolare nella squadra allenata da dell'Utri.
L'evento tragico
La carriera di Mangano tuttavia è destinata a finire, poiché in trasferta in Sicilia è implicato in una mega-rissa, dove un giovane Paolo Borsellino trova la morte.
Mangano viene accusato di atti violenti contro pubblico ufficiale e processato, senonché muore la settimana dopo.
E Silvio Berlusconi diede ordine di bruciare alcuni annali calcistici[citazione necessaria].
Note
- ^ Da Marcello dell'Utri, la biografia non autorizzata