Non ci resta che piangere: differenze tra le versioni
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'''Mario''' (Massimo Troisi) e '''Saverio''' (Roberto Benigni), stanchi della vita moderna, fuggono da un casellante abulico e si ritrovano in una stradina sterrata. Soggiornano in una locanda assai spartana e il mattino dopo scoprono di ritrovarsi nel miserabile paesello di [[Frittole]], famoso per le sue rievocazioni storiche medievali dell'anno ''millequattrocento - quasi milleccinque'' .
I due protagonisti però questo non lo sanno, e non lo sanno perché nessuno glielo va a dire. Così per un'ora e quaranta minuti credono di essere ritornati indietro nel tempo e gli abitanti di Frittole zitti. Mario e Saverio tuttavia si abituano presto alla nuova situazione e decidono di sfruttarla a loro favore, ad esempio tentando di attribuirsi canzoni dei [[Beatles]] oppure cercando di battere a scopa Leonardo Da Vinci. Conoscono l'energico Vitellozzo e cercano di entrare nelle grazie di Girolamo Savonarola con una lettera ricca di sentimento e povera di senso logico. Nel finale c'è il disperato tentativo di bloccare
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