Mestre

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Veduta panoramica di Mestre.
« Il sogno del mestrino è svegliarsi la mattina e scoprire che Venezia non c'è più sulla cartina »
(Mestrini indipendentisti su Venezia)
« Non è vero che Mestre è la zona industriale di Venezia; è solo piena di capannoni e industrie, tutto qui. »
(Obelix su Mestre)
« Mes3 comune! »
(Uno dei pochi mestrini indipendentisti rimasti)
« Mes3 provincia!, io credo nei miracoli »
(Il Papa)
« Mestre chiiiii??? »
(Maurizio Mosca)
« Quando ero bambino, Mestre neanche esisteva.. »
(Vecchio aristocratico con dimora secolare in Venezia centro storico)

Mestre è la più grande città del mondo a non esistere, nonché la più grande noncittà, a causa di Venezia. Mestre è infatti grande il quintuplo di Venezia e con dieci volte tanto di abitanti. Ma poiché a Chuck Norris piace andare in gondola, non è ancora riuscita a separarsi dal Comune di Venezia.

NonNews

NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti Mestre.

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Storia

Origine del male

Secondo una leggenda veneziana, Mestre è apparsa improvvisamente dall'aperta campagna, essendo stata creata in quel luogo dall'imperatore oscuro dei Sith come colonia penale per bertucce radioattive, che in seguito avrebbero preso il nome di "abitanti di Mestre". Venezia, colta da furia distruttrice, mosse subito, contro quello strano popolo, una guerra, che durò per moltissimo tempo. L'esito finale fu un pareggio: né Mestre né Venezia riuscirono a prevalere l'una sull'altra e quindi si venne a patti: Venezia costruì centinaia di industrie sul suolo margherino, allo scopo di ucciderne tutti gli abitanti, con le polveri sottili e l'inquinamento delle fabbriche, senza calcolare che in linea d'aria se le inalano prima i veneziani. Venezia, però, era inconsapevole che Mestre aveva accettato questo accordo con il segreto proposito di ammazzare tutti i veneziani, scaricando illegalmente in laguna le peggiori scorie delle industrie fatte costruire da Venezia.

Storia di una noncittà

Oggi non riusciremmo mai a immaginarlo, ma, dopo la sua nascita e prima della costruzione delle fabbriche, Mestre era una città molto carina. Notoriamente, infatti, le bertucce radioattive possiedono nozioni di urbanistica superiori a quelle degli architetti laureati allo IUAV (facoltà di Architettura di Venezia). La cosa non poteva andare giù alla potente lobby dei mangiatori di tubero mestrini e a Massimo Cacciari. Pertanto, costoro congiurarono perché Mestre divenisse una città in negativo, appunto una "non-città". Anzitutto, lobotomizzarono tutti gli abitanti di Mestre, che, oggi, infatti, hanno le stesse capacità intellettive di una zanzara ubriaca. Poi fecero eliminare tutti i monumenti e le zone verdi di Mestre: dal Teatro Balbi, al Parco Ponci, alla Villa che Goldoni aveva definito "una Versailles in piccolo", alle mura dei due castelli e alla Torre Belfredo. Infine, dopo che, nel 1923, un regio decreto aveva attribuito a Mestre il titolo di "città", finalmente, nel 1926, Benito Mussolini rimediò all'errore e, sempre tramite regio decreto, Mestre fu assorbita dal Comune di Venezia, con tanto di scuse ufficiali del Re:

« Scusate, quel giorno ero un po' fumato »

Mestre del '900 - L'urbanistica mestrina

Il piano regolatore di Mestre è stato disegnato dopo il 1926 dal celebre urbanista Luca Giurato, prima di venire assunto dalla Rai. Questa città è di conseguenza venuta su completamente alla cazzo fino a che il Comune di Venezia, volendo infierire sui poveri mestrini, ha assunto come assessore all'urbanistica Vittorio Sgarbi, il quale, dopo aver scoperto che Mestre aveva bisogno di tutto ma non di musei, ha definito i suoi abitanti "capre ignoranti" nonché "bastardi" e "culattoni raccomandati".

I giovani mestrini

I giovani mestruati (o "mestronzi"), non avendo valide alternative, passano le loro serate nei locali della Piazza Ferretto e dei suoi dintorni. Questa piazza, nonostante sia stata definita - sempre da Vittorio Sgarbi (ma non solo da lui) - "una merda secca", è il punto di riferimento della vita sociale e mondana del mestrino d.o.c. Il giovine mestrino riesce, infatti, a camminare su e giù per la stessa piazza per 23941 volte in una sola serata, meravigliandosi di incontrare sempre le stesse persone ed esclamando a ogni incontro: "Ghe sboro! Com'è piccolo il mondo". Quando i giovani mestrini si rompono i maroni di vagabondare per la piazza, si recano in un famoso lounge bar nelle vicinanze della piazza, il City. Successivamente, si spostano verso le locali discoteche: per i più truzzi la meta preferita è il Molocinque, per gli adolescenti meglio messi la discoteca per eccellenza è l'Area Venice. Dopo i 18 anni di età, il mestrino medio scopre che, corrompendo l'esaminatore, può ottenere la patente anche se non distingue il freno dalla frizione e, con un po' di fortuna, può mantenerla anche se è perennemente ubriaco di spritz. Cambia, perciò, la meta delle sue serate e, per andare in discoteca, si muove verso la vicina Jesolo. Oppure, alternativamente, va a rompere le balle a Treviso, Mirano, Mogliano o Padova.

« Ghe sboro, 'ndemo al Moeo... Faxemo bordeo! Ghe sboro ghe xé mona! »
« 'Boro fioi 'ndemo via marsi al bef&d e poi se va all'Area... me sò rotto dea piassa »

La Mestre rampante

La Mestre rampante è composta principalmente da professionisti, manager, ma anche dagli impiegati, dai commessi, e dai pulitori di fognature che svolgono le proprie attività nella zona di Mestre.

Essi si aggirano, una volta terminato l'orario di lavoro, tra i lounge-bar del centro, dove, essendo di gran lunga troppi per starci dentro un lounge-bar, arrivano a straboccare occupando irrimediabilmente le strade antistanti, e talvolta estendendosi fino alla tangenziale di Mestre.

La Mestre rampante si reca nei lounge-bar prevalentemente per bere lo spritz e il prosecco, spesso in bicchiere di plastica con ghiaccio (una bestemmia urlata in chiesa), ma ancora più prevalentemente per cercare un partner con cui passare la notte.

Il tipico abbigliamento della Mestre rampante è il seguente:

  • UOMO: Giacca gessato (solo in inverno), camicia bianca o a righe ma sempre senza cravatta, jeans e scarpe in pelle (o sneakers di marca per i più audaci e abbienti). Il tutto è corredato da accessori immancabili quali l'Iphone.
  • DONNA: Vestito mooolto corto (nero in genere), o camicetta mooolto scollata (di solito bianca) e scarpe con tacchi mooolto alti. In questo caso l'accessorio immancabile è la borsa Louis Vuitton.

La Mestre senior

Gli anziani mestrini sono fra le persone più aggressive e spregiudicate che il Signore abbia mai creato. Essi infatti, essendo in prevalenza veneziani migrati, mantengono la tipica tonalità di voce del mercato del pesce di Rialto, qualsiasi cosa dicano. In particolare la cattiveria emerge verso i giovani:

« Ghe sboro, te ga insegnà a educassion quea buea de to mare? »
(Anziano mestrino rivolgendosi a un giovine che non gli ha lasciato il sedile nel bus)

Opppure:

« Cossa? Ti ga cresuo e fragoe de 20 sentesimi? Ti ga da esser mato... »
(Anziano mestrino al mercato)

Il Parco di San Giuliano

Uno scorcio del parco affacciato sulla laguna. Sullo sfondo, Venezia.

Tra i molti record che può vantare (tra i quali città con il minor numero di monumenti storici e di bellezze artistiche in Italia e città più grande del mondo a non essere nemmeno comune), Mestre possiede anche il parco urbano più grande d'Europa, il parco di san Giuliano.

Tale parco, affacciato sulla laguna, è stato costruito sopra un grande ed ecologico spazio un tempo adibito a luogo in cui scaricare scorie radioattive. Sul serio! Gli alberi li avranno ripiantati almeno 19829384 volte. Può vantare di aver ospitato l'Heineken Jammin Festival nel 2007 e nel 2011. In occasione di tale evento, nell'anno 2007, un tornado si abbatté solo e dico solo sul suddetto parco al momento dell'entrata in scena dei My Chemical Romance, provocando un gran numero di feriti e la sospensione delle attività del pregiato festival rock. Intanto sul resto della città splendeva il sole. Non è uno scherzo! È accaduto davvero! Per fortuna nel 2010 l'Heineken Jammin Festival è ritornato, dando grande conforto ai poveri mestrini.

Mestre e il suo (non) rapporto con le industrie

Mestre ha la sfiga di essere abbastanza vicina a Porto Marghera (stessi metri di vicinanza in linea d'aria che ha con Venezia, anche se i veneziani sono convinti di esserne distanti), questa è come una bomba atomica pronta ad esplodere in qualsiasi momento, nonostante le maggiori industrie chimiche siano rimaste in poche. Basterebbe infatti un rutto o una scoreggia di un operaio del polo chimico di Porto Marghera per far saltare in aria il silos del fosgene.

Questa esplosione spazzerebbe via l'intero, ricco e produttivo Nordest[citazione necessaria].

Sicuramente, al prossimo referendum (centrale nucleare sì-centrale nucleare no) voteranno tutti sì e la bomba atomica sarà ancora più pericolosa, visto che la vogliono costruire sotto alla famosa Piazza Ferretto, o in alternativa in piazza San Marco.

Mestre e il suo rapporto con i veneziani

I 55.000 anziani che sono rimasti a Venezia considerano con disprezzo Mestre e la sua cintura ancora "campagna", non pensando al fatto che devono andare a Mestre per fare le cose più comuni come la spesa a prezzi normali, andare al cinema, andare all'ospedale, andare a vedere le partite di basket, andare a mangiare una pizza dopo le 22:00, andare al mercato, andare in discoteca, qualsiasi tipo di sport e soprattutto per ricordarsi di far parte della civiltà...