Addio al celibato

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« Finalmente una buona ragione per sposarsi. »
(Men's Health sull'addio al celibato)
« Ragazzi, ragazzi... perché organizzate queste cose? Io amo la mia ragazza! »
(Lo sposo prima dello strip)
Ecco un tizio che domani non vede l'ora di sposarsi.
« Togliti le mutande! Togliti le mutande! »
(Lo stesso sposo dopo l'inizio dello strip)

L’addio al celibato è quel rito goliardico con cui una coppia si fa le corna ancor prima di essere sposata. Se chiedete ad un uomo perché vuole fare l’addio al celibato egli vi risponderà:

« Eh beh, è il mio ultimo giorno di libertà e me lo godo! »

Quindi matrimonio = carcere a vita, un’ottima premessa prematrimoniale.

Se invece chiedete a una donna perché vuole fare l’addio al nubilato ella vi risponderà:

« Beh... così... sai... per provare... »

Traduzione: no dico, hai visto chi devo sposare domani? È l'ultimo giorno per spupazzarmi qualche uomo decente in vita mia!

Il fidanzato visto come un bidet con le manopole, anche questa è un’ottima premessa.

La conclusione evidente degli scienziati di tutto il mondo è che l'addio al celibato sta bene a tutti, è quello che c'è dopo che si vorrebbe evitare assolutamente. L'uomo che inventerà l'addio al celibato rimanendo celibe riceverà senz'altro il premio Nobel alla cazzimma.

L’addio al celibato

L’addio al celibato presenta da sempre il suo lato positivo e quello che da tutti viene definito il "megarovescione della medaglia". Il lato positivo è che è possibile mettere le mani nelle mutande di una donna che non sia la tua futura moglie senza finire dagli avvocati ancor prima della cerimonia. Il “megarovescione” è rappresentato da quell’eterna e drammatica domanda che tutti gli sposi si pongono alla fine di questa goliardica serata:

« Ehi! Guarda quante donne in una sola sera... ma chi cazzo me lo fa fare di sposarmi domani? »

In realtà tutto è stato organizzato dai vostri amici più stronzi apposta per farvi cambiare idea ma un uomo in piena maturità sessuale è talmente annebbiato dai suoi ormoni da pensare davvero che le ragazze in bikini escano dalle torte tutti i giorni, e così anche il giorno del matrimonio andrà scavando nella torta nuziale come una pala meccanica, in cerca di qualche segno di vita:

« Azz! Stavolta l’avete nascosta bene, eh? »
(Sposo ai suoi amici mentre fruga nella torta nuziale con le mani)

Un po’ di storia

La festa di addio al celibato esisteva già al tempo dei fenici, dove lo sposo andava a letto con una dozzina di donne il giorno prima del matrimonio. Alla donna non era consentito fare lo stesso ma in compenso era la donna a scegliere con chi, o cosa, dovesse fare sesso il futuro marito. Per motivi a noi rimasti ignoti le feste di addio al celibato presso i fenici erano rarissime.

Al tempo degli egizi l’addio al celibato era lecito e praticato, ma si poteva fare sesso solo con la faraona. La gallina.

Di solito dopo serate del genere le rappresaglie femminili sono tremende.

I romani invece non gradivano l’addio al celibato, preferivano di gran lunga il “benvenuto all’amante fissa” e si dilettavano in questa pratica subito dopo il matrimonio.

Anche in tempi più recenti non sono mancati episodi eclatanti: nel 1868 Umberto I prima di sposare la Regina Margherita di Savoia organizzò uno storico addio al celibato con cubiste brasiliane in topless e fiumi di Bacardi allungato col bicarbonato. Di quella memorabile sera ci rimane un tanga masticabile alla fragola (conservato al Museo delle vergogne regie di Bassano della Grappa) e le parole di uno degli invitati, il marchese di Rudinì:

« Non ho mai visto tanti culi femminei in vita mia. »

Preparare l’addio

Una settimana prima delle nozze: è lì che bisogna temere l’organizzazione del festino da parte degli amici. Di solito rapiscono lo sposo all’alba con una scusa credibile (vieni a vedere il lungomare di Milano, dai!!) e lo sottopongono ad una serie di prove degne di un Centro addestramento reclute. Quando farà ritorno, se farà ritorno, nulla sarà più come prima.

Il night club

« 

E io vidi quattro fiere che sanza alcun riposo,
Con la lingua viscida strusciavano lo sposo,
Ed una col frustino e un perizoma leopardato,
fammi capir ch’era la bolgia degli addii al celibato.

 »
(Dante Alighieri, Divina Commedia)

Il night dell’addio al celibato è un marcio luogo di perdizione, pieno di luci stroboscopiche, musica ad altissimo volume, donne lascive e seminude, insomma una via di mezzo tra il Crazy Horse e una puntata di Lucignolo. Lo scopo è chiaramente la copula prematrimoniale: la sposa lo sa, gli amici lo sanno, lo sposo lo spera fortemente.

L'ultima novità dall'America: il SuperObama.

Ed ecco che il futuro marito viene messo su una sedia al centro del palco e da dietro le quinte spunta la quinta di Jasmine (in realtà si chiama Assuntina, ma il nome francese fa più porca). Jasmine è talmente procace che le sue tette la precedono di cinque secondi. Avanza lenta e ancheggiante come una top model con una protesi al bacino e inchioda il suo tacco a spillo sulla sedia a 2 centimetri dai testicoli dello sposo. Poi si siede sopra lo sposo che simula indifferenza, mentre un geyser di vapore fuoriesce dalle sue parti intime.

Dopo circa mezz’ora di spettacolo l’uomo non si ricorda più nemmeno il nome della tizia che deve sposare domani; il suo pacco ha raggiunto la temperatura record di 15.000 gradi Fahrenheit, ci si potrebbero cuocere sopra uova e bacon. È sudaticcio, ha la salivazione azzerata, palpitazioni, edema della lingua, allucinazioni a sfondo “sadomasomistico”, dalla platea gli sembra di vedere San Pietro in completo di lattice che lo saluta. Jasmine si gira verso di lui e in modo provocatorio gli chiede: e così domani ti sposi....

E lo sposo:

Eh?... BOH??!! .......

Da questo momento in poi non sarà in grado di dire altro per le prossime 4 ore. Se invece lo spettacolo si conclude con l’accoppiamento, la copula lo stenderà talmente tanto che quello che rimarrà all’interno dei suoi boxer sarà considerato zona denuclearizzata per almeno 2 giorni.

Le simpatiche burle

Ma l’addio al celibato non deve significare per forza sesso, con buona pace dello sposo. Esiste infatti tutta una serie di giochi improbabili e di situazioni imbarazzanti che gli amici organizzano al malcapitato sposo, per metterne alla prova lo sprezzo del periglio o (ipotesi più verosimile) poterlo ricattare in futuro ed ottenere da lui qualunque favore.
Ecco un pot pourri di minchiate preconiugali:

  • Farsi fotografare con un prete che sfoglia Playboy (dov’è la cosa insolita? – direte voi. Giusto.)
  • Camminare con un cartello autodenigratorio in mezzo a una strada trafficata
  • Cercare di rimorchiare ragazze a caso per strada accumulando una piccola collezione di pizze in faccia.
  • Mettere il culo su una fotocopiatrice ed eseguire un centinaio di copie delle proprie terga. Sembra incredibile, ma vanno via come il pane. Piccola avvertenza: il laser della fotocopiatrice può stimolare i vostri melanociti provocando il rilascio di melanina nella zona esposta ai raggi. Sì hai capito bene, ti si abbronza il culo.

In altri casi ben più estremi invece si approfitta dell’evento per dare sfogo a vecchi rancori e lo sposo viene legato, incappucciato, depilato e frustato. Abu Grahib a confronto sembrerà un villaggio vacanze.

E olèèè! Pagate qualunque cifra per avere i negativi delle foto a fine serata, vi conviene.

Un altro gioco molto in voga è la caccia al tesoro, che consiste nel nascondere una serie di oggetti sexy all’interno di un locale pubblico, ad esempio un ristorante. Come un novello Indiana Jones del feticcio il futuro sposo dovrà recuperare gli oggetti sparsi nel locale ed è stupendo guardare le facce imbarazzate dei clienti mentre il nubendo tira fuori perizomi leopardati da sotto la tovaglia di una coppia di pensionati a cena:

Vecchia babbiona : Aldebrando! Che ci fa un perizoma leopardato sotto al tuo piatto?
Vecchio : Eh? Io pensavo fosse il tovagliolo di Tarzan!

Il gioco generalmente si conclude con la cacciata dei goliardi quando viene ritrovato un dildo di gomma sul vassoio dei dolci.

La festa allo sposo esausto si conclude generalmente con la megatorta. Le torte degli addii la celibato sono raffinate quanto una gara di rutti tra adolescenti e comprendono varie forme:

Chissà perché prima di sposarsi bisogna per forza smerdarsi la reputazione.
  • due tette di panna
  • un corpo femminile nudo con tanto di mona in pan di Spagna; indovinate un po’ cosa rappresentano i chicchi di cioccolato.
  • Papa Ratzinger che soffia in un preservativo.
  • Un semifreddo a forma di chiappe, rinominato per l’occasione semichiappa.

Dopo la torta la versione classica dell’addio al celibato vuole che si rispetti la sempiterna tradizione, ovvero che si faccia come a Filicudi: il bagno tutti nudi.

Se lo sposo non abita in una zona di mare lo si getta di peso nella prima fontana disponibile senza neanche vedere se la fontana è prosciugata o meno. A questo punto lo sposo viene riportato a casa, vuoi perché s’è fatto tardi, vuoi perché oramai è al limite della sopportazione umana e sta andando a sporgere denuncia alla polizia.

Ora sì che il matrimonio gli sembrerà una liberazione!

Addio al nubilato

La versione in salsa rosa della maialata preconiugale non è meno terrificante di quella maschile. Per la donna la parola emancipazione si traduce con “fare esattamente le stesse identiche cose che fanno i maschi, fossero pure delle cazzate madornali”. Ed ecco che un gruppo di donne affittano una limousine lunga quanto una puntata di Porta a Porta e vanno a prendere la nubenda sotto casa per farle passare una serata bollente.

Lo spogliarello maschile

Storico finto regalo per la sposa, lo spogliarello maschile è in realtà un desiderio represso delle amiche tardone, quelle che non vedono un uomo in mutande da quando entrarono per sbaglio nella toilette dei maschi e che così possono aggrapparsi al pacco di un uomo svestito in un locale pubblico senza passare per ninfomani.

Lo spogliarellista degli addii al nubilato è un modello intramontabile e viene distribuito in differenti modalità, scegliendo tra le categorie di persone più spesso al centro delle fantasie represse delle donne in astinenza da sesso:

Alcuni famosi spogliarellisti con i loro nomi di battaglia.

Lo spogliarellista ha però alcune caratteristiche che lo rendono inconfondibile: è truce, muscoloso, pieno di mostarda addosso, coi capelli lunghi e bagnati di qualcosa di viscido, molto simile al muco delle lumache. A questa ipertrofia somatica corrisponde un cervello in formato salva spazio cosicché il suo vocabolario è limitato a poche frasi di grande effetto:

  • Ciao
  • come ti chiami?
  • lecca
  • tocca
  • ti piace, eh?
  • passa la mano qui
  • indovina cos’è grosso, duro e proprio dietro di te

Esce con un’ovazione dalla tendina e mentre cammina indurisce ritmicamente le sue tette maschie come se avesse le convulsioni. Con un solo colpo vigoroso si toglie i pantaloni posticci e rivela al bavoso pubblico il suo pezzo forte: le chiappe depilate e solcate da un tanga nero che le trancia in due come un flex. A questo punto punta il suo deretano viscido sulla sposa malcapitata di turno, in attesa che lei gli morda il sedere come se fosse una prugna unta: è l’apice della serata.

Se la nubenda sopravvive a quest’incontro ravvicinato unto del 3° tipo le viene consegnato il dolce finale, una torta a forma di fallo di dimensioni roccosiffrediche, che si dice sia beneagurante per la futura vita di coppia.

L'addio al celibato nel mondo

Il mondo, si sa, è bello perché è avariato: ecco le consuetudini dell’addio al celibato nelle varie parti del mondo:

  • In India è consentito l’addio al celibato, purché il sesso prematrimoniale venga fatto con una mucca.
  • In Afghanistan è altresì consentito l’addio al celibato ma le donne devono rimanere col burqa anche durante il rapporto sessuale e bisogna pregare Allah tre volte, prima, durante e appena dopo il rapporto.
  • In Vaticano è severamente proibito l’addio al celibato. I festini sadomaso nei palazzi apostolici garantiscono l’anonimato e vengono a costare molto meno.

E concludiamo con i risultati dell'infruttuosa ricerca del rinomato istituto Onzi Ponzi di Phoenix sul Naviglio alla domanda: siete favorevoli all'addio al celibato?

  • 56% degli uomini: sì, perché no?
  • 32% delle donne: perché lo dico io!
  • 46%: no, ma sono favorevole alla guerra in Iraq
  • 12%: prima mi serve una moglie
  • 5%: lo sa ma non risponde
  • 2%: lo sa ma non può rispondere
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 30 agosto 2009 col 52.9% di voti (su 17).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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