Terrone: differenze tra le versioni
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[[Immagine:Mostro.jpg|left|thumb|200px|'''Terrone''' in una stampa padanese del XIV secolo]] |
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Versione delle 18:58, 19 mag 2008
ravanel e spinas, barbabietola e mustas,
la che vaaaa il terùùùùùùùùùn, là che vaaaaa il terùùùùùùn!!!! »
Introduzione al concetto di terrone
Il terrone è una creatura mitologica, inventata dalle massaie della Val Padana in sostituzione all'Uomo nero, che ormai non spaventava più neanche i bambini di tre anni. Ben noto è il passo della fiaba "La notte dei terroni aranti" in cui è descritta la mostruosa creatura:
Se la brava Massaia ha qualche problema ad addormentare il bambino monello pronuncia tale obrobrioso richiamo, ed è risaputo che il bravo pargolo del nord si caccia sotto le coperte supplicando: "Manda via il terrone, mamma! Ti prometto che sarò buono, ma mandalo via! Altrimenti stanotte verrà, mi farà a pezzettini e mi seminerà". La massaia gli rimbocca le coperte, lo addormenta e se ne va soddisfatta.
Caratteristiche, abitudini e tradizioni del terrone
Il terrone è una via di mezzo tra uno zombie ed un orco. Analogamente al primo, infatti, spunta di notte dalla nuda terra per poi tornarvi prima dell'alba, altrimeni è repentinamente trasformato in un albero di arance rosse. Invece al secondo copia l'aspetto truce e verdognolo, oltre al linguaggio gutturale e inascoltabile.
Ricapitolando, quindi;
Caratteristiche somatiche:
- Gote alte e pronunciate, occhi rossi che sprizzano fuoco
- Pelle verde coperta di squame e sporca di letame o di fango essiccato al sole
- Fetore di carcassa di mulo
- Altezza non superiore al metro e quidici
- Unghie incrostate di terra
- Mano destra a forma di rastrello e mano sinistra a forma di vanga
- Se entra in contatto con le sacre acque del fiume Po si contorce fumando, per trasformarsi in una fragante pastiera
Caratteristiche sociali:
- Abbandona il branco quasi subito, per costruirsi la tana alle pendici di un ulivo o di un olmo
- Il suo animale da compagnia/punta è un porcellino d'india
- La notte spunta dalla sua tomba, e comincia a seminare lungo le sponde del Po il suo tanto amato Fico d'India. I più arditi riescono a spingerlo nel fiume cogliendolo alle spalle ( e ottenendo la reazione descritta sopra)
- Di giorno si diletta a leggere I Malavoglia, che per una maledizione non riesce a finire mai, poichè appena arriva a pagina duecento è costretto a ricominciare daccapo
- Porta al collo un crocifisso con la Madonna nera di Tindari e marchiato a fuoco nel petto un santino di San Gennaro
- Pare che se gli si agita davanti un fazzoletto verde acceso, si sciolga come neve al sole in un liquido molto simile a cassata riscaldata. Se temete i terroni, certi tizi su al nord li vendono a prezzi modici
- Non è poi così cattivo. Davvero.