Coscienza

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Avere un coscienza così darebbe notevoli vantaggi... nessun pensiero nel trovarti nello stomaco di una balena, ad esempio.
« La vita è una puttana e i soldi li vuole prima, poi lava il senso di colpa in una piscina. »
Filosofo : Cosa ti dice la tua coscienza?

Pinocchio : Criii criii criiii

« Mi dava fastidio, l'ho messa in silenzioso. »
(Adolf Hitler su coscienza)

La coscienza è una modalità cerebrale che molti, per comodità, disattivano. Può portare spiacevoli inconvenienti come compassione, pietà, pentimento... alla fine, chi te lo fa fare?

Wikipedia ci informa che non tutti gli antichi dividevano l'uomo in mente e corpo. Questo perché alcuni preferivano la coscia, altri la costata, altri ancora il petto... i gusti sono gusti, si sa! Quindi la concezione moderna di coscienza è molto dissimile da quella che i nostri antenati avevano ideato. All'epoca sfidare la morte in un duello era questione di necessità morale, la menzogna era proibita, prima che dagli altri, dalla propria coscienza; oggi fanno persino vedere gente come la Brambilla in televisione.

Una coscienziosa definizione

Con l'avvento della psicanalisi, si è cercato di dare al termine coscienza una definizione che andasse oltre alle credenze della società medio-borghese, ossia:

  • Credo nella Sacra Verità che Santa Romana Chiesa tramanda da secoli e secoli
  • Sono un bravo bambino rispettoso e faccio tutto quello che mi viene detto dal Signor Padre e dalla Signora Madre, vado a Messa tutte le domeniche e dico sempre la verità.


Si cominciò a concepire la coscienza come qualcosa di più profondo, più mutevole e vario del sesso di Solange. Grazie a Freud, insomma, ora abbiamo una scusa per darci all'alcol. Un grande filosofo del calibro di John Searle si espresse in questo modo:

"La coscienza implica un progresso di identità"
« La coscienza consiste in una serie di stati e processi soggettivi. Essi sono stati di consapevolezza di sé, interiori, qualitativi e individuali. La coscienza è allora quella cosa che comincia ad apparire al mattino, quando dallo stato di sogno e di sonno passiamo allo stato di veglia e permane per tutta la durata del giorno fino a sera, quando, tornando a dormire, diventiamo incoscienti. Questo è per me il significato del termine "coscienza" »
concetto che si può sintetizzare egregiamente così:
« La coscienza consiste in... questo è per me il significato del termine "coscienza" »

La coscienza, insomma, è quella vocina interna che ti dice: "Ehi, non uccidere tua madre per l'eredità, in fin dei conti è sempre tua madre!", "Ehi, ma non ti fa sentire crudele prendere in giro quel tuo amico che soffre?", "Ehi, non ci provare con quella ragazza, sta vivendo un brutto periodo, ehi... ehi... ma dove cazzo vai?!". Un po' come quella della Marcuzzi che ti dice: "Ehi, vuoi ritrovare la tua naturale regolarità?".

Il trionfo della coscienza nell'arte

La coscienza di Zeno

Potevano scrittori, poeti e quant'altro esimersi dal trattare un simile argomento? Nonostante si siano fiondati in gruppo su questo tema, con una tale concentrazione e prolifiquità da rendere inibiti quei pochi che ce l'avevano e pazzi tutti gli altri, viene ricordata in particolare un'opera: La coscienza di Zeno di... di... Sveto? Svevo, ecco. Si intende ovviamente che la si ricorda di nome, perché poi chi è che l'ha letta?[1]
La coscienza viene insomma vista come l'autoconsapevolezza, l'autocoscienza di sé.

« ...rappresenta allora un grado più elevato di coscienza di sé e implica un progresso di identità. »

Da ciò deriva che:

  • L'unico ente che limita la tua libertà è l'anagrafe
  • La tua mente è controllata da un piccolo pezzo di carta.


È interessante notare come la coscienza dipenda fortemente dall'influsso esterno e dalla società. Viene plasmata, cioè, da tutti coloro che ci circodano e da tutto ciò che ha effetti sulla nostra vita.

Creare una coscienza

I parenti

Rivestono il ruolo principale nel forgiare una giovine mente. I concetti più importanti che vanno ad accumularsi sono:

  • No.
  • Perché sì.
  • Le verdure ti fanno bene.
  • No.
  • Devi ancora finire i compiti.
  • No.

Concetti ripetuti con una certa libertà ed elasticità che può portare a discussioni di questo tipo:

- Figlio/a: “Mamma, stasera Giorgio esce con gli amici e mi ha chiesto...”
- Mamma: “No.”
- Figlio/a: “Ma perché no?”
- Mamma: “Le verdure ti fanno bene.”
- Figlio/a: “Ma che cazzo stai dicendo?”
- Padre: “Non usare questo linguaggio con tua madre!”
- Figlio/a: “Ma... ma...”
- Padre: “Niente ma, fila a fare i compiti”
- Figlio/a: “Ma se siamo in luglio!”
- Madre: “Questo perché i giovani come voi senza più i valori di una volta hanno ammazzato le mezze stagioni.”

alternati ovviamente ai consigli di nonni e zii, che tendono a dare il buon esempio in fatto di elasticità mentale così:

« Il bambino non ha mangiato tutto il minestrone, cosa faccio? »
(Nonna preoccupatissima al telefono con la madre di un sedicenne alle sette di sera.)

La televisione

L'esempio più contraddittorio è rappresentato dalla scatola con tutte le lucine colorate. Questo perché arriva a presentare in rapida sucessione fatti e idee completamente discordanti le une dalle altre.
Prendiamo ad esempio un dibattito politico, e osserviamo che, oltre all'evidente conflitto di ideali, risaltano i sani princìpi dei genitori:

- N.1: “Siete dei truffatori! Ladri! Farabutti!”
- N.2: “Ma guardi che... ma senti quest... se io devo star qui a... LE VERDURE FANNO BENE!”

Note

  1. ^ Raccontano che Svevo portò il romanzo alla madre morente in ospedale e che questa, dopo poco, sia stata ritrovata misteriosamente impiccata fra le flebo.