Viterbo

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un tipico truzzo della Viterbo dei ridenti anni '60, notate lo sguardo penetrante

Viterbo è la città dei facchini, della macchina di Santa Rosa, ma soprattutto delle risse fra nazi, sharp e zecche.



L'acqua cotta

Il viterbicolo vero, quello di Pianoscarano, da 10 generazioni residente a viterbo, è solito cibarsi annualmente dell'ottimo piatto chiamato acqua cotta, quella co l'ovo però, altrimenti il linciaggio è assicurato. Il rituale si deve celebrare sulle mura di viterbo, magari vicino alla chiesa di S. Rosa in modo tale da differenziarsi dal paesano (chi proviene dai paesi, ma pur sempre nella provincia di Viterbo) o dal viterbese (chi risiede legalmente in città, magari ci vive anche da 5 o 6 generazioni, ma nasconde origini straniere e culturalmente inaccettabili, ad esempio viene da Napoli o Pesaro). Tutti questi forestieri potrebbero ritenere disgustoso quel piatto, causando regolarmente la rabbia del viterbicolo che esclamerebbe in preda alla rabbia la notoria frase: "Ma che sei gojo, dio caro dio???!!!"


Curiosità

Il maschio del viterbese in amore è pericolosissmo e in continua lotta per il territorio che fa suo affiliandosi a un gruppo e lottando per la sovranità di esso nella zona. Agguerrite le lotte fra i guppi del centro che, numerosi, si contendono un territorio abbastanza piccolo (circa 10 metri cubi di nulla). L'esemplare dominante del gruppo di viterbesi vomita, piscia, caga o scaracchia sui confini del proprio territorio di modo che ogni altro maschio sappia chi comanda. Le femmine sono ben accette in ogni gruppo e vanno in quello che detiene più potere perché affascinate dalla virilità dei maschi che con la lotta hanno conquistato la più ampia fetta di territorio (il nulla di prima). Tipico saluto viterbese è il grugnito o lo sputo in mezzo agli occhi, Atto di grande stima riservato ai viterbesi d.o.c. da almeno 3 generazioni. Chi non fosse viterbese non può sperare ne di dare ne di ricevere cotanto onore.

Alcuni viterbesi, che frequentano il quartiere del murialdo, usano gridare il " POEEEEE! " ovvero un urlo di battaglia inventato per sbaglio da un viterbese, durante un esultanza per un gol fatto alla squadra avversaria. Perciò se un giorno state camminando tranquillamente per la vostra città, e sentite un matto che grida " POEEEEE! " quello è sicuramente un viterbese o una persona che ha frequentato alcuni quartieri della città di viterbo. Il " POEEEEE " ha numerose variazioni, come lo " SPOEEEEE " o lo " SFOEEEEE " o anche "SPOEEEEERCO D*O". Quest'ultimo inventato da un metallaro che, volendo esultare bestemmiando, ma non volendo tradire il suo tanto amato urlo di battaglia, ha fuso le due cose insieme. Ma in fondo a nessuno importa.

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