Gelindo Bordin

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Gelindo a sei mesi.
« Con un nome così farà poca strada sicuramente. »
(Chiunque, al bar del paese.)
« Da quando ha imparato a camminare gli piace correre. »
« Gelindo Bordin! Gelindo Bordin! Che culo Gelindo!. »
(Paolo Rosi, telecronista Rai.)


Gelindo Bordin (Longare, un giorno dopo il pesce di aprile 1959, tutt'ora in vita), "Di legno" per gli amanti degli anagrammi, è un ex atleta italiano salito alla ribalta delle cronache sportive per aver casualmente vinto la medaglia d'oro alle olimpiadi di Seoul nel lontano 1988. È stato il primo italiano a truffare conquistare la maratona olimpica e il primo a finire nel dimenticatoio delle cronache sportive. Probabilmente avrebbe raggiunto la notorietà anche se fosse arrivato penultimo, non fosse altro per il ridicolo nome che i genitori gli hanno dato, per l'aspetto poco gradevole e gli odori emessi.

Gli inizi

L'incontro con lo sport avvenne alle scuole medie: non avendo voglia di fare un cazzo, scelse il ruolo di portiere nella improvvisata partitella giocata sotto un diluvio universale con meno cinque gradi centigradi in una splendida giornata invernale. In totale percorse dieci passi e prese quattro pappine. Nell'occasione dichiarò:

« Troppo faticoso questo sport! »

Il secondo approccio avvenne pochi giorni dopo: una lunga camminata a piedi, da casa fino all'ufficio anagrafe del comune. Cento metri per tentare (invano) di cambiare quel nome del cavolo che i genitori gli avevano dato e che, obiettivamente, portava sfiga.

« Guardi, neanche se vincesse la maratona olimpica possiamo cambiarle il nome. »
( Scontata risposta dell'impiegato.)
Gelindo impegnato nella maratona di Milano.

Si avvicina allo sport dilettantistico accompagnato dal padre su una fiat 127 color diarrea, per poi passare al professionismo direttamente con la sua auto. Inizia con le campestri per poter calpestare gli orti dei suoi amichetti che lo prendevano in giro, per passare alle corse su strada alla ricerca di prostitute a poco prezzo: vince il campionato allievi segaioli nel 1976 e approda nel 1978 alla nazionale juniores. Consapevole di avere eccezionali doti nelle gambe (ma solo lì), Gelindo decide di prepararsi al meglio per la maratona di Milano del 1984 con un estenuante allenamento su e giù per l'Italia che non passerà inosservato:

  • Passando da Catania fu notato da un boss mafioso che dalla disperazione sparò al giornalista che lo voleva intervistare ( tale Giuseppe Fava).
  • In umbria provocò un terremoto nella zona di Gubbio.
  • Vedendolo correre, Enrico Berlinguer (durante un comizio elettorale), venne colto da emorragia cerebrale.
  • All'attore Leopoldo Mastelloni scappò la prima bestemmia in diretta tv.

Carriera

Boston: una delle tecniche preferite dal preparatore atletico.

Dietro un grande atleta c'è sempre un grande preparatore atletico, preferibilmente eterosessuale. Gelindo fu notato allenarsi in prossimità di un cimitero da un certo Jack Kevorkian, dottor morte per gli amici, che notò subito le potenzialità del giovane Bordin. Quest'ultimo aveva un carattere introverso ed era di poche parole, comunicava con l'istruttore mediante sputi per terra:

  • Uno sputo: Si
  • Due sputi: No
  • Tre sputi: Fanculo, non ne ho più voglia! Indovina tua moglie con chi era ieri sera?

Grazie agli allenamenti (e strategie particolari) imposti dal preparatore, uniti all'uso della macchina della pietà e un tour in Terra Santa, Gelindo conquista il primo posto nella maratona di Milano del 1984. Dopo sei mesi correrà l'omonima corsa ad Hiroshima come rappresentante delle conseguenze fisiche della radioattività. Arrivò solo dodicesimo, prima di lui solo gli indigeni del posto. Trasferitosi al centro federale di Tirrenia, insieme ad un gruppo di altri atleti sfigati come Alessandro Lambruschini e Giuseppe Miccoli, conosce quella che sarà la sua fidanzata storica per anni: Orlando Pizzolato. Nel 1986 a Stoccarda conquista l'oro per distacco (della retina) proprio ai danni di Pizzolato, che riuscirà comunque ad arrivare secondo percorrendo gli ultimi metri grazie alla scia di sudore lasciata da Gelindo. L’anno dopo ai Campionati Mondiali di Roma l’atleta veneto conquista un bellissimo bronzo a soli dieci secondi dall’argento di un anonimo negro gibutiano; l’oro va a un venditore di monili keniano che quel giorno non aveva concluso affari a Lido di Ostia. Bordin si troverà a lottare di nuovo con questi due scarsissimi ominidi africani qualche anno dopo, in occasione dei Giochi Olimpici di Seoul, ma il risultato non sarà esattamente lo stesso! Nella primavera del 1988 ottiene la migliore prestazione italiana con il quarto posto nella maratona di Boston.

Seoul 1988

Il circuito.

Domenica 2 ottobre: mentre tua nonna prepara le lasagne, il nostro eroe si appresta a ricevere il pettorale per prendere il via alla competizione. Presentatosi per sbaglio al padiglione delle paraolimpiadi viene rimandato indietro dagli organizzatori, non prima di averlo trattenuto per gli accertamenti del caso. Colazione a base di stanozololo (gentilmente concesso da Ben Johnson conosciuto la sera prima), e installazione sottocutanea dell'apparecchiatura "come ti succhio l'acido lattico®" da parte del dott. Morte. Prodotto brevettato, diffidate dalle imitazioni. Sono 124 gli atleti al via, quasi tutti negri[citazione necessaria]. Fino al trentasettesimo chilometro non succede praticamente nulla: c'è chi parla di calcio, chi fa una partitella a carte, chi si fuma uno spinello e chi legge il regolamento della maratona. Gelindo, consapevole di essere poco piacevole alla vista, approfitta di alcuni vantaggi non trascurabili. Il pubblico lungo il percorso non lo guarda, tantomeno i giudici; può liberamente indossare quelle scarpette rosa con paillettes che gli piacciono tanto e contemporaneamente cospargere di vasellina parte del tracciato, imboccare la scorciatoia suggerita dal preparatore atletico e prendere il taxi direzione traguardo. Facile no? Gli unici a tenere il passo risultano essere gli ominidi africani già citati in precedenza. In prossimità dello stadio olimpico casualmente ricevono due avvisi: al gibutiano viene notificata una multa da parte di Equitalia, al venditore di monili l'appalto esclusivo per gestire i propri affari su tutto il litorale laziale. Gelindo taglia il traguardo con relativa facilità....

Curiosità

La conversione all'Islam.

Nel 1984 Al Bano e Romina Power pubblicano un edizione speciale di un loro successo a lui dedicato: Felicità (di cui viene riportato parzialmente il testo).

Felicità...

È vedere Giolindo su un autoblindo

la felicità...

È vederlo cascare giù per le scale

la felicità...

È sentirlo ansimare da quanto sta male

La felicità...felicità...

Guarda che nome che ha...

la gente lo schiva per finta pietà...

Corre da schifo si sa...

ma chi glielo fa fa....

Se non ti ricordi il motivetto cercatelo con "google", mica posso fare tutto io!

Gelindo oggi

Bordin davanti casa.

Non ha mai dato peso a quella medaglia; almeno fino a quando non si è recato a un "compro oro" di Gallarate: con il ricavato si è regalato un telegatto replica su ebay e un appezzamento di terreno per coltivare zafferano. Puro istinto animale imprenditoriale!

Recentemente è riuscito a comprendere il complicato meccanismo che regola vocali e consonanti nella lingua italiana: per festeggiare ha scritto un libro, l'unico al mondo in cui è l'acquirente a ricevere i soldi. Ancora lo deve leggere.

Grazie a una agenzia interinale lavora presso uno zoccolificio del nord d'Italia. Ha acquistato qualche chiletto, la barba ha preso il sopravvento e, di tanto in tanto, si concede qualche corsetta al parco. Per dare da mangiare ai piccioni ovviamente...

Voci correlate