Tamerlano

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
« Meglio esser pronti con diecimila uomini che in ritardo con dieci. No, aspettate... Meglio esser pronti con diecimila uomini che in ritardo con diecimila. No, non era nemmeno così... Meglio dieci uomini che diecimila... No... Meglio soli che male accompagnati... Neanche... Meglio una gallina oggi che un uovo domani! »
(Tamerlano su aforismi.)

Tamerlano (latinizzato da Temur-i lang, "Temur il mongolo claudicante") fu un condottiero di origine tartarica fondatore dell'Impero timuride, che alla sua massima espansione comprendeva la Georgia, l'Anatolia, l'Egitto, la Persia, l'Uzbekistan, il Kazakistan, il Turkmenistan, il Kirghizistan e l'Andokazzostan. Purtroppo alla morte di Tamerlano, il suo impero andò tutto quanto a donnine e non nel senso sessuale del termine.

Tamerlano ritratto da un pittore che non sapeva regolare l'esposizione.

Il clan in cui nacque era composto da genti mongolo-musulmane e il padre millantava di discendere dal condottiero nomade Kharadhjar Baa-arlas Nukmen Halam Khan (nipote del Khan Erumdji Namur Samar-kahnad el-Barlas, il cui figlio Kadjuli Rahmpur Sahalam el-Barlas Khan conquistò la Kamchatka), di cui Taraghay Human Nashrid Nuyan el-Kahnad (il padre di Tamerlano appunto) era bisnipote. Inoltre si vantava pure di essere il primo del clan ad essersi convertito all'Islam, cosa di cui farsi vanto è oggettivamente impossibile, ma provateci voi a discutere con un nomade delle steppe armato fino ai denti.

Biografia

Adolescenza

Tamerlano nacque nel 1339 da qualche parte vicino a Samarcanda, il che è come dire ovunque visto che nessuno sa dove si trovi Samarcanda. In ogni caso era il figlio del capotribù e questo gli permise di passare i primi anni di vita a fare un cazzo insieme ai suoi amici, dedicandosi a giochi e sport quali il lancio della testa e l'abigeato.
Pare che proprio durante una di queste scorribande, per rubare alcune pecore da usare poi alla maniera sarda, il futuro Khan sia stato sorpreso dal proprietario di queste che, dimostrando quanta autorità potesse avere all'epoca un capotribù delle steppe, acciuffò il ragazzo e gli riservò lo stesso trattamento che Tamerlano voleva riservare alle pecore. Da quel giorno in poi, Tamerlano non riuscì più a camminare o a sedersi normalmente e fu così soprannominato "lo zoppo".

Alla morte del padre, gli succedette come capotribù, non prima di aver ammazzato tutti i pretendenti e aver fatto ammucchiare i loro teschi a formare una piramide. A questo punto decise che ammazzare la gente e far ammassare teschi gli piaceva un sacco e si mise in marcia per trovare nuove vittime e fu fortunato: all'epoca in Kazakistan c'erano tante tribù quanti fili d'erba nella steppa.
Tamerlano trascorse quindi i primi quindici anni del suo regno a vagare per le steppe massacrando indiscriminatamente tutto quello che gli si parava davanti fino a raggiungere il controllo totale sulla Trasnox Trianso Tfansiox sul bacino del lago d'Aral nel 1369.

Dopo aver sgominato tutti i suoi vicini, sposò la principessa mongola Saray Halak Malik Nampur Katun, bisnipote di Gengis Khan e assunse il titolo di Emiro. Come ogni buon dittatore che si rispetti, inoltre, istituì una serie di assemblee periodiche che avevano compiti di governo, mentre in realtà erano indipendenti quanto un pesce rosso nella steppa.

Un soldato dell'Orda d'Oro.

Conquiste a destra, a manca e pure al centro

Privo ormai di nemici a casa propria, Tamerlano decise di andarseli a cercare altrove, fornendo appoggio al sovrano diseredato del Khanato dell'orda d'oro Alakamìs Naramìs al-Toktamiš e permettendogli di salire al trono spodestando padre e fratelli vari, le cui teste furono minuziosamente accatastate a formare una piramide. Durante questa campagna, l'armata mongola saggheggiò anche Mosca, giusto per ammazzare il tempo.

Nel 1382 Tamerlano iniziò la sua conquista della Persia, scontrandosi con gli emiri di Herat e Bayhaq, una città che aveva preso il suo nome dopo un'accesa partita a Paroliere. Più che di uno scontro si trattò di un semplice passaggio: i due emiri, infatti, opposero tanta resistenza quanta quella dell'erba della steppa contro un cavallo lanciato al galoppo.

La campagna proseguì poi con l'attacco all'Azerbaijan, dove Tamerlano si scontrò con il suo vecchio alleato Toktamiš che voleva anche lui quella figurina. Nello scontro finì in mezzo anche la Georgia che stava solo passando di lì, ma fu ugualmente pestata a sangue da Tamerlano.
Nel 1387 fu conquistata l'ultima città libera della Persia, Shariz, un posto nei pressi dei monti Zagros i cui abitanti si arresero all'arrivo dell'orda delle steppe e per questo furono massacrati e i loro teschi ammassati a formare una piramide. Tamerlano poté quindi dedicarsi a tempo pieno a combattere Toktamiš, inseguendolo fino in Siberia ma senza riuscire a catturarlo, perché temette di cadere oltre il bordo della terra, se si fosse spinto ancora più a nord.

Dal 1395 in poi Tamerlano si occupò di pacificare le popolazioni assoggettate, il che voleva dire ammazzare quanta più gente possibile in modo da non avere fastidi. Distrutta Baghdad, con solito corredo di piramide di teschi, Tamerlano risolse la disputa tra le due tribù turcomanne della pecora nera e della pecora bianca, massacrandole entrambe. Seguì poi l'ultima campagna contro Toktamiš che questa volta fu catturato, ucciso e collocato nella sua piramide di teschi, perché Tamerlano era uno che portava sempre a termine ciò che cominciava. Sulla via del ritorno a casa, inoltre, distrusse il khanato di Astrakhan, perché il khan nemico gli aveva calpestato l'ombra.

Campagne in India

L'impero timuride scarabocchiato da un vandalo fissato con le frecce.

Approfittando di una guerra civile in corso, Tamerlano nel 1398 attaccò i regni della valle dell'Indo, arrivando a Delhi con la stessa facilità di un rinoceronte che carica attraverso la steppa. Qui dimostrò ancora una volta il suo amore per i lavori ben fatti, erigendo non una ma ben quattro piramidi di teschi e distinguendo tra uomini, donne, vecchi e bambini. Altro che quel barbaro di Attila! Nel 1399 tornò infine a Samarcanda e, visto che in Anatolia si era verificata una lieve ripresa demografica, decise di attaccare la regione.

Campagne d'Anatolia e Egitto

Tamerlano attaccò dunque gli Ottomani e, siccome i Mamelucchi erano di strada, pensò bene di attaccare pure loro, saccheggiando Damasco e massacrandone gli abitanti. Nel 1402 sconfisse definitivamente gli Ottomani nella battaglia di Ankara e catturò il sultano Salam Halem Bayezid Yıldırım di cui non si ebbe più notizia. Per quanto ben organizzato fosse, non riusciva ad etichettare ogni teschio delle sue piramidi con il nome dell'ex-proprietario.

Viaggio in Cina (sola andata)

Deciso a riedificare l'impero di Gengis Khan, Tamerlano si lanciò nella conquista della Cina ma, durante la marcia di avvicinamento attraverso la tundra siberiana, morì di freddo nel 1405, lasciando tutto il suo esercito nei casini. E non di quelli dove si va per far divertire il proprio membro erettile.

Dopo Tamerlano

Nella miglior tradizione mongola, l'impero di Tamerlano si frammentò, dopo la sua morte, in un numero imprecisato di tribù, regni e potentati in perenne conflitto tra loro: questo era il risultato per il quale Tamerlano aveva combattuto per tutta la vita.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Pare che avesse l'abitudine di far ammassare i teschi dei nemici sconfitti in gigantesche piramidi.
  • Non si riesce a capire se fosse analfabeta oppure no, certo è che saper scrivere non era così importante per chi aveva ai propri ordini un'orda di cavallerizzi assatanati.
  • La figura di Tamerlano ebbe un notevole influsso sulla cultura occidentale e il personaggio fu ripreso da Macchiavelli, Poe ed ebbe anche un momento di notorietà anche nel XXI secolo grazie al blockbuster "Maciste e Zorro contro Tamerlano e il Conte Dracula".

Voci correlate