Gatto alla vicentina: differenze tra le versioni

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Versione delle 22:35, 13 apr 2014

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« Non far sapere al cinesino quanto è buono il gatto nel vicentino. »
(Antico proverbio di Vicenza.)
« È una pratica barbara, crudele e meschina nei confronti dei poveri gattini indifesi. Presto, passami del sale che il piatto è un po' insipido. »
(Coerenza 100% animalista.)

Il gatto alla vicentina è una prelibatezza culinaria tipica del vicentino, dove i loro abitanti, chiamati vichinghi, sono soliti prepararlo secondo un'antica ricetta cinese.

Storia

La pietanza risale al tempo dei cinesi che emigrarono a Vicenza per aprire le loro attività rivolte alla compravendita dell'oro falso, dato che Vicenza era ed è considerata la capitale dell'oro e dei gioielli. Non sapendosi integrare con la cucina locale, iniziarono ad allevare gatti, creando un business ancora oggi perfettamente funzionante, soprattutto con la ricetta del gatto flitto.
I vicentini, durante il periodo della seconda guerra mondiale, stanchi, affamati e denutriti peggio di un bambino negro della Nigeria, apprezzarono, anche se con fatica, la buona cucina cinese e ironia della sorte la copiarono. Dando vita ad uno dei piatti prelibati nei sobborghi e discariche di Vicenza, secondo solo alla proboscide ripiena.

Ricetta

Il noto gastronomo Beppe Bigazzi, nel suo ricettario Mille modi di magnar gatti stando attenti al pelo, suggerisce questa ricetta:

  • Un gatto nostrano allevato nei pressi dei giardini comunali;