Ecco Bertold Brecht in una foto da nerd.

Bertold Brecht

Eugen Berthold Friedrich Brecht, detto anche Bertold Brecht (Da qualche parte 1898 - Germania 2006) è stato un drammaturgo tedesco, tra i più influenti, influenzati e rompicoglioni del XX secolo.
È il fondatore del cosiddetto "Teatro Epico", che aveva stravolto le regole del teatro classico, ovvero: invece che studiare anni recitazione, puoi semplicemente recitare male e far finta di essere un attore.
Ad esempio: dovete rappresentare un'opera, ma non avete i soldi, fate recitare Valeria Marini e riuscirete ad attirare il pubblico senza pensare alle doti recitative della subrètt.

Vita

Nato da Eugen Berthold Friedrich Brecht e Sophie Eugen Berthold Friedrich Brecht Brezing ad Augusta nel 1898, crebbe in una famiglia agiata, che gli permise di frequentare la scuola privata, di giocare a tennis, di scrivere inutili libri autobiografici e avere una nintendo Wii. A due anni gli nacque un fratello, che venne chiamato Eugen Berthold Friedrich Brecht in onore del padre, del nonno, dello zio, della zia, del macellaio, della cuggina e di Brecht stesso.
Il piccolo Bertold però, non ebbe un'infanzia felice: bastardo, sborone, veniva allontanato sempre dagli amici. Inoltre aveva una terribile malattia: era ebreo, e questo gli provocò non pochi problemi. Non poté infatti iscriversi alla Nazist Theatre School, o alla scuola d'arte drammatica "Adolf Hitler".

A 10 anni, un evento sconvolse la vita di Brecht: l'azienda familiare fallì, e la famiglia Brecht si ritrovò per strada. Così è la vita: una volta investi in Parmalat, un'altra in Lehman Brothers, un'altra nella coltivazione di rocce in Australia, e ti accorgi di aver fallito.
Vivere in condizioni povere aprì un mondo al piccolo Bertold: conoscere le realtà dei ghetti della città, scoprire l'esistenza dei centesimi, andare in una scuola pubblica dopo aver affermato per anni che era meglio tagliarle tutti i fondi per darli alla scuola privata. Colto in un momento di depressione, cominciò a scrivere poesie: quale tragedia! In questo modo toglieva ai genitori ogni speranza di poter diventare qualcuno.
La sua prima opera, Poesie, è introvabile. Del resto se andate in una libreria e dite: «Vorrei Poesie», che ne sa il commesso che volete le poesie di Brecht, e non quelle di Leopardi, o di Foscolo, o di Costantino Vitagliano?

Le prime opere

Nel 1919, ebbe il suo primo figlio: Eugen Berthold Friedrich Brecht, detto anche Frank. Un evento così fausto, doveva essere festeggiato con una poesia, cosa normale a quel tempo per i poeti perdigiorno come lui.
Ma ben presto il giovane Brecht, si accorse che le poesie d'amore e d'affetto non erano fatte per lui. Abbiamo ritrovato infatti la prima rudimentale versione della suddetta poesia:

Caro Eugen Berthold Friedrich Brecht,
Non trovo niente che faccia rima con Eugen Berthold Friedrich Brecht

Non si può certo dire che sia un capolavoro.
Alla ricerca di nuove ispirazioni, Brecht trovò nella guerra la sua Musa ispiratrice. Affascinato dalle armi, dai soldati, dai campi di battaglia e dalle mine antiuomo che esplodono, in quegli anni scriverà Canzone per i cavalieri del reparto D, Leggenda del soldato morto e Sturmtruppen.
Il successo ottenuto, gli varrà la simpatia della Lega di Spartaco, il partito socialista tedesco, che Brecht amava definire amichevolmente «Un gruppo di comunisti coglioni e mangiabambini». Tuttavia, proprio quel gruppo di comunisti coglioni e mangiabambini erano l'unica via per Brecht per arrivare al successo internazionale, e così nel 1921 aderì alla Lega, entrando nella sede e gridando:

« Questa è SPARTACO! »

Conquistandosi così la simpatia dei socialisti, ma anche l'antipatia di chiunque lo vedesse per strada.
Intanto quello stesso anno era morta sua madre, alla quale dedicherà la Canzone di mia madre. L'anno dopo invece verrà a mancare il cugino, al quale invece dedica la Canzone di mio cugino. I due, tuttavia, non rivendicheranno mai la proprietà delle sopracitate canzoni.

I primi passi nel mondo culturale tedesco

Entrato in contatto con l'intellighenzia tedesca, attraverso raccomandazioni, mazze e mazzette riuscirà a pubblicare la sua prima opera: Tamburi nella notte. La trama non ve la stiamo a raccontare: un reduce della prima guerra mondiale scopre che la sua fidanzata sta per sposarsi con un industriale che si è arricchito durante la guerra. Sullo sfondo, ovviamente, un mondo di merda fatto di uomini di merda, uno stereotipo che Brecht si porterà avanti anche nelle opere future.
L'insuccesso di questo libro era scontato. Sarà tuttavia il filosofo Carl Zuckmayer ad aiutare il giovane drammaturgo, confidandogli:

« Ma perché cazzo devi parlare sempre di guerra? »

Brecht reagì subito con uno "Scusi ma chi è lei?", e quando si accorse che si trattava di un barbone che chiedeva due spicci, scappò a gambe levate. Tuttavia da quell'incontro Brecht impara due cose: che la guerra è fuori moda e che i barboni possono dare buoni consigli ("Mica sono negri o ebrei", pensava mentre svolgeva il suo Bar mitzvah in una sinagoga, con un Kippah in testa e un candelabro a sette bracci nella mano).

La nascita del Teatro Epico

La svolta la ebbe con la stesura di Mahagonny, il cui nome completo era Ascesa e caduta della città di Mahagonny, anzi per la precisione: Ascesa e caduta della città di Mahagonny by Eugen Berthold Friedrich Brecht. La tragedia, che narra di una città dove i soldi, la mancanza di leggi e di morale fanno da padroni, riprende il filone della serie "Il mondo è una merda", della quale Brecht ci aveva già dato un assaggio.
La rappresentazione di Mahagonny fu un vero problema per Brecht. Questa, infatti, richiedeva grandi doti recitative, oltre che un parlato sopraffino, una corporatura robusta ma al contempo duttile e una formazione teatrale che doveva aver seguito i grandi maestri dell'800. Insomma, a Brecht servivano grandi attori, e per ottenerli necessitava di grandi soldi. Non possedendoli, Brecht riunì a casa sua alcuni amici, ai quali tentò di insegnare chi erano Sofocle, Shakespeare e Goldoni.
Il risultato fu più o meno questo: alla prima di Mahagonny, gli attori recitarono talmente male, che al confronto Raul Bova era un esponente del teatro classico. Lo spettacolo, infatti, veniva continuamente interrotto. Dapprima, l'attrice principale fece cadere una sedia sopra il protagonista, il quale saltellando travolse la pianista, poi nella scena del ring, Joe venne messo realmente al tappeto, provocando l'intervento del 118. A condire il tutto fu la scena in cui Jim veniva processato, nella quale l'attore che lo interpretava cadde, provocando la caduta degli impianti, e scoprendo l'addetto alle luci nel bagno, mentre si stava facendo una bella cagata. Il tutto mentre un'attrice, riconoscendo sua madre tra il pubblico gli gridava: "Ciao mamma!".
La rappresentazione, che per Brecht rappresentava il suo foglio di via dalla scena teatrale tedesca



Robert Francis John Fitzgerald's Brother Kennedy, detto anche Bob, o più teneramente Bobby l'orsetto cuccioloso (...) è stato un politico americano democratico e figlio dei fiori, fratello del ben più noto John Fitzgerald Kennedy.

Proprio verso quest'ultimo, Bob soffriva di un grande complesso d'inferiorità, che lo ha portato, nel corso della carriera politica, a vestirsi, a muoversi, a mangiare e persino a morire come lui.

Venne ucciso a Dallas mentre era in macchina con la moglie.[1]

Infanzia e primi passi nella politica

Ottavo di sette figli



CLERICUS CUP

 
Il simbolo della Clericus Cup tra le due divinità: Gesù e il pallone.
« La messa è finita, andate in campo. »
« Andiamo ora con la schedina del Totocalcio... »

La Clericus Cup è il massimo campionato di calcio della Città del Vaticano. Esso è riservato agli iscritti agli istituti pontifici di Roma e ai battezzati. È organizzato dalla Federazione calcistica vaticana e riceve i finanziamenti dall'8 per mille dai milioni di fedeli che lasciano le loro offerte a San Pietro.

Storia

Era il 2007 quando il presidente della Federazione vaticana giuoco calcio e preghiera Joseph Ratzinger ebbe l'idea di realizzare un campionato di calcio della Città del Vaticano. L'idea fu un successo, e nel febbraio partì la Clericus Cup, che vedeva 16 squadre divise in due gironi danteschi da 8.
Lo scopo di tale manifestazione, come ha detto lo stesso Ratzinger, è diffondere il gioco del calcio nel Vaticano, per finanziare la nazionale vaticana, e -perché no- un giorno ospitare i mondiali di calcio!
La CEI fondò subito la sua squadra, la CEI Football Club, composta unicamente da vescovi, mentre nella zona di Castel Gandolfo è nato il Deportivo Castel Gandolfo. A queste si sono unite l'Unione Sportiva Cardinali e l'Atletico Guardie Svizzere.
Arrivati al massimo di 16 squadre, la Clericus Cup è partita, vedendo subito in testa la CEI FC, che, forte del suo bomber Camillo Ruini, ha subito messo a segno una striscia di 4 vittorie consecutive. Le partite vennero giocate il sabato, per fare in modo che la domenica il Papa possa annunciare i risultati durante l'Angelus alle folle di tifosi accorse in piazza San Pietro.

 
Camillo Ruini nell'Album Panini 2007.

Verso la fine del campionato in coda si creò una bagarre per non retrocedere in Serie B, con partite che sfociavano spesso in risse e scomuniche. La cosa venne risolta quando si scoprì che non esisteva nessuna Serie B.
Finito il campionato 2007 (vittoria della CEI con Ruini capocannoniere), il 2008 partì con l'addio al calcio giocato di Camillo Ruini, leader indiscusso della squadra della conferenza episcopale. Al suo posto venne chiamato Angelo Bagnasco, che tuttavia non seppe fare bene quanto il suo predecessore. La Clericus 2008 vedeva quindi un nuovo duello in testa: l'US Cardinali, la Iuventude e l'FC Internazionale (Fratellanza Clericale Internazionale). Lo scudetto venne vinto in volata dalla Iuventude, forte del suo capitano Don Piero. Tuttavia ci furono molte polemiche sulla vittoria, specialmente riguardo ad alcuni favori arbitrali a vantaggio della Iuve. La cosa sfociò in "Clericopoli" il processo nato dopo l'ascolto delle intercettazioni e le confessioni di Don Moggi, cardinale di Napoli e proprietario della Iuventude, che portò la squadra alla retrocessione in B per la prima volta e all'assegnazione dello scudetto d'ufficio all'Inter.
La Clericus Cup 2009 vide il ritorno della CEI FC, forte di un ritrovato Bagnasco. Sin dalle prime giornate si capì che la sfida si riduceva a due sole squadre: la già citata CEI e l'US Cardinali capitanata da Dionigi Tettamanzi, ai quali ancora bruciava la sconfitta dell'anno prima. Dopo un'accesa sfida, si arrivò al decisivo scontro finale, in una piazza San Pietro gremita di fedeli tifosi, che si concluse con la vittoria della Conferenza Episcopale per 2-0.
La Clericus Cup 2009-2010 ha visto invece un grande inizio della squadra dell' Avvenire, forti della loro stella Dino Boffo. Tuttavia dopo l'editoriale del direttore del quotidiano sportivo italiano "Il Giornale" Vittorio Feltri a proposito dell'utilizzo di sostanze dopanti da parte dello stesso Boffo, quest'ultimo si è dimesso da calciatore e ha lasciato il mondo del calcio. L'Avvenire ha poi perso la vetta a favore del Real Pellegrinos, un gruppo di pellegrini venuti da Madrid per giocare.

 
Immagine di una partita nel nuovissimo "Stadio Dio".

Squadre 2009-2010

Religione Nome
I 16 Benedetti[2]
CEI Football Club
Unione Sportiva Cardinali
Chierichetti United
Gli 11 per mille
Guardie Svizzere
I Seguaci di Padre Pio
Real Pellegrinos
Deportivo Castel Gandolfo
Pii XI
I Crocifissi
SSC Salesiani
I Valori Cattolici o Vu Cì
[3] Grandi Fratelli

Regole

La Clericus Cup dura dal giorno di Ognissanti a Pentecoste. Le regole sono diverse da quelle laiche e miscredenti del campionato italiano:

  • Le partite durano quanto una messa, perciò l'arbitro deve fischiare in latino. Il direttore di gara ha a disposizione, oltre che a quello rosso e giallo, il cartellino nero, per espellere dalla comunità cristiana, chiunque bestemmi in campo (per un goal sbagliato o per un rigore contro).
  • Il campionato dapprima accettava i laici, ma con la "chiusura delle frontiere" è stato vietato a qualsiasi non-cattolico di partecipare.
  • Le borracce devono contenere acqua santa.
  • Al triplice "Alleluja" dell'arbitro la partita è finita.
  • Sia lodato Gesù Cristo.
 
Sandro Piccinini si fa il segno della croce prima di mandare il treno dei servizi.

I Diritti TV

Per la stagione 2007 i diritti televisivi per le partite della Clericus sono state comprate da Tele Padre Pio, che trasmetteva le immagini dei goal durante il programma Domenica In Chiesa. Dopo l'incredibile successo anche RAI e Mediaset hanno tentato di accaparrarsi i diritti, in particolare la TV nazionale. Tuttavia, a seguito delle polemiche riguardanti il rifiuto del conduttore Franco Lauro di mettere il crocifisso in studio e cambiare la sigla con l'Ave Maria, è saltato tutto. Per la stagione 2009-2010 Controcampo ha acquistato i diritti, ceduti a Mediaset a patto che tra gli ospiti ci sia sempre un esponente della Chiesa e che Elisabetta Canalis se le copra. Nonostante l'iniziale rifiuto da parte della società, la Canalis ha infine deciso di mettere un cappello, per coprirsele. Le orecchie. Così antiestetiche.

Le strutture

Ciò che ha colpito di più della Clericus Cup è sicuramente il grande numero di impianti presenti in uno stato così piccolo come il Vaticano, costruiti, inoltre, in pochissimo tempo. Ciò ha fatto pensare a qualche speculazione edilizia, ma sarebbe impossibile per uno stato dai fondamenti così religiosi fare cose del genere. È come dire che i preti possono stuprare i bambini.
Lo stadio

Note

  1. ^ Come? Stiamo parlando di Bob Kennedy? E chi cazzo è Bob Kennedy?
  2. ^ La squadra finanziata direttamente da Ratzinger
  3. ^ Come potete vedere sono tutti pii e fedeli giocatori cattolici.