Giovanni Boccaccio

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Versione del 10 mag 2008 alle 14:51 di 80.117.112.211 (rosica) (interpretazione in chiave moderna di Chicchibio e la gru- Beraldo Davide)
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« Senza alcun dubbio è il nostro padrino artistico »
(Alvaro Vitali)
Boccaccio in trasferta a Cosenza.

Unanimemente considerato il precursore del genere Commedia sexy anni 70, con protagonisti del calibro di Pippo Franco, Alvaro Vitali e Lino Banfi, è stato chiamato anche "il Tinto Brass del Medioevo" o "il Riccardo Schicchi dello Stilnovo". Il suo capolavoro è certamente il Decameron, raccolta di cento racconti erotici, dove il monaco pervertito di turno tenta di insidiare la giovane novizia di turno, e spesso riesce nel suo intento. La particolarità sta nel fatto che la pulzella, o la suorina, o la madre superiora, non è mai riottosa, tutt'altro, non vede l'ora di accogliere le richieste del protagonista maschile. Data l'evidente piattezza della narrazione e la conseguente prevedibilità della trama, i racconti piacciono solo agli arrapati cronici. L'unica particolarità degna di nota è che nell'omonima novella, il Boccaccio inserisce sotto il falso nome di Fra Cipolla il suo maestro e ispiratore er Cipolla, alias Da Onion.

Curiosità

Interpretazione moderna e più veritiera della più celebre novella di Boccaccia: CHICCHIBIO E LA GRU

Codesta è la storia di un ricco padrone e il suo cuoco. In quella lussuosa dimora, la vita del padrone, il signor Tolo, trascorreva tranquillamente; Tolo si dilettava tra feste, cene e allegre battute di caccia con i suoi amici, in particolare con il suo compagno jimmy: un uomo dal bel aspetto e dal carattere affabile. Le faccende domestiche erano molte e così il signor Tolo assunse a tempo pieno un bonario personaggio dal nome parecchio singolare e dalla discutibile bellezza: Chicchibio. Chicchibio era di origini veneziane, ma aveva vissuto parecchi anni in Normandia come restauratore di cornici antiche. Ora che, finalmente a casa, vorrebbe stare in tranquillità tra il rumore sordo delle onde che si infrangono sulle sponde di ‘porto Marghera’ e quel nostalgico odore tipico della laguna veneziana che da anni aveva sognato di respirare ancora, è invece costretto a lavorare per il signor Tolo. Questa scelta deriva dal desiderio di Chicchibio di incrementare il suo patrimonio per l’ acquisto di una imbarcazione più veloce e confortevole di quella attuale. Durante una delle innumerevole battute di caccia, Tolo catturò uno splendido esemplare maschio di gru reale sudamericana. Felice per la sua cattura, Tolo corse entusiasta da Chicchirio, e gli disse: “Chicchi… la sai una cosa??sta mane, mentre cavalcavo fiero sulla schiena del mio cavallo e impugnavo appassionatamente il manico del mio fucile mi accorsi che avevo preso uno splendido uccello… ed è anche grosso” fece notare Tolo a Chicchirio mentre estraeva il volatile dalla sua borsa. Poi aggiunse: “ lo affido a te mio cuoco. Trasformalo in una pietanza prelibata: la devo offrire ai miei amici domani sera quando verranno da me alla festa. Cucina l’ uccello solo come tu sai fare....” E dopo tali raccomandazioni Tolo si allontanò. La mattina seguente, dopo aver fatto una sostanziosa colazione ricca di fibre, Chicchirio si diresse in cucina per preparare la gru; dopo averla spennata la immerse in un enorme pentolone grigio di fine ottocento e la mise sul fuoco. Ben tre ore più tardi il cuoco estrasse l’ animale dall’ acqua e lo mise in una altra casseruola. Questa altra fase di cottura serviva per dare all’uccello quel gusto e quel aroma che al padrone piaceva molto. Più tardi, mentre Chicchirio stava decorando il piatto di portata con dei rarissimi ortaggi russi, intravide della finestra della cucina la signorina Brunetta. Appena se ne rese conto, si precipitò alla finestra per salutarla, ma la donna sembrava non essersene accorta per niente della presenza del cuoco. Allora Chicchirio, in preda ad un impeto di orgoglio maschile,trovò uno stratagemma per attirare l’attenzione della giovane. Decise di strappare una zampa al povero animale e non appena riuscì a mutilare la gru, corse con tutta l’ energia che gli era rimasta in corpo verso la finestra e lanciò la zampa lessa di gru reale sudamericana contro la povera donna, beccandola in pieno viso. Brunetta, non appena si accorse che era stato il suo spasimante Chicchirio, infuriata per quello che le era appena capitato, decise di insultare il cuoco con pesanti offese a sé e a tutta la sua famiglia, in particolar modo rivolte a sua mamma. Per il nostro simpatico cuoco dal tiro infallibile, tipico di uno che a restaurato cornici antiche per quattro lustri, non rimane che ritirarsi in cucina. Chicchirio non riuscì a trattenere i suoi sentimenti e una tormentata lacrima sgorgò dal suo occhio sinistro e lentamente scese, solcandogli il viso. Quando la lacrima arrivò sul mento di Chicchirio cadette, e cadette proprio sulla gru che stava preparando. Ma Chicchirio, in quanto uomo innamorato del suo lavoro, oltre che della sgualdrina di Brunetta, non appena si accorse che aveva gocciolato sull’ arrosto decise di rimediare al danno ed estrasse prontamente dalla sua tasca destra il fazzoletto da naso e asciugò accuratamente la zona dell’uccello che si era bagnata. Presto sera si fece, e gli invitati uno dopo l’altro tutti arrivarono. Dopo un piccolo rinfresco di accoglienza, Tolo invitò i suoi amici a seguirlo nella sala da pranzo. Una volta fatti accomodare uno ad uno tutti gli invitati, Tolo scese in cucina ad avvisare Chicchirio che tutto era pronto. Il cuoco iniziò quindi a portare le pietanze prelibate appena cucinate agli invitati, i quali sembravano gradire molto ciò che il veneziano aveva preparato. Giunse presto il momento di servire la gru reale sudamericana, ma non appena Chicchirio portò il vassoio con la gru, Tolo notò qualcosa di davvero raccapricciante. Alla gru reale sudamericana infatti, mancava una coscia. Allora Tolo esclamò indignato: “ma Chicchi!! Che gli hai fatto al mio povero uccello??non vedi che gli manca una zampa?!dov’è l’altra zampa??aaa la mia zampinaaa!’’ E presto scoppiò in lacrime come un bimbo a cui si vieta di vestirsi da bimba. E chicchirio, notando che la situazione si era fatta tragicamente commovente cercò di sollevare l’umore del suo padrone con una affermazione scientifica sentita la sera prima in un noto documentario della famiglia Angela: ’’su amico non piangere… perché devi sapere che le gru reali sudamericane non hanno che una sola zampa e una sola coscia!!!’’ E poi aggiunse con un tono di sarcasmo da gondoliere: ‘’possibile che non hai mai visto un documentario sulle gru reali sudamericane???’’ Tolo, ormai straziato da tutto quel pianto, disse a Chicchirio: ’’o mio picciol cuoco, so che tu menti sol per farmi smettere di piangere, ma infondo il mio cuore sono ancora convinto che le gru reali sudamericane abbiano due gambe…’’. Cosi Chicchirio decise di tagliare la testa al toro. Scese in cucina afferrò la mannaia e si diresse con la tipica espressione di un veneziano ex restauratore di antiche cornici, verso il casolare dove il padrone teneva le bestie domestiche. Un largo ghigno prendeva lentamente forma sul suo volto mentre le pupille si dilatavano a vista d’occhio. Accese la luce dell’antico casolare, guardò il toro dritto agli occhi e poi lo decapitò con un feroce e violento colpo sul collo della povera bestia domestica.’’Sto scherzando!!! era solo un modo di dire’’ esclamò lo stupido narratore in un impeto di sollievo.

Cosi Chicchirio decise di tagliare la testa al toro e disse: ‘’ora ascoltami bene Tolo: smettila di comportarti come una femminuccia’’   ‘’ma io sono una femminuccia’’ lo interruppe prontamente Tolo con il classico tono del gay fiero di essere gay.

Ma Chicchirio continuò come se il suo padrone non avesse parlato e affermò: ‘’domani ti porto in un posto segreto dove un’intera colonia di gru reali vive indisturbata tra la verdeggiante e rigogliosa vegetazione.’’ Così, l’indomani alle 8.00 di mattino i due uscirono di casa per andare nel posto che Chicchirio aveva descritto la sera prima al suo padrone. Dopo una ora di automobile i due giunsero ad ‘’aereo porto tessera’’ dove li aspettava un volo prenotato su internet da Chicchirio la sera prima. Appena l’aereo decollò, Chicchirio si aspettava da un momento all’altro che Tolo gli rivolgesse una più che ovvia domanda, del tipo ‘ma dove stiamo andando?’. Infatti, dopo un paio di ore di volo, sorse nella mente di Tolo una domanda. Chicchirio, pronto nella risposta da dare al suo padrone, non aspettava altro da ore. ‘’ehi Chicchi, ma secondo te il pilota ci starebbe con me??è così affascinante…’’ Chicchirio era incerto se avvelenarsi o gettarsi dall’ aeroplano. Una volta atterrati in una cittadina locale chiamata ‘punta de ioca’; i due si affrettarono a salire nel pullman che li portava in un villaggio turistico senza dubbio ricco di gru reali. In quale altro posto se non in Sudamerica Chicchirio avrebbe potuto trovare una gru reale sudamericana?? Va ricordato, peraltro, che il cuoco era un esperto conoscitore di tale luogo visto che era vissuto in quelle zone per un paio di anni. Era, infatti, un famoso spacciatore locale. Chicchirio spiega il motivo di tale impiego in quanto sosteneva che gli era necessario un secondo lavoro, perché, si sa, che con gli stipendi di un restauratore di cornici antiche nella Normandia orientale non si guadagna poi molto. Era una scelta fatta per arrotondare un po’ i bilanci economici del bravo cuoco. Decisero quindi, di dirigersi verso la spiaggia, alla ricerca di codeste gru reali. I due intrapresero una allegra passeggiata lungo il bagnasciuga, totalmente ignari di quello che gli stava succedendo. Infatti, scorsero una sagoma lontana. Non era la sagoma di gru che cercavano, no . Era una sagoma dall’aspetto più umano ed inquietante al tempo stesso. Non appena i due si avvicinarono, scoprirono con grande entusiasmo che ciò che avevano avvistato non era un simpatico mostro marino o qualcosa del genere, ma un naufrago dall’aria smarrita e confusa. Il suo aspetto era molto trasandato e sembrava stare parecchio male, infatti, quest ’ultimo, attirava l’attenzione dei surfisti locali con bestiali colpi di tosse, sintomo appunto, che non godeva di ottima salute.