Coscienza: differenze tra le versioni

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{{quote|La coscienza consiste in... questo è per me il significato del termine "coscienza"|}}
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La coscienza, insomma, è quella vocina interna che ti dice: "Ehi, non uccidere tua madre per l'eredità, in fin dei conti è sempre tua madre<ref>Difatti non è mai la madre ad essere incerta...</ref>, e poi credi che le manchi molto?", "Ehi, ma non ti fa sentire crudele prendere in giro quel tuo amico che soffre", "Ehi, non ci provare con quella ragazza, sta vivendo un brutto periodo, ehi... ehi... ma dove cazzo vai?!". Un po' come quella della [[Alessia Marcuzzi|Marcuzzi]] che ti dice: "Ehi, vuoi ritrovare la tua naturale regolarità?".
La coscienza, insomma, è quella vocina interna che ti dice: "Ehi, non uccidere tua madre per l'eredità, in fin dei conti è sempre tua madre<ref>Difatti non è mai la madre ad essere incerta...</ref>, e poi credi che le manchi molto?", "Ehi, ma non ti fa sentire crudele prendere in giro quel tuo amico che soffre?", "Ehi, non ci provare con quella ragazza, sta vivendo un brutto periodo, ehi... ehi... ma dove cazzo vai?!". Un po' come quella della [[Alessia Marcuzzi|Marcuzzi]] che ti dice: "Ehi, vuoi ritrovare la tua naturale regolarità?". <br>

== Il trionfo della coscienza nell'arte ==
Potevano scrittori, [[poeta|poeti]] e quant'altro esimersi dal trattare un simile argomento? Nonostante si siano fiondati in gruppo su questo tema, con una tale concentrazione e prolifiquità da rendere inibiti quei pochi che cel'avevano e pazzi tutti gli altri, viene ricordata in particolare un'opera: ''La coscienza di Zeno'' di... di... Sveto? [[Italo Svevo|Svevo]], ecco. Si intende ovviamente che la si ricorda di nome, perché poi chi è che l'ha letta?<ref>Raccontano che Svevo portò il romanzo alla madre morente in ospedale e che questa, dopo poco, sia stata ritrovata misteriosamente impiccata fra le flebo.</ref>


== Note ==
== Note ==

Versione delle 00:44, 11 apr 2009

Template:Incostruzione

Avere un coscienza così darebbe notevoli vantaggi... nessun pensiero nel trovarti nello stomaco di una balena, ad esempio.
- Filosofo: “Cosa ti dice la tua coscienza?”
- Pinocchio: “Criii criii criiii”
« Mi dava fastidio, l'ho messa in silenzioso. »
(Adolf Hitler su coscienza)

La coscienza è una modalità cerebrale che molti, per comodità, disattivano. Può portare spiacevoli inconvenienti come compassione, pietà, pentimento... alla fine, chi te lo fa fare?

Wikipedia ci informa che non tutti gli antichi dividevano l'uomo in mente e corpo. Questo perché alcuni preferivano l'anca, altri le costole, altri ancora la parte lombare... i gusti sono gusti, si sa! Quindi la concezione moderna di coscienza è molto dissimile da quella che i nostri antenati avevano. All'epoca sfidare la morte in un duello era questione di necessità morale, la menzogna era proibita, prima che dagli altri, dalla propria coscienza; oggi fanno persino vedere gente come la Brambilla in televisione.

Una coscienziosa definizione

Con l'avvento della psicanalisi, si è cercato di dare al termine coscienza una definizione che andasse oltre alle credenze della società medio-borghese, ossia:

  • Credo nella Sacra Verità che Santa Romana Chiesa tramanda da secoli e secoli
  • Sono un bravo bambino rispettoso e faccio tutto quello che mi viene detto dal Signor Padre e dalla Signora Madre, vado a Messa tutte le domeniche e dico sempre la verità.


Si cominciò a concepire la coscienza come qualcosa di più profondo, più mutevole e vario del sesso di Platinette. Grazie a Freud, insomma, ora abbiamo una scusa per darci all'alcol. Un grande filosofo del calibro di John Searle[1] si espresse in questo modo:

« La coscienza consiste in una serie di stati e processi soggettivi. Essi sono stati di consapevolezza di sé, interiori, qualitativi e individuali. La coscienza è allora quella cosa che comincia ad apparire al mattino, quando dallo stato di sogno e di sonno passiamo allo stato di veglia e permane per tutta la durata del giorno fino a sera, quando, tornando a dormire, diventiamo incoscienti. Questo è per me il significato del termine "coscienza" »
concetto che si può sintetizzare egregiamente così:
« La coscienza consiste in... questo è per me il significato del termine "coscienza" »

La coscienza, insomma, è quella vocina interna che ti dice: "Ehi, non uccidere tua madre per l'eredità, in fin dei conti è sempre tua madre[2], e poi credi che le manchi molto?", "Ehi, ma non ti fa sentire crudele prendere in giro quel tuo amico che soffre?", "Ehi, non ci provare con quella ragazza, sta vivendo un brutto periodo, ehi... ehi... ma dove cazzo vai?!". Un po' come quella della Marcuzzi che ti dice: "Ehi, vuoi ritrovare la tua naturale regolarità?".

Il trionfo della coscienza nell'arte

Potevano scrittori, poeti e quant'altro esimersi dal trattare un simile argomento? Nonostante si siano fiondati in gruppo su questo tema, con una tale concentrazione e prolifiquità da rendere inibiti quei pochi che cel'avevano e pazzi tutti gli altri, viene ricordata in particolare un'opera: La coscienza di Zeno di... di... Sveto? Svevo, ecco. Si intende ovviamente che la si ricorda di nome, perché poi chi è che l'ha letta?[3]

Note

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  1. ^ Chi?
  2. ^ Difatti non è mai la madre ad essere incerta...
  3. ^ Raccontano che Svevo portò il romanzo alla madre morente in ospedale e che questa, dopo poco, sia stata ritrovata misteriosamente impiccata fra le flebo.