Utente:NonciclopediaForPresident/Sandbox

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Il titolo di questa pagina non è il titolo di questa pagina perché siamo dei cretini. Il titolo corretto è Artur Boruc.

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« Grande parata! »
(Ilaria D'Amico su una parata di giocolieri)
« E questa cos'è? »
(Leonida su un'uscita di Boruc)
Boruc impegnato in una parata tranquilla. D'altra parte sono cose che capitano.


Artur Boruc (Auschwitz, 30 febbraio 1986) è un calciatore polacco, di quelli da cui ti faresti regalare la maglia quando non hai stracci per lavare per terra. Sempre pronto a dare il suo contributo alla squadra avversaria, è famoso nel mondo del calcio perché ogni tiro era gol, e se fosse stato anche attaccante non gli sarebbe mancato proprio nulla.


Infanzia e (presunta) adolescenza

Artur Boruc nasce in una stanza di manicomio, una grigia mattina di novembre. Il piccolo, contrariamente ad altri casi, non mostra nulla se non il dito medio e il suo difetto di non mostrare nulla. Anzi, è un ragazzino molto introverso e impacciato, tanto che si fece mangiare più volte il compito dal cane nonostante non avesse alcun cane. Verso i tredici anni, età della ragione e del torto, egli scopre una nuova passione: in campo scuola, mentre i compagni limonano, lui non ha ragazze che se lo filino se non la tessitrice della casa, e così sconsolato si mette a guardare la televisione. Fu qui che si appassionò a quei ventidue uomini che corrono in un campo verde tentando di buttare la palla dentro un rettangolo, anche se per lungo tempo credette si trattasse di pallavolo.

La maggiore età

Artur odiava la scuola, ma riuscì ugualmente a passare gli esami di maturità pur avendo preso debiti in latino e religione; espose ai professori una lunga tesi su I paralipomeni della batrocomiomachia e altre cazzate, ma questi sbadigliavano prima ancora che l'allievo avesse finito di dire il titolo, e dando per buono ciò che c'era scritto gli diedero un insperato diploma.

A questo punto Boruc doveva trovare un lavoro. Egli sognava di fare l'usciere, e un giorno vide che la Fiorentina cercava un portiere: pieno di gioia si preparò a un così bel lavoro, anche perché apprezzava molto le ragazze fiorentine. I provini furono censurati per ovvi motivi dalla società, che però fece il suo nome al Celtic di Glasgow, che aveva bisogno di un usciere. Egli apriva la porta che era un piacere, e quando per assenza di organico lo presero in squadra come portiere mantenne inalterata questa dote.

Anno Incontri disputati: Reti
1996 15 164
1997 0 45
1998 38 tante

Una volta lesse queste statistiche l'allenatore Giovanni Trapattoni e ne rimase estasiato, prima però che gli facessero notare che erano riferite a un portiere e non ad un attaccante.

La Fiorentina

Ma che pallone birichino!

Curiosità

Voci correlate

[[Categoria:Calciatori]]