Lingua francoprovenzale

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Template:Incostruzione La lingua francoprovenzale è chiamata patois dai francesi, patuà da quelli che non sanno scrivere in francese e paté dai buongustai: con tutti questi nomi, è la lingua perfetta per gli indecisi.

Il perché di un nome

A furia di sentirsi fare lazzi e sberleffi, al Graziadio era venuta una gran barba

È inutile negarlo, un nome così rischia di lasciare tutti maldisposti.
Insomma: vogliamo essere precisi? Ma è franco o è provenzale? E poi, cosa vuol dire "franco"? Vuol dire francese? Vuol dire libero? Vuol dire sincero? Vuol dire appartenente al popolo germanico dei Franchi? Vuol dire nome proprio di persona, come quello di Califano? Vuol dire franco tiratore?
Per non parlare di "provenzale"! Siamo sicuri che non si volesse scrivere provinciale?
Dunque, a quanto pare mille e mille misteri avvolgono questa denominazione.

Certo, poi si fanno ricerche più accurate e si scopre che lo studioso che coniò questo nome si chiamava nientepopodimeno che GRAZIADIO ISAIA Ascoli. Con un nome così, direi che si capiscono molte cose.

Caratteristiche notabili

Prima di tutto, mi è venuto in mente che si può chiamare anche lingua provenzofrancale. Ma torniamo all'argomento del paragrafo.

Diffusione e status

In Francia

In Isvizzera

In Italia

Curiosità

  • In virtù di una controversa legge regionale valdostana del 1998 il signor Provenzale Franco, nato e residente a Bucchianico (Provincia di Chieti) nel 1953, è tenuto a esprimersi sempre e soltanto in francoprovenzale (preferibilmente nella variante della Valgrisenche), al fine di promuoverne e incoraggiarne l'uso tra le giovani generazioni.
  • Scusate, mi sono ricordato adesso che un nome alternativo del francoprovenzale è "arpitano". Pazienza, tanto ormai l'articolo è finito.

Voci correlate