Drakengard

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Titolo nipponese, nonché pessimo gioco di parole

«Minchia, bella 'sta fanfiction! Ah aspe' ma è seriamente un gioco.»

-Un bambino qualsiasi con la PS2

«...»

-Caim per tutto il gioco

«Che c'è? Non c'è niente di male nell'amare MOLTO il proprio fratello"»

-Furiae che svela i suoi segreti intimi al villain perché sì


«Ehi, mi hai copiato!»

-Tolkien e Kentaro Miura una volta visto il gioco


Drakengard è un videogiuoco del 2003, risultato di una serata alcolica finita male di Yoko Taro e soci. Uscito due anni dopo il primo Devil May Cry, in confronto questo Drakengard sembra essere stato sviluppato da bambini taiwanesi sottopagati[1]. Come (forse) avrete già intuito, questo gioco non è altro che un minestrone che mescola Berserk, Il signore degli anelli e qualsiasi indie di merda che potrebbe benissimo essere recensito da Zeb89. Inoltre, che ci crediate o no, questo gioco è tecnicamente il precursore del ben più famoso NieR: Automata. Ma il come siamo passati da Drakengard ad Automata, è un'altra storia...

Yoko Taro (al centro) in tutta la sua sanità mentale. Se solo si fosse ricordato di lavarsi la faccia la mattina.

Storia

Drakengard è ambientato in uno strambo mondo fatato in cui, in pieno stile Star Wars, è in corso una guerra tra due fazioni: la Confederazione e l'Impero. Il protagonista, il carismaticissimo [2] Caim, è un principe alleato dei confederati che, mentre sta lottando contro le controfigure degli orchi di Sauron, viene leggermente graffiato[3]. Entrato nel castello vicino al campo di battaglia, vede che i nemici hanno incatenato una draghessa, Angelus, anch'essa ferita. Siccome tutti e due non hanno tanta voglia di schiattare inutilmente, risparmiandoci così 6 ore di monotonìa, decidono di stringere un patto, perché, ovviamente, si doveva per forza scimmiottare anche quella bimbominkiata di Eragon. Come prezzo del patto, Caim perde la voce, così, giusto per togliergli quel poco di personalità che aveva. Questo poiché nell'allegro mondo di Drakengard, per ottenere qualcosa da una creatura magica devi dare qualcos'altro in cambio del medesimo valore[4]. Poi si scoprirà più avanti, giusto per aggiungere drammaticità inutile al gioco, che Caim è razzista coi draghi perché quando era piccolo uno di loro ha sventrato i suoi genitori, ma questo a noi non interessa minimamente. Fattostà che il nostro "eroe" , una volta entrato nella fortezza, ritrova l'amico Inuart e la porcella sorella Furiae; quest'ultima è una sorta di sigillo vivente. Infatti se Furiae dovesse morire il mondo finirebbe. E invece di muovere le chiappe e portare la ragazza fuori da lì, si mettono a suonare una melodia strappapalle con l'arpa per festeggiare la vittoria; logico, no? Ad ogni modo i tre fuggono dal castello e si prendono anche la briga di salvare Verdelet, un inutile vecchio rimbambito che però si scopre essere la guida spirituale della Confederazione. Caim, Angelus e tutti gli altri tentano ogni volta di raggiungere gli altri sigilli che mantengono stabile il mondo, ma sono troppo nabbi e non fanno mai in tempo. Il più nabbo però risulta essere proprio Inuart, che si fa catturare come un demente, si fa fare il lavaggio del cervello diventando malvagio e stringe un patto con un drago nero, più precisamente quello che ha massacrato la famiglia di Caim[5], perdendo il talento di suonare l'arpa[6]. Come ciliegina sulla torta, quel pirla di Inuart torna dai suoi (ex) amici solo per rapire Furiae, nella speranza di ficcare almeno una volta nella vita.

Note (cit.)

  1. ^ O forse è andata proprio così?
  2. ^ Ma mai nella vita proprio
  3. ^ e per graffiato intendo quasi fiocinato
  4. ^ Non so voi, ma mi sa di cit. di Fullmetal Nano Alchemist
  5. ^ Non mi dire che Caim non è razzista solo coi draghi ma anche con i ne...
  6. ^ Ma come? Caim perde la voce e lui il talento? Non sembra molto equo