Iginia Boccalandro: differenze tra le versioni

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In [[Giappone]] diventa la prima {{falso|atleta}} nella storia del Venezuela a partecipare alle [[Olimpiadi invernali]], un onore che le vale un incontro col presidente [[Hugo Chávez]], che le consegna la [[bandiera]] per la [[cerimonia d'apertura delle Olimpiadi|cerimonia d'apertura]] e la incoraggia promettendole un'esenzione a vita dalle [[tasse]] in caso di [[medaglia]]. Dopo una simile [[iniezione]] di [[fiducia]] e altre due di [[EPO]], una Boccalandro in perfetta forma [[sfera|sferica]] si presenta al cancelletto di partenza convinta di poter dare battaglia alle favoritissime, la [[Germania|tedesca]] Frau Poltronen e l'[[Austria|austriaca]] Heidi Oboya, anche grazie a uno slittino di nuova concezione, realizzato con materiali utilizzati dalla [[Ferrari]] per i [[tappetino|tappetini]].
 
Al primo rilevamento cronometrico, posto subito dopo la partenza, la Boccalandro accusa un [[ritardo]] di mezz'ora dopo essersi dimenticata di disinserire il [[bloccasterzo]]. Cerca quindi di recuperare il terreno perduto con una serie di traiettorie in [[curva]] decisamente aggressive, producendosi in una discesa simile a quelle dei tizi che su [[Paperissima]] si lanciano lungo i pendii con i [[copertone|copertoni]] da [[trattore]] e finendo, come i suddetti, la sua prova sbattendo di [[faccia]] contro uno steccato. Alla [[fotocellula]] posta sul traguardo giunge con tre quarti d'ora di [[ritardo]] dalla penultima concorrente, - una [[lavatrice]], - e una [[cartella esattoriale]] da parte di [[Equitalia|Equivenezuela]] pari all'intero [[PIL]] del [[Sud America]].
 
==Il ritorno a Salt Lake City==
 
Nonostante i modesti risultati, per sua stessa ammissione la Boccalandro sa di aver lasciato sulla pista giapponese una parte di sé stessa: otto [[denti]] e la [[milza]].
 
==Voci correlate==
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