Takeshi's Castle

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motivo: Tormentoni a spiovere

firma: --Jack 21:30, 13 feb 2009 (UTC)

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Il Takeshi’s Castle (orig. “tac,-esci-casso!”) è una tecnica di meditazione zen molto diffusa in Giappone, che consiste nel provocare il dolore a sé stessi e l’ilarità nel prossimo, al fine di raggiungere la felicità interiore. Comunemente accostata alle scuole buddhiste giapponesi, dove è notoriamente praticata da millemila anni, ha in realtà nobili origini venete.

La genesi

Narra la leggenda che tutto ebbe inizio il ventordici di ottembre dell’anno prossimo.

Secondo le sacre scritture, in una delle sue pause dalla meditazione, il Vate aveva inserito una banconota da 0 € in un infido distributore automatico. Invece di erogare le mentine richieste, unica debolezza del Vate, il distributore (secondo alcuni vangeli apocrifi, ignobilmente sabotato da Gaetano) rimase imperturbabile. A lungo gli occhiali del Vate si specchiarono sui led luminosi della macchina, in un silenzio tombale interrotto solo da quel cazzo di rumore lì, fino a che il nostro eroe, in uno dei suoi rarissimi momenti di collera, decise di scaraventarsi con tutta la sua forza bruta e la sua innata turpiloquenza contro l’indistruttibile avversario. Il combattimento durò mesi interi, durante i quali il Vate continuò a dedicarsi alla meditazione, riprendendo il duello contro la macchina nelle pause caffè. I ripetuti attacchi fisici e verbali sferrati dal nostro eroe, perennemente infruttuosi, suscitavano il riso dei suoi acerrimi nemici, che tutt’attorno lo irridevano, sostenendo a turno gli striscioni e scandendo “DIS-TRI-BU-TO-RE, PAM-PAM-PAPAM-PAM!”, mentre due stagisti, per distrarlo, sbattevano le porte urlando e incollando fogli.

La leggenda vuole che nell’atto conclusivo della tenzone, scaraventando l’ennesimo superbo punio sulla macchina, il Vate provocò in questa un fatale attimo di esitazione, che portò alla discesa nell’erogatore di una confezione di tic tac. Il nostro eroe si lasciò andare a un “Dio Bubù!” di trionfo, ma il caso volle che in quel preciso istante la scatolina si andasse ad incastrare, uscendo solo per la prima metà (tic). Fu allora che, in preda alla collera più sfrenata, il Vate pronunciò la frase fatidica, che provocò la caduta delle tic tac e la leggendaria vittoria: “tac, esci casso!” (poi storpiato in “Takeshi’s Castle”, quindi “風雲!たけし城”), locuzione che ancora oggi ricorda la mirabile impresa e, per estensione, la violenta ed esilarante pratica meditativa che la determinò.

La scuola giapponese

Il “tac, esci casso!” si è diffuso rapidamente ed è stato accolto con interesse in tutto il globo terraqueo, ma è stato in Giappone che questa tecnica meditativa ha riscontrato il maggior numero di proseliti, con l’adesione, di fatto, del 100% della popolazione nipponica (neonati ed anziani compresi). Dalla sua introduzione nel paese asiatico, la pratica è stata perfezionata ed ampiamente differenziata, per soddisfare le perversioni di tutti i cittadini, notoriamente sadici e masochisti. Tutti i giorni, infatti, milioni di giapponesi sentono l’irrefrenabile impulso di mettere a repentaglio la propria incolumità fisica e mentale.

In ogni azienda, asilo nido, scuola, ospedale, negozio di intimo e macelleria del paese, i giapponesi praticano il “tac, esci casso!”, ne traggono godimento e si allenano in vista dell’evento principe della settimana. Si tratta del popolarissimo Momiamazo, trasmesso in mondovisione per il sollazzo di tutta l’umanità: è una particolare variante del suicidio di massa, nella quale la pratica del “tac, esci casso!” si esprime alla massima potenza. Durante queste manifestazioni di estasi collettiva, i partecipanti praticano le discipline più diffuse e popolari, quali:

  • gettarsi a capofitto contro porte chiuse
  • farsi colpire con palle da bowling di 2 metri di diametro, massi, ecc.
  • restare immobili durante i terremoti
  • fare il tiro alla fune contro tori, trebbiatrici, ecc.
  • sfidare lottatori di sumo
  • lanciarsi a peso morto da una liana contro un muro di cemento armato
  • fare il salto con l’asta in un lago… (tutti veri)

Curiosità

  • una corrente filosofica separatista sostiene che il distributore fosse in realtà una fotocopiatrice e le caramelle una Tomografia Assiale Computerizzata (TAC)
  • la storpiatura nipponica di "tac, esci casso!” e l'omonimo programma televisivo si devono a tale Takeshi Kagato, produttore di FujiTV, che ha fiutato l'affare e ha costruito una fortuna miliardaria sfruttando la perversione dei giapponesi