Erich Priebke: differenze tra le versioni

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Appena sbarcato in [[Italia]], con eccellente tempismo tedesco, la mattina dell'[[8 Settembre '43]], il ''giovane'' [[Schettino|capitano]] deve affrontare a viso aperto i gravissimo problemi che infuriavano nel paese.
Appena sbarcato in [[Italia]], con eccellente tempismo tedesco, la mattina dell'[[8 Settembre '43]], il ''giovane'' [[Schettino|capitano]] dovette affrontare a viso aperto i gravissimo problemi che infuriavano nel paese.
Al suo arrivo la [[roma|capitale]] si presentava infatti devastata: Gli edifici erano stati dati alle fiamme, i morti si accatastavano agli angoli delle strade, una folla immane girava per le vie del centro urlando [[slogan]], rovesciando cassonetti, lanciando [[molotov]] e [[bombe carta]] ai poveri malcapitati.
Al suo arrivo la [[roma|capitale]] si presentava infatti devastata: Gli edifici erano stati dati alle fiamme, i morti si accatastavano agli angoli delle strade, una folla immane girava per le vie del centro urlando [[slogan]], rovesciando cassonetti, lanciando [[molotov]] e [[bombe carta]] ai poveri malcapitati.
Si da il caso, infatti, che proprio quel giorno la [[Roma]] avesse perso il [[derby]] di [[Coppa Italia]] con la [[Lazio]].
Si da il caso infatti che proprio quel giorno la [[Roma]] avesse perso il [[derby]] di [[Coppa Italia]] con la [[Lazio]].


[[File:Lupo della melavisione.jpg|right|thumb|250px| [[Erich Priebke]] si rivolge alle telecamere per annunciare l'avvenuto eccidio, in alta uniforme]]
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I condannati a morte furono messi in fila sull'orlo delle [[fosse Ardeatine]], profonde una [[millemila|ventordicina]] di metri, e venne dato l'ordine di aprire il fuoco.
I condannati a morte furono messi in fila sull'orlo delle [[fosse Ardeatine]], profonde una [[millemila|ventordicina]] di metri, e venne dato l'ordine di aprire il fuoco.
A causa della sua ''scarsa'' mira, il vecchio [[Erich Priebke|Priebke]] centrò tutto eccetto che i prigionieri, a causa della [[miopia]] acuta, uccidendo anche una ventina di suoi soldati.
A causa della sua ''scarsa'' mira, il vecchio [[Erich Priebke|Priebke]] centrò tutto eccetto che i prigionieri (anche la [[miopia]] cominciava a tirargli brutti scherzi), uccidendo anche una ventina di suoi soldati.
Dopo la fucilazione di altri prigionieri [[italia|italiani]] e del soldato [[Schmidzt]](che per motivi non ancora ben chiari era stato incluso nella seconda lista dei condannati), attuata per compensare l'''errore'' appena commesso, le cavità furono chiuse con il cemento armato, e [[Erich Priebke|Priebke]] fu {{s|internato in un'ospizio in attesa di condanna da parte della corte Marziale}} congedato dall'esercito come riconoscimento del suo valore.
Dopo la fucilazione di altri prigionieri [[italia|italiani]] e del soldato [[Schmidzt]](che per motivi non ancora ben chiari era stato incluso nella seconda lista dei condannati), attuata per compensare l'''errore'' appena commesso, le cavità furono chiuse con il cemento armato, e [[Erich Priebke|Priebke]] fu {{s|internato in un'ospizio in attesa di condanna da parte della corte Marziale}} congedato dall'esercito come riconoscimento del suo valore.



Versione delle 17:51, 25 ott 2013


Template:Hitlerapprova


« Prendete kvuesto, sporchi traditori Italiani! Italienisch Bastarde lebendig Hitler Scheiße! AAAAAAAAA!  »
(Erich Priebke in preda al delirio mentre spara sui condannati a morte)
« Emh, mein großer Felder , Non per contraddirla, ma quelli sono i nostri soldati... »
(Il soldato semplice Schmitz mentre firma in maniera poco ortodossa la sua condanna a morte)


Erich Priebke (Barcellona Pozzo di Gotto, 1813 - Roma, l'altro giorno) è stato un militare tedesco (capitano delle SS nella Seconda Guerra Mondiale), ma anche cantautore, scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta, dottore della Croce Rossa internazionale, prodigo benefattore, principale azionista di Greenpeace e per ultimo, ma non per meno importanza, calciatore professionista della Nazionale di calcio Argentina.

Viene tuttavia ricordato da qualche bifolco comunista mangiabambini come pianificatore ed artefice del barbaro eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui vennero trucidati 335 italiani per parificare i morti tedeschi in un precedente attentato[senza fonte]. Ma noi non crediamo a queste sciocchezze propagandistiche di stampo Sovietico, nevvero?


Biografia

« Fatti gli affari tuoi piccolo Erich, e camperai cent'anni! »
(La nonna al piccolo Priebke)

Erich CartmannEduard Leopold von Bismarck-Schönhausen Priebke nacque nei primi dell'800 da una famiglia di origine nobile in una ridente cittadina di montagna tedesca, immersa nella natura, circondata da ruscelli splendenti, animali selvatici, alberi secolari e tante altre bellezze paesaggistiche che non sto qui a descrivervi: Insomma, un vero paradiso. La famiglia Priebke era rinomata già all'epoca per la tradizione militare quanto per l'incredibile ed ereditaria longevità: Il padre, infatti, aveva combatutto gloriosamente nella guerra dei sette anni nei ranghi Prussiani, mentre il nonno, Odoacre Von Priebken aveva deposto Romolo Augusto dal trono imperiale qualche secolo prima.

Priebke da bambino

Tutto in città procedeva perfettamente, secondo le usanze del tempo. I raccolti erano regolari, i treni in orario, e si svolgeva quotidianamente l'attività principale: La "caccia all'ebreo".

Dopo la guerra del 15-18 però, le cose andarono peggiorando, ed il giovane Erich, per non disonorare la famigghia, fu costretto ad arruolarsi nelle temibili SS, dove fece in breve tanta carriera,

distinguendosi per evidenti meriti militari e civili.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, fu presto inviato al fronte russo, dove si distinse egregiamente per una patologica quanto precoce demenza senile.

I generali dell'esercito, non sapendo di che farsene di un

eccellente soldato come Priebke, decisero di mandarlo dove non avrebbe più combinato disastri, data la situazione già più che compromessa, e dove la demenza senile, più che danneggiarlo, l'avrebbe anzi favorito nella scalata al potere.


L'eccidio e la fuga

« Una mano alla capeza... Una mano alla cintura... Un movimento, sexy! Un movimento sexy! »
(Priebke spiega dettagliatamente alle truppe la strategia da utilizzare per pepretare la strage)

Appena sbarcato in Italia, con eccellente tempismo tedesco, la mattina dell'8 Settembre '43, il giovane capitano dovette affrontare a viso aperto i gravissimo problemi che infuriavano nel paese. Al suo arrivo la capitale si presentava infatti devastata: Gli edifici erano stati dati alle fiamme, i morti si accatastavano agli angoli delle strade, una folla immane girava per le vie del centro urlando slogan, rovesciando cassonetti, lanciando molotov e bombe carta ai poveri malcapitati. Si da il caso infatti che proprio quel giorno la Roma avesse perso il derby di Coppa Italia con la Lazio.

Erich Priebke si rivolge alle telecamere per annunciare l'avvenuto eccidio, in alta uniforme

Mentre ancora i soldati tedeschi si chiedevano come fosse possibile tutto quel casino per una partita di calcio, nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale, con gli alleati che sopraggiungevano da Sud e con gli stessi tedeschi che si stavano impadronendo dell'Italia da Nord, Priebke prese il posto del vice-comandante Arthur Reichleitner Liebehenschel Von Wünnenberg deceduto negli scontri avvenuti nella capitale (pare fosse stato scambiato per un tifoso della Lazio), entrando così nelle grazie di Albert Kesselring, che dirigeva le operazioni belliche in Italia.

L'amicizia con Kesserling fu per Priebke la sua fine. Qualche tempo dopo, durante il Capodanno del 1944, alcuni turisti napoletani, residenti in un Bed and Breakfast in Via Rasella, decisero di festeggiare alla maniera napoletana, con petardi, colpi di pistola, bombe a mano e Dinamite. Sempre per uno strano scherzo del destino[citazione necessaria], proprio in quel momento stava passando una pattuglia di giovani reclute delle Waffen-SS, che subì gravissime perdite. I napoletani cercarono di giustificarsi con frasi del tipo "ma vafammocc a kitemmuort' o "bucchin' e mammete!", provocando però la ferma e decisa reazione dei nazisti che li trucidarono sul posto. Non contenti di questo, su ordini di kvante furher di kvante Germania, ordinarono una feroce rappresaglia per rendere giustizia ai caduti.

Per la rappresaglia furono scelti

solo degli obiettivi precisi, sopratutto detenuti partigiani ed ebrei sovversivi.

Nel frattemmpo però la demenza senile del capitano Priebke andava peggiorando, impedendogli anche di espletare le più semplici funzioni corporali. La sua vecchiaia l'aveva però portato ai piani alti del governo italiano che, dopo la caduta del Fascismo aveva avuto bisogno di un netto rinnovamento della classe politica per risolvere la situazione. Priebke si dimise quindi dalla presidenza del Consiglio, su ordine di Kesserling, per dedicarsi pienamente all'attività bellica.

Alle 11.64 dello stesso giorno, lo stesso capitano si accollò la responsabilità dell'eccidio, seppur pervaso da un profondo cordoglio e senso di colpa che però erano vinti dall'irrefrenabile voglia di centrare almeno un obiettivo durante la sua carriera militare.

I condannati a morte furono messi in fila sull'orlo delle fosse Ardeatine, profonde una ventordicina di metri, e venne dato l'ordine di aprire il fuoco. A causa della sua scarsa mira, il vecchio Priebke centrò tutto eccetto che i prigionieri (anche la miopia cominciava a tirargli brutti scherzi), uccidendo anche una ventina di suoi soldati.

Dopo la fucilazione di altri prigionieri italiani e del soldato Schmidzt(che per motivi non ancora ben chiari era stato incluso nella seconda lista dei condannati), attuata per compensare l'errore appena commesso, le cavità furono chiuse con il cemento armato, e Priebke fu

congedato dall'esercito come riconoscimento del suo valore.


Gli anni in Argentina ed il processo

Come tutti sanno, il successo degli Alleati non tardò ad arrivare e Priebke, insieme ad altri ufficiali nazisti fu incarcerato e condannato a morte. Per motivi ancora oscuri[citazione necessaria] anche se è ormai risaputo il ruolo della Chiesa cattolica nell'aver fatto scappare e quindi sparire in Sud America tutti i criminali nazisti latitanti in Europa, sintomo di qualche irresistibile ''simpatia'' nei loro confronti l'ex ufficiale nazista riuscì ad imbarcarsi in un cargo e fuggire in Argentina, dove fece sparire in fretta le sue tracce.


Priebke in nazionale di durante gli anni in Argentina contro la madrepatria Germania. In seguito si scoprirà che i due difensori in foto che lo marcano ad uomo sono in realtà agenti dei servizi segreti tedeschi sotto copertura

Dopo alcuni anni passati nei peggiori bar di Caracas, tra ballerine di tango promiscue e super alcoolici, ecco la svolta epocale: Rivelatosi un prodigio calcistico, l'ex SS viene ingaggiato dal Boca Juniors come centravanti, ma spesso usato come trequartista, laterale destro, sinistro, centrale e occasionalmente come portiere. La sua versalità lo rese famoso a tal punto da arrivare a giocare, negli anni '80, nella nazionale del Maradona dei tempi d'oro.

Forse a causa dell'alzhaimer galoppante, o forse della crescente notorietà al pubblico dovuta alla nuova professione, il vecchio capitano si dimenticò totalmente delle tremende azioni commesse in Europa, convincendosi di essere sempre vissuto in Argentina e di chiamarsi Juan Peròn Barroso de la Roca Domingo Suarez y Lopèz Belèn Rodriguèz. Nel frattempo però, a turbare il nuovo Status quo, i servizi segreti israeliani ed americani, che si erano messi sulle sue tracce. Il governo italiano, però, per dimostrare la sua efficienza, insistette pesantemente affinchè le operazioni di ricerca fossero guidate dai più efficienti servizi segreti nostrani.

Come era facilmente intuibile, dopo 50 anni di ricerche inutili, che li avevano portati dalla Papua Nuova Guinea fino nelle isole Samoa, provocando ingenti perdite di uomini, mezzi e denaro, tutti dovettero arrendersi all'evidenza:

Priebke si era nascosto troppo bene.

In Argentina, intanto, l'ex ufficiale era diventato l'idolo delle folle: Soprannominato el Matador nazìsta, la sua faccia era su tutti i giornali e su tutte le televisioni nazionali ed internazionali, e la sua storia stava facendo il giro del mondo. Partecipò inoltre più volte come opinionista calcistico alla trasmissione Diretta Stadio su La7, contendendosi il posto con un giovane quanto agguerrito Tiziano Crudeli. Dopo aver incantato un'intera generazione di giovani argentini per una ventina d'anni, onorando una carriera che l'aveva anche portato a firmarsi campione del mondo nell'86, Priebke decise di ritirarsi dal calcio (con tanto di cerimonia ufficiale in diretta TV mondiale), e andare a vivere in una mega villa placcata in oro, nel quartiere più cool di Buenos Aires.

Nel 1994 però, successe un fatto che ha dell'incredibile. La polizia di Buenos Aires, che seguiva da anni uno stalker maniaco e psicopatico, autore di più di un migliaio di scherzi telefonici e telefonate minatorie in tutta la città (un certo Jorge Mario Bergoglio), incappò in un'intercettazione che si rivelò per l'ex ufficiale fatale:

Bergoglio: Ciao Erich, sono Papa Francesco.
Priebke: Ma Porcoddio chi è che rompe il cazzo alle 5 di mattina?! Heilige Scheiße Hündin!
Bergoglio: Ma no Erich! Aspetta, io so tutto... so cosa hai fatto la scorsa estate, ma soprattutto durante la guerra. Me l'ha detto il mio amico cardinal Joseph Ratzinger, ricordi? Il prete al quale hai allungato una mazzetta per farti scappare dall'Europa. Io sono il futuro Papa Francesco, sono qui per redimerti. Non senti la voce del Signore dentro di te?
Priebke: Stammi a sentire brutto lurido verme codardo, se ti metto le mani addosso ti sbudello come un pesce e poi mi bevo il tuo sangue! Io ti ammazzo! Ne ho già ammazzati tanti, ammazzo pure te!

Queste brevi ma intense battute furono subito trasmesse dalla polizia argentina ai colleghi d'oltreoceano,

senza chiedere alcun compenso, ma solo per assicurare finalmente il criminale alla giustizia.

« Eddai raga'... sono appena tornato! »
(Erich Priebke risponde alle domande dei PM)

Nel 1995 iniziò quindi il processo ad Erich Priebke, al quale furono imputati i seguenti crimini contro l'umanità:

« Ma no, io non sono un nazista! Sarò pure un bugiardo, un maiale, un idiota, un nazista, ma vi assicuro che non sono una pornostar. »
(Erich Priebke si difende davanti ai giudici della Corte d'Appello)

L'ex capitano però, afflitto dalla congenita demenza senile sempre più pregiudicante per ogni atto giuridico e non , non risultò essere molto collaborativo con i magistrati limitandosi, durante il processo, a guardarsi intorno per la stanza, destarsi per ogni minimo rumore convinto che suonasse il cellulare a qualcuno o a pronunciare frasi sconclusionate, del tipo "una volta qui erano tutti campi..." o "quando c'era lui, si poteva dormire con la porta aperta!.

[[File

Come era previdibile, dopo 15 anni di processi all'italiana, ricorsi e contro ricorsi, i giudici della Corte d'Appello, con a capo l'allora magistrato Antonio Di Pietro dichiararono la colpevolezza del Priebke con una sentenza che sarebbe diventata storica: "L'imputtato e stato brutto e cativo. Lo condano a andare in gallera. Ecco.", costringendo quindi l'ormai ultracentenario vecchietto agli arresti domiciliari.

La morte e i funerali

« Prima di morire voglio arrabbiarmi per una notizia letta sul giornale. "Il Presidente visita l'Europa"?! Con i miei soldi?! »
(Priebke poco prima di morire per un arresto cardiaco)

Il ventordici Ottobre2013, dopo vent'anni di domiciliari, il nostro eroe

viene trovato dal suo avvocato senza vita sul divano di casa sua. Pare che si fosse lasciato morire di inedia dopo aver scoperto che Centovetrine fosse solo un Tele-film, e per di più scadente.

Suor Celestina, adorabile vecchietta deceduta nel posto sbagliato al momento sbagliato

I funerali si rivelarono disastrosi per la piccola comunità di Albano Laziale, dove l'ex ufficiale nazista aveva trascorso gli ultimi anni di vita. Il trasporto della salma nella chiesa stabilita dai parenti si rivelò per alcuni l'occasione di poter rispolverare le vecchie bandiere rosse in soffitta da decenni, per altri di indossare caschi e passamontagna per montare un po' di casino.

Il pomeriggio stesso, infatti, ha avuto luogo una violenta manifestazione, volta proprio a fare

desistere pacificamente le autorità locali dal seppellire lì il cadavere del criminale nazista, memori ancora dell'atroce delitto. [1]

L'auto contenente il cadavere di Suor Celestina , scambiato per quello dell'ufficiale nazista, mentre viene presa a calci e sputi dalla folla inferocita

Si da il caso, però, che proprio quel giorno fosse morta, nel convento delle "Piccole suore della Sacra famiglia", una simpatica vecchietta di nome Celestina, ricordata dalle consorelle come una signora "buona, gentile e disponibile con tutti, che ha dedicato tutta la sua vita a fare del bene agli altri ed essere fedele ai princìpi morali della religione Cristiana".

I manifestanti

accecati dall'ira, nel vedere passare il carro funebre contenente la salma della suora, si gettarono addosso a quest'ultima, prendendo i vetri a bastonate e tirando fuori la bara dall'auto, per poi appiccarle fuoco, spento successivamente con l'urina degli stessi manifestanti.

I parenti di Priebke, terrorizzati da quest'azione, ordinarono quindi che il carro funebre del capitano, a pochi metri da quello di suor Celestina cambiasse immediatamente direzione, e si dirigesse in una chiesa sconsacrata in attesa che si fossero calmate le acque.

Accortisi dell'errore, i manifestanti si dirigevano imperterriti all'esterno della struttura che conteneva la salma di Priebke, innescando scontri con la Polizia e risse con gli altri manifestanti Neo nazisti giunti sul posto anch'essi pur di far baldoria allegramente.

A conclusione della vicenda, tanto hanno fatto, tanto hanno detto, che la salma è stata trasferita in una caserma dell'aereonautica militare, in attesa di essere sepolta in un luogo segretissimo.


Galleria fotografica della manifestazione


Note

  1. ^ Elementari, medie e superiori a leggere "Se questo è un uomo" o la "Livella", a fare lezioni sulla dignità umana, sull' assurdità della vendetta. E il risultato è un bordello inaudito montato per un funerale. Qual'è il problema di noi italiani?


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