La vacca da corsa è una dinamica varietà del Bos taurus, molto comune in quelle terre dove il prepotente allevamento intensivo non ne ha ancora modificato le primordiali attitudini.

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Storia

La vacca è stata inizialmente disegnata dal buon Dio come animale da competizione, con potenzialità superiori a quelle dei velociraptor[1]. Non è un caso che tutte le dispute olimpiche prima del IV° secolo siano state dominate da loro, prima che l'uomo le deviasse all'inutile produzione di latte, cuoio, concime, carne e altra robaccia superflua.
Fortunatamente alcuni elementi rifiutarono le offerte allettanti dell'uomo, preferendo la libertà e permettendo il mantenimento della razza.

Evoluzione della vacca da corsa
 
Come ogni forma di vita organica e minerale, anche la vacca da corsa originò dal brodo primordiale (notare come la vacca sia in vantaggio rispetto allo stupido delfino).
 
I guerrieri vichinghi furono i primi a riuscire ad ammaestrare queste macchine perfette.
 
Nella ruggente era Democristiana...
 
... e in tempi moderni.

Caratteristiche

 
Ah, le meraviglie dell'era tecnologica!

Una vacca da corsa non presenta caratteristiche morfologiche distanti dalla vacca d'allevamento. Un occhio esperto può comunque notare diversi particolari, tra i quali una muscolatura decisamente più tonica e l'utilizzo occasionale di tallonieri.
Ben più difficile è osservare come questa magnifica varietà non emetta alcun tipo di gas, essendo essi reimpiegati totalmente per la produzione di energia.
Le corna sono assenti o aerodinamiche, il muso appuntito e ben curato e la coda lunga e dotata di movimento elicoidale tipo spermatozoo, garante di una modesta propulsione, comunque apprezzabile nei 100 metri piani.
La colorazione è sempre mimetica, poiché in quanto carnivora deve potersi mimetizzare nelle taighe continentali per poter cacciare gli orsi di cui è particolarmente ghiotta.
Infine, la vacca da corsa possiede una buona memoria nonchè un forte Zenkai Power. Ecco perché nella loro caccia non sono ammessi fallimenti: la loro rappresaglia sarebbe ecatombica.

Ammaestramento

Per quanto difficile, domare una selvaggia vacca da corsa non è impresa impossibile. È inutile, si, ma non impossibile. Il procedimento è uno soltanto. Fallire significa una morte atroce:

  • Identificare l'esemplare adatto.
  • Posizionare una quantità non inferiore ai 25 kg di carne suina o umana.
  • Attendere che la vittima abbocchi all'esca.
  • Avvicinarsi di soppiatto come un furettino piccolino, piccolino, carinino, carinino... ma figlio di puttana dentro!
  • Gettare un sasso davanti alla bestia per deviarle l'attenzione (se si è ben organizzati si può anche distrarla con qualche videocassetta di Stanlio e Ollio o Totò).
  • Con un movimento fulmineo porre le mani sui lombi nerboruti dell'animale e con un colpo di polpacci piazzarsi sul dorso dello stesso. La velocità e la resistenza all'impulso sessuale (stiamo pur sempre parlando di un gran pezzo di "vacca") in questo passaggio sono tutto.
  • Resistere, dominare, far capire chi cazzo comanda lì!
  • Quantunque venga spontaneo, evitare di sculacciare la vostra preda e/o gridare come scellerati: aumenterebbe solo la furia omicida della vacca.
  • Dopo un periodo di circa 40 ore, il feroce bovino comincerà a dare segni di cedimento. È il momento di castigarla con il simbolo del potere che va tanto anche in Italia: una sonora inchiappettata.
  • All'uopo, ripetere il punto precedente.

Terminato il procedimento, quello che si sarà ottenuto sarà una vacca da corsa addomesticata. Come tale, perderà all'istante il titolo "da corsa" diventando una comunissima vacca da giardino, ma regalando al suo ammaestratore il meritato e onorevole titolo di Gran Vaccaro.

Note

  1. ^ In fondo, se loro si sono estinti e le vacche no ci sarà pure un motivo...

Voci correlate