Nonnotizie:Tolleranza zero sì, ma contro i liberi professionisti

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14 settembre 2008

I coniugi Kristofoli e il loro figlioletto, in un momento della loro ultima vacanza assieme.

Milano – Il chiosco mobile dei dolciumi. Quanto lo abbiamo amato? Non si può dire. Le parole non riescono ad esprimerlo. Uno dei più caratteristici baluardi della tradizione, forse l’ultimo, così lontano dal supermercato araldo di una modernità che troppo spesso non ha più rispetto per i valori semplici, e così vicino al consumatore con la disponibilità e la freschezza che da sempre contraddistingue quei dispensatori di gioia infantile chiamati, con parole che forse non racchiudono tutta la magia di cui sono impregnati, venditori di dolciumi. Il chiosco mobile dei dolciumi, ci ha fatto emozionare e sognare.

Ma, incredibile a dirsi, non tutti provano rispetto e soggezzione per questi eroici liberi professionisti o per l’oneroso compito che svolgono, anzi.

Il fatto

Di prima mattina due ladri negri si sono fermati nel chiosco mobile dell’onesta famiglia Kristofoli derubandoli di diverse confezioni di dolciumi.

Padre e figlio, accortisi del furto e memori dei sacrifici fatti per poter acquistare il pittoresco chiosco mobile, delle copiose tasse obbligati a pagare che da generazioni gravano su di loro e dell’incalcolabile numero di rospi mandati giù per amore della loro attività e del mero lavoro, non ce l’hanno fatta a mandare giù il rospo per l’ennesima volta ed hanno così usato il proprio mezzo, parcheggiato nei pressi, per inseguire i due fuorilegge negri. Qui nonostante i pacifici tentativi dei Kristofoli di reimpossessarsi della refurtiva brandendo due spranghe bianche, universale simbolo di pace, hanno dovuto subire un’aggressione ulteriore dai due negri dalla quale sono stati costretti a difendersi, colpendone uno a morte.

« Hanno attaccato digrignando i denti e ho avuto paura, e così ho tirato qualche fendente per leggittima difesa. Era una cosa o me o lui »
(il Kristofoli figlio)

Non si sarebbe quindi trattato di un episodio a sfondo razzista. Una famiglia rovinata per aver tolto dal mondo un ladro di due, tra l’altro, che avevano sotto mano. Ma c’è chi ha il coraggio di chiamarla giustizia.

Il dolore di una famiglia distrutta

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Milano hanno fermato - Il negro che l’aveva scampata! – diranno i nostri lettori. Invece no. Hanno fermato la famiglia Kristofoli, quelli dell’omicidio colposo come dicono quelli là. In italia la giustizia, come il personaggio di una farsa dell’assurdo, colpisce il proprio latore e protegge chi si schiera contro di essa. In italia, è la famiglia che ci rimette sempre. In italia è il piccolo risparmiatore che si piega sotto i colpi delle toghe rosse.

« Quei neger là possono venire in casa mia e devo stare zitto e prenderle? Volevo vedere se gli violentavano la figlia a loro cosa facevano »
(il Kristofoli padre)

il “Karo Klan Kristofoli”, come erano amichevolmente chiamati da tutti nel quartiere, ora non dispenserà più dolciumi e gaiezza in via Zuretti. Il chiosco dei dolciumi, cari bambini, non aprirà per un bel pezzo. Per colpa di due negri. Ricordatevelo se, Dio non voglia, andrete ancora a votare da grandi.

Fonti

Fonte 1 Fonte 2 Fonte 3