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=Sindrome del paladino=
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La ''Sindrome del paladino'' (o più brevemente detta '''SdP'''), indica un complesso più o meno caratteristico di sintomi (quali '''minacce di morte insensate verso chiunque''', '''smania ossessiva compulsiva da notizia''', '''ricerca della dignità umana attraverso i social network'''), che può essere espressione di una insana voglia di combattere contro i mulini a vento.
La ''Sindrome del paladino'' (o più brevemente detta '''SdP'''), indica un complesso più o meno caratteristico di sintomi (insensate minacce di morte verso chiunque, smania ossessiva compulsiva da notizia, ricerca della dignità umana attraverso i social network), che può essere espressione di una insana voglia di combattere contro i mulini a vento.


Fin dalla notte dei tempi il '''paladino''', quello vero dei poemi epici e dei racconti di eroi, ha combattuto per i suoi lungimiranti ideali, sia che fossero elevati e intangibili (l'onore del proprio re), sia che fossero bassi e materiali (la patata della dama), superando atroci difficoltà e talvolta sacrificando la propria vita in nome di essi.
Fin dalla notte dei tempi il '''paladino''', quello vero dei poemi epici e dei racconti di eroi, ha combattuto per i suoi lungimiranti ideali, sia che fossero elevati e intangibili (l'onore del proprio re), sia che fossero bassi e materiali (la patata della dama), superando atroci difficoltà e talvolta sacrificando la propria vita in nome di essi.
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Al giorno d'oggi non esistono più re da difendere o dame in pericolo (anche perché la patata si compra un po' ovunque) e per questo, non potendo difendere il proprio onore del quale [[Via col vento|francamente me ne infischio]], questi ''novelli paladini'' decidono di difendere l'onore di quelle persone che vengono infangate da vive e da morte da un gruppo di spregevoli bastardi, combattendo delle crociate inutili consapevoli che finiranno essi stessi per essere smerdati.
Al giorno d'oggi non esistono più re da difendere o dame in pericolo (anche perché la patata si compra un po' ovunque) e per questo, non potendo difendere il proprio onore del quale [[Via col vento|francamente me ne infischio]], questi ''novelli paladini'' decidono di difendere l'onore di quelle persone che vengono infangate da vive e da morte da un gruppo di spregevoli bastardi, combattendo delle crociate inutili consapevoli che finiranno essi stessi per essere smerdati.


Storici rinomati, come ad esempio il professor [[Piero Angela|Angela]], asseriscono che della '''SdP''' se ne era già a conoscenza nel XIV secolo. E forse è proprio in quel periodo che nacque.
I primi medici che studiarono questo fenomeno di massa coniarono ben presto il detto ''vedere i draghi'', proprio per sottolineare come nello stadio avanzato della sindrome le persone che ne sono affette vedano attorno a sé cose inventate e totalmente inesistenti. Ancora non se ne capisce bene la causa e soprattutto quale sia il meccanismo di comparsa: pare infatti che scatti qualcosa nella mente di persone all'apparenza normali, che fa desiderare ardentemente una sorta di suicidio collettivo, un po' come accade per i delfini.
Testi antichi riportano la storia di una dama, Favabella detta ''la desta'', che nel fiore dei suoi anni perse il senno per ragioni a noi ignote, fondò una congregazione di cavalieri coraggiosi e si circondò di prodi paladini pronti a difendere il suo onore in qualsiasi circostanza, anche quando non ne esisteva il motivo. Tali eroi vennero chiamati '''I Paladini della Desta Favabella''' abbreviati per comodità in '''Paladini Desta Fava''', che, per ordine dalla giovine, scorazzavano di contea in contea in cerca di capri espiatori da portare al suo cospetto.


Questa sorta di malattia si manifesta da qualche tempo nel nostro [[Italia|tristo Paese]] e si intensifica solo in determinati periodi dell'anno. Il picco di {{s|demenza}} eroismo avviene, solitamente, dopo la morte di un personaggio famoso, più o meno amato in vita. La caratteristica principale della ''sindrome'', infatti, è quella che porta chi ne è affetto a trasformarsi in '''supereroi disposti a tutto''' circa un paio di ore dopo la morte di un VIP. Che poi il VIP in questione sia un drogato, un assassino o completamente sconosciuto al paladino di turno, non fa differenza.
Questa sorta di malattia si manifesta da qualche tempo nel nostro [[Italia|tristo Paese]] e si intensifica solo in determinati periodi dell'anno. Il picco di {{s|demenza}} eroismo avviene, solitamente, dopo la morte di un personaggio famoso, più o meno amato in vita. La caratteristica principale della ''sindrome'', infatti, è quella che porta chi ne è affetto a trasformarsi in '''supereroi disposti a tutto''' circa un paio di ore dopo la morte di un VIP. Che poi il VIP in questione sia un drogato, un assassino o completamente sconosciuto al paladino di turno, non fa differenza.

I primi medici che studiarono questo fenomeno di massa coniarono ben presto il detto ''vedere i draghi'', proprio per sottolineare come nello stadio avanzato della sindrome le persone che ne sono affette vedano attorno a sé cose inventate e totalmente inesistenti e cerchino in tutti i modi di eliminarle. Ancora non se ne capisce bene la causa e soprattutto quale sia il meccanismo di comparsa: pare infatti che scatti qualcosa nella mente di persone all'apparenza normali, che fa desiderare ardentemente una sorta di suicidio collettivo, un po' come accade per i delfini. Per chiarezza medico-scientifica e per spiegare ai posteri cosa sia esattamente la '''SdP''', tali studiosi hanno deciso di affidare a delle immagini il decorso della suddetta sindrome, visto che probabilmente i "paladini" che ne sono affetti vedono come reali le proiezioni mentali che creano.

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Versione delle 22:09, 28 ott 2011

E adesso?

Sindrome del paladino

La Sindrome del paladino (o più brevemente detta SdP), indica un complesso più o meno caratteristico di sintomi (insensate minacce di morte verso chiunque, smania ossessiva compulsiva da notizia, ricerca della dignità umana attraverso i social network), che può essere espressione di una insana voglia di combattere contro i mulini a vento.

Fin dalla notte dei tempi il paladino, quello vero dei poemi epici e dei racconti di eroi, ha combattuto per i suoi lungimiranti ideali, sia che fossero elevati e intangibili (l'onore del proprio re), sia che fossero bassi e materiali (la patata della dama), superando atroci difficoltà e talvolta sacrificando la propria vita in nome di essi.

Al giorno d'oggi non esistono più re da difendere o dame in pericolo (anche perché la patata si compra un po' ovunque) e per questo, non potendo difendere il proprio onore del quale francamente me ne infischio, questi novelli paladini decidono di difendere l'onore di quelle persone che vengono infangate da vive e da morte da un gruppo di spregevoli bastardi, combattendo delle crociate inutili consapevoli che finiranno essi stessi per essere smerdati.

Storici rinomati, come ad esempio il professor Angela, asseriscono che della SdP se ne era già a conoscenza nel XIV secolo. E forse è proprio in quel periodo che nacque. Testi antichi riportano la storia di una dama, Favabella detta la desta, che nel fiore dei suoi anni perse il senno per ragioni a noi ignote, fondò una congregazione di cavalieri coraggiosi e si circondò di prodi paladini pronti a difendere il suo onore in qualsiasi circostanza, anche quando non ne esisteva il motivo. Tali eroi vennero chiamati I Paladini della Desta Favabella abbreviati per comodità in Paladini Desta Fava, che, per ordine dalla giovine, scorazzavano di contea in contea in cerca di capri espiatori da portare al suo cospetto.

Questa sorta di malattia si manifesta da qualche tempo nel nostro tristo Paese e si intensifica solo in determinati periodi dell'anno. Il picco di

eroismo avviene, solitamente, dopo la morte di un personaggio famoso, più o meno amato in vita. La caratteristica principale della sindrome, infatti, è quella che porta chi ne è affetto a trasformarsi in supereroi disposti a tutto circa un paio di ore dopo la morte di un VIP. Che poi il VIP in questione sia un drogato, un assassino o completamente sconosciuto al paladino di turno, non fa differenza.

I primi medici che studiarono questo fenomeno di massa coniarono ben presto il detto vedere i draghi, proprio per sottolineare come nello stadio avanzato della sindrome le persone che ne sono affette vedano attorno a sé cose inventate e totalmente inesistenti e cerchino in tutti i modi di eliminarle. Ancora non se ne capisce bene la causa e soprattutto quale sia il meccanismo di comparsa: pare infatti che scatti qualcosa nella mente di persone all'apparenza normali, che fa desiderare ardentemente una sorta di suicidio collettivo, un po' come accade per i delfini. Per chiarezza medico-scientifica e per spiegare ai posteri cosa sia esattamente la SdP, tali studiosi hanno deciso di affidare a delle immagini il decorso della suddetta sindrome, visto che probabilmente i "paladini" che ne sono affetti vedono come reali le proiezioni mentali che creano.

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Facebook e Spinoza

Per i facili moralisti che insultano Nonciclopedia e Spinoza, ergendosi a paladini dell'offeso onor di Simoncelli pubblicata da Alessandro Martorana il giorno giovedì 27 ottobre 2011 alle ore 23.58

Copio ed incollo la risposta data ad un contestatore sulla pagina di "Le migliori frasi di Nonciclopedia"


Per rispondere ad Emiliano: francamente se morisse mia madre me ne fotterebbe molto poco di tutto il resto. E non parlo per sentito dire, visto che purtroppo qualche anno fa ho perso mio padre. Nessuna battuta su mia madre potrebbe farmi stare peggio. Ma c'è una possibilità, seppure piccola, che possa farmi stare meglio.


Dubito che i signori Simoncelli abbiano spazio per provare più dolore di quello che provano adesso. Anche se arrivasse qualcuno a leggergli tutte le battute scritte sul tema. Anche se qualcuno si mettesse a pubblicizzarle, come in effetti hanno fatto Fiorello e quello che cantava di portare in alto la mano perché lui è il nostro capitano.


Siti come Nonciclopedia e Spinoza vogliono essere dissacranti e provano a fare umorismo, satira e black humour (che sono cose diverse) su TUTTO. Ma questo non significa non avere rispetto per nulla. Saresti stupito di sapere quanti degli autori delle battute di questi giorni sono fan di Simoncelli o comunque persone che lo apprezzavano. La battuta è un modo di ricordarlo, di onorarlo, di celebrarlo. Come un'elegia. Come un epitaffio. Un modo certamente più sincero di tutte quelle persone che hanno messo la sua foto nel profilo solo perché fa fico, e che sono corse ad iscriversi compulsivamente a tutti i gruppi "RIP Simoncelli" postando ipocrite falsissime dichiarazioni di immenso dolore per mostrarsi tanto profondi e sensibili, salvo poi sbattersene altamente tre secondi dopo. E saresti stupito anche di sapere quante persone, dispiaciute per la morte di Sic, sono riuscite a fare un sorriso grazie alle battute di Nonci e di Spinoza.


Siti come questi sono per molti ma non per tutti. Perché purtroppo non tutti hanno i mezzi culturali, cognitivi ed emotivi per capire il senso di tutte le cose che scrivono. Perché è purtroppo necessario non fermarsi al significato manifesto delle parole, ma arrivare ad un livello più elevato di significazione (ho studiato semiotica, quindi uso questi termini. Se non li conoscessi sarò felice di spiegartene il significato). Ti faccio qualche esempio.


1) Battuta di Spinoza: Morte Simoncelli. Commento Berlusconi: "Gheddafi Transit Gloria Mundi". Capire una battuta del genere è da tutti? Certamente no. Devi sapere che Berlusconi ha commentato la morte di Gheddafi dicendo "SIC transit gloria mundi", e devi sapere cosa significhi questa citazione latina, e devi comunque cogliere il senso della battuta. Quante persone in Italia hanno queste tre "caratteristiche"? Certo molte di meno di quelle che fanno il più che semplicistico ragionamento "C'è il nome di Simoncelli --> Simoncelli è morto --> È una battuta --> Fottuti bastardi che prendono in giro i morti". Ma, come vedi, in questa battuta nessuno si sogna di prendere in giro Simoncelli.


2) Battuta di Nonci: "Terremoto in Turchia. Le migliaia di vittime verranno commemorate con una foto di Simoncelli". Chi si ferma alla superficie fa lo stesso ragionamento di prima, e lo vede addirittura come un doppio insulto a Simoncelli ed alle vittime del terremoto in Turchia. Ma ragionandoci un attimo sopra si può capire come la battuta non sia minimamente un'offesa a Simoncelli e meno che mai ai morti turchi. Vuole invece essere un modo di prendere in giro i cazzoni di cui parlavo sopra, che hanno mostrato tutto il loro finto dispiacere per SImoncelli, fregandosene altamente delle vittime del terremoto perché "è normale essere più toccato dalla morte di un ragazzo italiano che da quella di 1.000 persone dall'altra parte del mondo" (citazione di uno pseudo-moralista presa dal forum di Spinoza).


3) Battuta di Nonci citata da Vasco: "Anna Frank se l'è cercata in quanto ebrea". Il Sig. Vasco Rossi, e mi spiace se tu sei un suo fan, è un povero ignorante. Mi si possono venire a raccontare tutte le baggianate che si vogliono, ma è la triste realtà. E purtroppo non è un semplice ignorante: è un ignorante convinto di essere un maitre-a-penser, solo perché forse in gioventù ha letto qualcosa di Kerouac ed Hemingway. Quella battuta, PALESEMENTE, non significa letteralmente ciò che c'è scritto. Anzi, significa L'ESATTO OPPOSTO: è una presa in giro per gli anti-semiti che cose del genere le pensano davvero. È come quando dico al mio amico inglese Andrew "Vaffanculo, immigrato di merda che vieni qui a rubarmi il lavoro!". E ridiamo. O come quando dico ai miei amici gay "Non ti mando affanculo perché la cosa ti piacerebbe!". E ridiamo. E se ridiamo non è perché la cosa sia divertente in se. Ridiamo di quegli idioti che pensano e dicono DAVVERO queste cose. Ancora una volta: è facile ed immediato capire queste cose? No. Alcuni ci riescono, altri non ci riescono, altri non ci provano nemmeno, altri ancora non pensano che ci sia neppure da provare qualcosa.


Per concludere questo enorme pippone posso semplicemente citare la signora Simoncelli: "Non piangete per Marco. Lui non avrebbe voluto. Lui cercava sempre di sdrammatizzare tutto". Mi piace pensare che, dovunque sia, Simoncelli stia ridendo a queste battute. E che stia dicendo a tutti i moralisti 3x2 "Diobò, mo che casso dite, patacca?". E sono assolutamente certo che sarebbe stato dispiaciuto di non avere una pagina su Nonciclopedia. Proprio come puoi leggere qui:


http://www.nonciclopedia.wikia.com/wiki/Marco_Simoncelli


Grazie per essere arrivato fino in fondo.