Gaio Svetonio Tranquillo: differenze tra le versioni

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==Biografia==
==Biografia==
Nacque sull'isola Bonsai, un atollo situato tra [[Urano]] ed [[Hardcore|Arcore]] dal nano da giardino [[Berluscolo|Silvio Berlusconi]] e dall'all'epoca già famoso Bartolo, il koala pagliaccio. Gaio già da piccolo veniva preso in giro dai tonti compagni di classe per il suo nome e la sua innata sensibilità, da qui -sostiene lui stesso- l'abitudine a farsi la tinta ogni settimana (perfino in tarda età quando ormai di capelli ce ne erano pochi), la manicure dall'estetista e a raccontare enormi cavolate nei suoi scritti. Visto il carattere problematico del giovane, la gente cercava di assecondarlo finchè, dopo essersi candidato a capo Bonsai ed su consiglio del padre aver promesso un milione di posti di lavoro invano, la gente si stufò e lo imbarcò su una chiatta dell'immondizia.
Le poche e incerte notizie sul luogo di nascita sono dovute a scavi archeologici compiuti nel centro [[Lazio]]: gli studiosi, prudenzialmente, collocano la presunta cittadina in una fascia compresa tra il pianeta [[Marte]] e il [[Molise]]. Notizie decisamente più certe (ci vuol ben poco) si hanno per quanto riguarda la data di nascita, grazie al ritrovamento di una pergamena, recante la firma dell'imperatore [[Adriano]], dal tono decisamente amichevole e colloquiale:
Le fonti indicano come data di sbarco a Roma il 12 Maggioglio del 79 d.C, anno della morte dell'imperatore [[Vespasiano|Tito Flavio Vespasiano]] e dell'inizio del regno del figlio [[Wa(l)ter Tito|Tito (imperatore)]]. Subito si distinse per l'orrenda dialettica perorando la causa di una [[prostituta|tua sorella]], ma finì lapidato dopo otto ore di sermone dalla stessa prostituta.
{{quote|Carissimo Svetonio, se non la pianti di lasciare i tuoi libri in giro per la mia domus ti faccio esiliare, maledetto l'anno che [[tua madre]] cagna t'ha generato}}
Salvatosi per miracolo, fu accolto dall'imperatore come precettore del fratello [[Domiziano|Tito Flavio Domiziano]]. Fu proprio questo connubbio che portò il futuro imperatore alla follia, tentando di introdurre a Roma la riforma telematica. il passo però fu più lungo della gamba, dato che il computer non era ancora stato inventato.
L'anno della cagna è, nel funambolico calendario romano, il 70 d.c.

[[File:Statua cesare.jpg|thumb|right|Svetonio nella sua espressione migliore.]]

Svetonio studiò retorica, giurisprudenza e lesse molto dal parrucchiere, divenendo avvocato e, particolare non secondario, il maggiore esperto in gossip di tutta Roma.
Ricoprì cariche importanti sotto l'imperatore [[Adriano]], probabilmente tisanologo imperiale, da cui deriverebbe l'aggiunzione del cognome Tranquillo. Fu inoltre il segretario personale di Traiano: grazie a tale qualità aveva accesso alla biblioteca privata dell'imperatore e al suo colossale minibar, del quale si serviva sovente. Della sua vita non si hanno molti altri dati certi: l'ultimo è il suo allontamento da parte dell'imperatore Adriano nel 122, per motivi non chiari, ma dovuti probabilmente alla grave [[aereofagia]] che l'aveva colpito. Anche la data di morte non è conosciuta, ed è posta abbastanza a caso dai principali storici moderni. Chi siamo noi per smentirli?


==Opere==
==Opere==

Versione delle 17:40, 8 ott 2011

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« Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. »
(Gaio Svetonio Tranquillo - De Vita Caesarum)
« Ma che vuole questo? »
(Lupo su Gaio Svetonio Tranquillo)

Gaio Svetonio Svitato (e) Tranquillo (latino: Gaius Suetonius Swing and Sciallus; Isola bonsai, 70 d.C - Mar Morto, ???) è stato il massimo esponente di satira storica latina, così famoso che nessuno, nemmeno gli studenti di letterature antiche, se lo ricorda mai. Confermata la sua reale esistenza tramite le sedute spiritiche di Mistero, appare come un buffo omino alto un metro e un Furby che ogni volta che si palesa tenta di vendere le sue opere scadenti (di cui effettivamente a nessuno importa un accidente...) ai poveri malcapitati. se mai vi apparisse in sogno portate pazienza e assecondatelo. Nella peggiore delle ipotesi vi ritroverete con l'anima fottuta e il De viris illustribus in mano. Tra i suoi seguaci più affiatati troviamo Alfonso Signorini, Emilio Fede e Mr. Lui.

Biografia

Nacque sull'isola Bonsai, un atollo situato tra Urano ed Arcore dal nano da giardino Silvio Berlusconi e dall'all'epoca già famoso Bartolo, il koala pagliaccio. Gaio già da piccolo veniva preso in giro dai tonti compagni di classe per il suo nome e la sua innata sensibilità, da qui -sostiene lui stesso- l'abitudine a farsi la tinta ogni settimana (perfino in tarda età quando ormai di capelli ce ne erano pochi), la manicure dall'estetista e a raccontare enormi cavolate nei suoi scritti. Visto il carattere problematico del giovane, la gente cercava di assecondarlo finchè, dopo essersi candidato a capo Bonsai ed su consiglio del padre aver promesso un milione di posti di lavoro invano, la gente si stufò e lo imbarcò su una chiatta dell'immondizia. Le fonti indicano come data di sbarco a Roma il 12 Maggioglio del 79 d.C, anno della morte dell'imperatore Tito Flavio Vespasiano e dell'inizio del regno del figlio Tito (imperatore). Subito si distinse per l'orrenda dialettica perorando la causa di una tua sorella, ma finì lapidato dopo otto ore di sermone dalla stessa prostituta. Salvatosi per miracolo, fu accolto dall'imperatore come precettore del fratello Tito Flavio Domiziano. Fu proprio questo connubbio che portò il futuro imperatore alla follia, tentando di introdurre a Roma la riforma telematica. il passo però fu più lungo della gamba, dato che il computer non era ancora stato inventato.

Opere

De viris illustribus

Il De viris illustribus ("I personaggi famosi"), che trova un suo chiaro precedente in Alfonso Signorini, analizza le figure di personalità famose suddividendole in categorie: poeti, oratori, storici, filosofi, grammatici, cantanti pop, attori, calciatori e retori (questi ultimi sono trattati come un unico gruppo). Dell'opera si conserva pressoché intatta soltanto l'ultima sezione, con tanto di formazione scudetto dell'As Roma dell'anno 100.

De vita Caesarum


Le Vite dei dodici Cesari sono a noi giunte pressoché complete e con qualche riferimento che non sia correlato da "forse" o "probabilmente". Furono scritte in un periodo molto breve, infatti il letterato latino acquisì, non appena pubblicata l'opera, il soprannome di "Sveltonio", modificato in "Sveltina" dai suoi gelosi detrattori. Nell'analisi di ciascun imperatore Svetonio segue uno schema che, seppur non rigido e modificabile a seconda delle esigenze dell'autore, rimane sempre lo stesso: descrizione delle origini familiari, aneddoto curioso, carriera prima dell'assunzione al potere, aneddoto divertente, vita pubblica, aneddoto inquietante, vita privata, aneddoto aneddotico, aspetto fisico e ultimi aneddoti prima della morte.

Opere perdute


Sotto il nome di Svetonio sono pervenuti anche alcuni titoli e frammenti di argomento svariato, ma l'autenticità dell'insieme dei frammenti (non ci crederete) è tuttavia troppo incerta e gli storici, professionalmente, se ne battono altamente il cazzo.

Voci aneddoticamente correlate