Lil' Kim

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia che si libra nell'aere.
Versione del 23 gen 2007 alle 20:42 di L' Esperto (rosica | curriculum)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Resomi con stupore conto che il nostro bestiario è quasi in toto scevro da presenze femminili e non volendo inimicarmi le affezionate lettrici (che potrebbero anche decidere di negarmi i supremi mugoloni e i maniglioni del 16 con cui solgono sollazzarmi per rendermi grazie delle capsule di cultura che sovente somministro loro), propenderei per porre rimedio all' involontario sessismo che fino ad ora ha caratterizzato le nostre analisi.

Ecco a voi, mie cari discenti, un esemplare femminile della nociva specie dell' Ominide troiaio (il nome scientifico non esiste perchè non si è riusciti a trovare un termine latino che rendesse abbastanza bene l' idea di "troiaio"). L' esemplare in analisi risponde al nome di Lil Kim, nomigliono affibbiatole dai visitatori dello zoo quando le lanciavano le noccioline.

Famosa presso gli esperti del settore per la sua totale assenza di buon gusto e senso del decoro (motivo per cui ancora si ostina a circolare liberamente per strada), è cresciuta libera e selvaggia presso un nutrito gruppo di rapper ma ha avuto stretti rapporti anche con altre scimmie.

File:Lil1.jpg
La nostra beniamina è vicina alla causa di Nerchia Angelorum.

Deve principalmente la sua fama ad una leggendaria partita a poker zingaro (le regole sono quasi uguali al poker classico, solo che puoi rubare le fiches all' avversario e le carte puzzano), svoltasi nel cortile interno del circolo parrocchiale di Rovezzano, durante la quale in una sola mano riuscì a perdere tutti suoi averi, compresi i mignoli dei piedi, le grandi labbra e la povera vecchia nonna inferma che - tristo destino – è stata venduta a strisce di costereccio presso la macelleria rionale di Gosto "il Mengele delle case minime".

Povera, sola e raminga fu raccolta in un piscioso vicolo dal buon parroco del rione, che con molti sacrifici la aiuto a reinserirsi nella società , mandandola a far la mignotta sui vialoni di Calenzano.

La brava ragazza fu sempre riconoscente di questo caritatevole gesto e dimostrò in toto la sua gratitudine qualche mese dopo, quando pestò a morte il prete, utilizzando a mo' di mazza il neonato che stava battezzando.

Questo suo piglio duro e aggressivo fu subito notata dal gangsta nigga paua brada del quartiere, temibile e potentissimo boss che all' epoca aveva il controllo totale di metà dei vespasiani pubblici della piazza del mercato.

Per un breve tempo rimase con lui diventando sua compagna, amante e ludidatrice di cessi, finchè il potente individuo non restò ucciso precipitando dalla palma su cui era salito per meglio arringare la posse con una delle sue colte e dotte filippiche (Yo yo broda... mutafakka... gangsta gangsta yo yo... gu gu... bula bula...).

La povera ragazza rimasta sola e senza protezione decise di dedicarsi alle uniche due cose di cui può occuparsi una persona che non fare assolutamente un cazzo: la politica e il rap.

Nella prima foto la vediamo giungere ad una serata di beneficienza organizzata per la raccolta di fondi a favore di Nerchia Angelorum, nota associazione di preti necropedofili, ingiustamente perseguitata per i suoi gusti sessuali. Appena scesa di macchina si esibisce in un breve rap originale ed innovativo (Yo yo broda... mutafakka... gangsta gangsta yo yo... gu gu... bula bula...) che sarà fonte di ispirazione per tutti gli appassionati, per poi passare dal faceto al serio e, riferendosi all' agognata depenalizzazione delle ludiche attività della sopracitata associazione, proporre l' altezza massima entro la quale i bambini dovrebbero poter essere legalmente molestati.

File:Lil12.jpg
Osservate come l' esemplare luccica di sugna, unta e bisunta come un cotechino.

Nella seconda è colta durante il suo arrivo agli MTV Music Awards, dove ha ricevuto il premio per la nuova canzone rap più originale (Yo yo broda... mutafakka... gangsta gangsta yo yo... gu gu... bula bula...). La nostra signorina sprizza buon gusto e delicata raffinatezza da ogni poro, come si può anche evincere dallo stile minimal della chiave della macchina, che è solita ravanarsi nella cavità nasale prima di ciucciarla con ostentato savoir faire. Il bravo fotografo è riuscito a catturare in questa foto anche delle incredibili sensazioni tattili, quali la morbidezza della capigliatura (da molti paragonata alla lana del culo delle capre andine) e la setosità delle sopracciglia (trapiantatele dopo un incidente e provenienti dalle arcate del cadavere di un guardiano di maiali siciliano).