Nonnotizie:Sentenza Thyssenkrupp

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13 maggio 2016


Italia - All'indomani della sentenza Thyssen è scandalo nel Bel Paese: la sentenza definitiva è arrivata in meno di dieci anni e ha persino portato alla condanna degli imputati italiani, finiti in carcere in meno di 24 ore. Amara e scarsa la consolazione per gli attivisti per i diritti umani e i giornalisti: «Ma che, oh! Ma che siamo in Svezia qua? Ci hanno a stento dato la possibilità di recriminare sulla riduzione delle pene e la caduta dell'aggravante. Come pensano che dovremmo fare per portare il pane a casa?» hanno dichiarato sconsolati gli interessati.

Per onorare la memoria degli operai morti, la Thyssen ha dichiarato che razionerà gli estintori anche nelle altre sue fabbriche

Malumore anche tra i familiari delle vittime: nove anni scarsi per sfoggiare le magliette con le foto dei defunti sono davvero pochi. Manco il tempo di prendere accordi con la copisteria sotto casa e La vita in diretta.

La considerazione dell'evento ha sconvolto la coscienza pubblica, proditoriamente distratta dal ritorno dei marò e dalle ultime foto della Meloni incinta, e fatto avanzare sospetti su accordi tra toghe rosse, rimaste a secco di protagonismo da quando Silvio si è messo a fare il nonnominchia qualunque, e governo tedesco. A favore di tale ipotesi anche il fatto che non risultano commenti sui social da parte di Harald Espenhahn, amministratore crucco della Thyssen condannato a 9 anni di carcere, il cui mandato di cattura internazionale è tornato indietro al mittente, accompagnato da uno strudel e una cartolina delle Seychelles.

A ristabilire l'ordine costituito, salvando la nazione da una forzosa e innaturale assimilazione col mondo civilizzato, ha pensato un tizio a caso intervistato per strada:

- Intervistatore: “Che ne pensa della recente sentenza che ha condannato i capi della ThyssenKrupp per la strage di Torino?”
- Italiano medio: “Ah, guardi! Una vergogna per noi e per la Germania! Io non seguivo molto la storia ma secondo me Mussolini sapeva tutto!”

Geppetto, portavoce del governo Renzi, si è detto soddisfatto, rimarcando che da ben quattro anni il leader e la maggioranza tutta si impegnano strenuamente affinché lo splendido paese che abitiamo resti degno del titolo di "Repubblica delle Banane".

O anche di "paese di merda".


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