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La copertina dell'edizione per vegetariani.
« What a dick! »
(Tipico commento dei balenieri che venivano aggrediti dall'eburneo cetaceo.)


Moby Dick o la balena è un saggio sulla baleneria travestito da romanzo, scritto nel 1851 da Herman Melville sotto l'influenza della colla di pesce.

Oggi considerato uno dei

capolavori della letteratura americana, a quei tempi in realtà fu un flop: le uniche copie vendute furono quelle che lo stesso Melville vendeva porta a porta o lanciava contro le finestre. Dopo la morte dell'autore il romanzo riscosse molto più successo, dovuto in particolar modo al merchandising, come le balene di gomma da usare a scopi ludici nella vasca da bagno.

L'ispirazione per questo romanzo venne a Melville in seguito a due specifici avvenimenti.
Il primo risale all'infanzia dello scrittore. Un'estate, mentre balneava nel mare di Brooklyn mangiando un delizioso gelato, il giovane Melville venne assalito da una bagnante di 120 chilogrammi in crisi ipoglicemica. Egli riuscì a salvarsi precipitandosi fuori dall'acqua, infatti l'aggressore, inseguendolo, finì per spiaggiarsi. Questo evento traumatico rimase per sempre impresso nella mente di Melville, che battezzò l'obesa e non abbronzata donna col nome di "balena bianca".
Il secondo fu l'affondamento, nel 1820, nella baleniera Essex, causato da un capodoglio che era stato assunto come timoniere. Com'è noto, la visione frontale dei cetaceri è inesistente, fu questa caratteristica infatti che impedì al timoniere di scorgere un grosso scoglio a prora.

Moby Dick è stato inserito nell'Indice dei libri proibiti da Greenpeace e dal WWF, con l'accusa di invogliare i bambini a praticare la baleneria e ad amputarsi una gamba per moda.

Trama

 
Il Pequod, poco prima di partire da Nantucket.

Ismaele, un giovane newyorkese sui trent'anni, scartando una confezione di sgombri salati trova il biglietto vincente (e puzzolente) per partecipare ad una fantastica crociera nei mari del sud, con partenza da Nantucket. Si reca allora a New Bedford per prendere il traghetto, ma siccome arriva di sera cerca una locanda in cui trovare un po' di ristoro con un brodo di pesce e un letto, riscaldato magari da una prostituta. La delusione è doppia per Ismaele, poiché tutte le locande sono piene e lì si cucina solo brodo di suola. La sua unica speranza risiede nella Locanda dello sfiatatoio: il padrone gli dice infatti che può dividere il letto con un altro ospite, e questo lo dice ammiccando, sicché Ismaele si entusiasma pensando a chissà quale bel pezzo di figliola si ritroverà nel letto; invece viene svegliato nel bel mezzo e un quarto della notte da una montagna di muscoli tatuati: era il selvaggio Quiqueg, il suo compagno di letto. Dopo l'iniziale sbigottimento, entrambi si rasserenano grazie a qualche spippata della formidabile erba del nuovo arrivato, e il mattino dopo si risvegliano avvolti in un intimo abbraccio.
Quiqueg è un ramponiere, ovvero uno di quelli che mettono in atto il detto "in culo alla balena". Nasce quindi un bromance tra i due marinai, che decidono di imbarcarsi sulla stesa nave. I due raggiungono Nantucket, e dopo un piatto di linguine allo scoglio Ismaele va a farsi un giro al porto per scegliere su che nave imbarcarsi. Avendo egli l'animo dell'hipster, sceglie il natante più vecchio, zozzo e mal ridotto che trova: il Pequod. Gli armatori della nave però non ne vogliono sapere di caricarsi uno sfigato come Ismaele (soffriva di mal di mare), ma quando quegli gli si presenta accompagnato da Quiqueg, che dimostra la sua abilità lanciando una matita che va a cavare l'occhio di un gabbiano appollaiato sull'albero di maestra, lo prendono a bordo, ché tanto gli daranno una paga da fame.
Tutto pare procedere per il meglio, ma un'ombra cade sugli animi dei due marinai... anzi, solo su quello di Ismaele, perché a Quiqueg non frega un membro di niente. Un'ombra, dicevamo, turba il marinaio: prima di imbarcarsi viene intercettato da un vecchio di nome Elia, che, con la scusa di prounziargli funeste profezie, gli si avvicina per tastargli le natiche. Ismaele non viene turbato dalla palpatina, anche perché tra marinai è una pratica comune incoraggiarsi con tale gesto, come lo è tra gli sportivi, ma piuttosto dalle profezie: il vecchio infatti gli spoilera il finale de I soliti sospetti. Nonostante il trauma, Ismaele e Quiqueg s'imbarcano.
Dopo qualche settimana si scopre qualcosa di sconvolgente: a bordo della nave c'è anche un capitano, ovvero Achab[1]. Questi esce dalla sua cabina zoppicando su una gamba fatta di mattoncini Lego e annuncia a tutti che in realtà quella spedizione non serve a prendere olio di balena, ma a trovare Moby Dick, la balena bianca che gli ha vinto la sua vecchia gamba a Poker. Il vecchio capitano nutre una folle sete di vendetta e un'insana ansia di recuperare il calzino che aveva indosso quando aveva perso la gamba, perché ci nascondeva i soldi dentro.

Ora, abbiamo riassunto i primi capitoli del libro; dopo questi ci sono circa cinquecento pagine nelle quali non accade una benemerita mazza. Poi alle ultime dieci arriva Moby Dick, affonda il Pequod, Ismaele bacia Quiqueg, Jack si sacrifica per salvare Rose, e muoiono tutti felici e contenti.

Tematiche

 
Nonostante tutto, Moby Dick aveva anche un lato tenero. Qui, ad esempio, lo si vede mentre gioca festosamente con dei pescatori.
 
AAAAAAAAA! Spaventoso, nevvero?

Come si è detto, circa il 90% del libro contiene informazioni che non sono di nessuna utilità allo svolgimento della trama, la quale, tolte le disquisizioni, gli sproloqui, i trattati, le curiosità, gli Strano ma vero, opinioni varie e le pippe mentali, si riduce a poca cosa. La maggior parte delle pagine sono infatti un supporto cartaceo a tutte queste cose, che chiameremo "tematiche", e di cui parleremo nei prossimi paragrafi.

I balenieri sono brave persone

La prima filippica di Ismaele/Melville (non si è sicuri se in effetti i due siano entità separate) riguarda la cattiva opinione che i balenieri hanno tra i marinai. Il narratore infatti si lamenta che secondo il popolino sulla baleniere si trovino soltanto macellai ineducati, puzzolenti, volgari e con poca igiene, oltre che diversi cannibali e altri senza Dio pronti a qualsiasi crimine. Alla fine del capitolo Melville si rende comunque conto che tutto ciò non è nient'altro che la verità, e prova a sviare l'attenzione del lettore elencando una serie di presunti pregi dei balenieri: sanno intagliare pregiate vagine di legno e falli di osso di balena; rifornisco la gente della terra ferma di grasso di balena, prodotto senza il quale l'uomo non potrebbe sopravvivere[citazione necessaria]; esplorano i luoghi più lontani, scoprono nuove regioni, e si fanno carico di testarne le piante per scoprire quali sono quelle velenose, oltre che testare anche le donne.

Le balene non sono in pericolo di estinzione

In un altro capitolo, Melville cerca di rassicurare il lettore circa il destino che potrebbero subire i cetacei a causa della continua caccia. Se dapprima il quadro non sembra di buon auspicio, in seguito Melville dà per certo che le balene un giorno impareranno a volare e i cacciatori non saranno più un problema per loro.

Tutto è capodoglio

Ad un certo punto Melville mette in mostra tutta la sua ossessione per il capodoglio, che consiste nell'attribuire le sembianze del capodoglio a qualsiasi creatura sulla cui forma ci sia qualche dubbio.

Il bianco è il colore del male

Melville non trova un caso che quel briccone di Moby Dick abbia il colore di un latticino. Egli infatti fa un paragone tra la balena bianca e altri terribili animali che condividono con essa il colore:

  • La spaventosa colomba bianca, che ogni Pasqua piomba dai cieli per seminare terrore tra i fedeli.
  • I terrificanti cuccioli di foca, che mietono numerose vittime tra gli indifesi abitanti delle regioni polari.
  • Le mostruose oche bianche, incubo dei campeggiatori.
  • Il cavallo bianco di Napoleone[2], flagello dei realisti.

Personaggi

Ismaele

Capitano Achab

Moby Dick

Personaggi minorati

Curiosità

Voci correlate

Note

  1. ^ No, non ce l'ha con i poliziotti.
  2. ^ Che forse invece era un capodoglio.