Iginia Boccalandro: differenze tra le versioni
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{{cit|Essere pesanti non significa necessariamente essere più veloci.|[[Stefano Bizzotto]] vedendo la Boccalandro gareggiare con lo stile e le fattezze di un [[capodoglio]]}}
'''Iginia Boccalandro'''
==Esordi==
Inizia a praticare [[sport]] fin da piccola per ovviare ai [[disturbi della crescita]] che la affliggono: già alla nascita, infatti, aveva il [[colesterolo]] a 3000, il [[mento a culo]] e un [[peso]] di
Si dedica dapprima alla [[pallavolo]], conducendo la squadra della [[scuola]] alla vittoria dei [[Giochi della gioventù]] grazie ai suoi temibili servizi di [[chiappa]], e successivamente alla [[ginnastica artistica]], dove si distingue come superficie d'atterraggio per il [[volteggio]]. La passione per gli [[sport invernali]] non tarda tuttavia a palesarsi, dopo aver visto per la prima volta [[neve]] e [[ghiaccio]] in un festino a base di [[bamba]] e [[daiquiri]]: emigra negli [[Stati Uniti]] per allenarsi con la nazionale americana di [[sci alpino]], dove ottiene buoni risultati in particolare nella [[discesa libera]]: dopo il suo passaggio, infatti, le piste sono sempre sgombre dalla neve. È però costretta ad abbandonare lo [[sci]] a causa di un [[infortunio]] riportato dopo un'uscita di pista, rompendosi entrambe le [[ginocchio|ginocchia]] dopo che il suo [[allenatore]] la getta da un dirupo.
==L'avventura olimpica di Nagano: fat in Japan==
Nel [[1994]] la Boccalandro riesce ad accedere al ''Programma sperimentale del [[CIO]] per la promozione degli sport invernali nelle [[nazione|nazioni]] dove nessuno li caga'', grazie ai contatti sviluppati nella squadra statunitense e a un [[carro armato]] noleggiato con cui si presenta davanti alla sede del Comitato Olimpico. Tale esperimento, varato in seguito al successo di quel [[film]] dove [[John Candy]] allenava la
In [[Giappone]] diventa la prima {{falso|atleta}} nella storia del Venezuela a partecipare alle [[Olimpiadi invernali]], un onore che le vale un incontro col presidente [[Hugo Chávez]], che le consegna la [[bandiera]] per la [[cerimonia d'apertura delle Olimpiadi|cerimonia d'apertura]] e la incoraggia promettendole un'esenzione a vita dalle [[tasse]] in caso di [[medaglia]]. Dopo una simile [[iniezione]] di [[fiducia]] e altre due di [[EPO]], una Boccalandro in perfetta forma [[sfera|sferica]] si presenta al cancelletto di partenza convinta di poter dare battaglia alle favoritissime, la [[Germania|tedesca]] Frau Poltronen e l'[[Austria|austriaca]] Heidi Oboya, anche grazie a uno slittino di nuova concezione, realizzato con materiali utilizzati dalla [[Ferrari]] per i [[tappetino|tappetini]].
Al primo rilevamento cronometrico, posto subito dopo la partenza, la Boccalandro accusa un [[ritardo]] di mezz'ora dopo essersi dimenticata di disinserire il [[bloccasterzo]]. Cerca quindi di recuperare il terreno perduto con una serie di traiettorie in [[curva]] decisamente aggressive, producendosi in una discesa simile a quelle dei tizi che su [[Paperissima]] si lanciano lungo i pendii con i [[copertone|copertoni]] da [[trattore]] e finendo, come i suddetti, la sua prova sbattendo di [[faccia]] contro uno steccato.
==Il ritorno a Salt Lake City==
Nonostante i modesti risultati, per sua stessa ammissione la Boccalandro sa di aver lasciato sulla pista giapponese una parte di sé stessa: otto [[denti]] e la [[milza]]. Spronata dal desiderio di riscattare la magra figura di Nagano e dal conto della [[gastronomia]] ormai a quattro zeri,
==Le sue epiche gesta==
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==Voci correlate==
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