Bunga bunga
Con il termine Bunga Bunga s'intende una sottospecie di rituale propiziatorio di origine marocchina atto a facilitare l'iter di leggi ad personam da incostituzionali a costituzionali tramite animaleschi e ripetuti rapporti sessuali con minorenni nipoti dell'emiro della Repubblica delle Banane o, in generale, negre. Grande appassionato di questa esotica arte è il nostro beneamato premier, sua eccellenza l'«utilizzatore finale» Silvio Berlusconi, che la pratica con inusitata frequenza nelle sue numerose ville.
Il bunga bunga e il rafforzamento dei legami di gruppo
Il parere dell'antropologo Leonardo Melis
Il bunga bunga in terra sarda, non poteva sfuggire all'occhiuta attenzione dell'antropologo, archeologo e fantasista Leonardo Melis, acuto osservatore dell'evoluzione dei costumi isolano: Melis, solito a camuffarsi abilmente da studioso serio, stavolta ha stupito la prestigiosa comunità accademica di Setzu, dissimulandosi dietro le insolite forme di un bronzetto sardo, Melis, non riconosciuto da alcuno, ha potuto studiare da vicino e indisturbato il fenomeno, annotando tutti i dettagli del rito del bunga bunga.
Riemerso dalle ritualità orgiastiche, si è potuto alacremente dedicare alla stesura del suo ultimo e pionieristico studio, dal titolo Shardana e il mistero del terzo Dan: Bunga Bunga, ehia ehia, chella là, pubblicato dalle Edizioni Pittima (Piccola tipografia magorese) nel 2010.
Dalle dense pagine del suo saggio apprendiamo che il rito del bunga bunga assolve anche alla delicatissima funzione di rinsaldare la coesione del gruppo. Al fine di valorizzare tale funzione, al rituale possono essere ammessi, a turno, sodali e cortigiani servili. Ricercatissima la presenza di Sandro Bondi, il cui viscidume brevettato sembra in grado di "fluidificare" i rapporti e addolcire eventuali attriti ed asperità politiche.
Il bunga bunga come rito di passaggio
Una diversa sfumatura assunta dal rituale, così sottile da sfuggire perfino all'acutissimo antropologo Leonardo Melis, è emersa a sorpresa durante la trasmissione AnnoZero di Michele Santoro. In un'intervista telefonica gentilmente concessa alla redazione del programma, la minorenne marocchina Ruby Rubacuori ha rivelato un commovente dettaglio circa la condotta del premier Berlusconi: questi, da buon samaritano, in mezzo ai tanti farisei della sinistra, avrebbe semplicemente agevolato la liberazione della ragazza dagli asfissianti catene psicologiche della sua fede originaria, permettendogli di abbracciare consapevolmente la più consona fede cattolica. In questa nuova ottica, il bunga bunga si rivelerebbe come un rito di passaggio, attraverso il quale suggellare il sofferto e delicato passaggio all'esperienza spirituale della nuova fede cattolica.
La notizia ha riempito di entusiasmo gli ambienti vaticani, espressisi in particolare, con alte e ferme parole, per bocca di monsignor Fisichella, che ha precipitato a dichiarare alle agenzie: «L'avevo detto io che il bunga-bunga bisogna collocarlo nel suo contesto!»
La drammatica esclusione del ministro Brunetta, assenteista suo malgrado
Inadatto alle complesse ritualità del bunga bunga si è invece mostrato, suo malgrado, il ministro Renato Brunetta, per ovvi motivi anatomici, i quali, come crudelmente rimarcato dal cerusico di corte, il prof. Umberto Squacquagnini, che ne metterebbero a repentaglio la salute: «è da escluder di sicuro, perché ha il il cuore troppo vicino al buco del culo!», con Questa asettica frase, presa in prestito dal crudo e asettico linguaggio medico del referto del luminare Squacquagnini, ha suggerito è l'icastica sintesi con cui i probiviri del Partito Della Lapdance hanno sintetizzato la loro meditata decisione di relegare il solerte ministro anti-fannulloni a un assenteismo, forzato e contro natura, dagli ambitissimi riti orgiastici.
Le reazioni
Ecco come hanno reagito i principali schieramenti politici:
Non si è fatta attendere la reazione, ferma e con alte parole, degli ambienti vicini al Vaticano:
All'estero
La vicenda è stata osservando con grande stupore noia[2] dalle reti estere. Alcuni capi di stato, invidiosi della capacità di Berlusconi di cacciarsi in qualcunque scandalo possibile e di uscirne perfettamente pulito, hanno così commentato: