Utente:Anatramezzi/Fuga di cervelli

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« Certi giorni non riesci a liberarti di una testa! »
(Cervello)
Cervello in fuga di tipo 1. Gli effetti sono devastanti, tra i quali il tappeto tutto macchiato.

La fuga di cervelli è uno dei più dibattuti e pericolosi fenomeni dei nostri tempi.

Come ogni fuga, è provocata da un senso di pericolo o di insoddisfazione: ricordi quando volevi andartene di casa perché tua mamma non ti voleva comprare le mutande di Batman o quando dovevi scappare da quella volante che ti aveva beccato ad annusare il bucato steso della vicina di casa (dovresti, entrambi i fatti sono avvenuti la settimana scorsa)? Ebbene, anche il tuo cervello si può sentire così, a causa tua che non gli vuoi bene o a causa degli ambienti che frequenti, che lo fanno sentire adatto come una tombolata in un rave.

A seconda delle cause, esistono due tipi di fughe di cervelli:

  • Tipo 1: "fuga senza corpo", in cui l'organo decide di abbandonare definitivamente sia l'organismo che lo ospita sia il posto in cui vive;
  • Tipo 2: "fuga con corpo", in cui il cervello trascina il corpo in posti nei quali non sarebbe mai voluto andare.


Tipo 1, o "senza corpo"

Si sa che la permanenza del cervello nel suo habitat è necessaria per la nostra sopravvivenza: non tanto per le sue funzioni, che possono essere assolte efficientemente da altri organi, ma per il fatto che un cervello deciso ad abbandonare il corpo non dispone di uscite e si trova quindi a sfondare il cranio dell'ospite, con gli effetti che si possono immaginare.

In rarissimi casi il cervello esce per altre vie, lasciando in vita il proprietario.

Come fare quindi per evitare che il Vecchio Grigione abbandoni la casa di mammà? Esistono due scuole di pensiero:

Stordimento

L'alcol, la maggior parte delle droghe, i colpi ben assestati e alcuni videogame riescono a disattivare il cervello quanto basta da fargli dimenticare dove sta, a cosa serve e perché qualcuno sta cercando di raggiungerlo con un portamine. In questo modo esso non ha più né la ragione né la forza di abbandonare la sua sede naturale.

  • Pro: il metodo può tenere a bada il cervello per un tempo indeterminato, evitando i rischi dell'altra "fuga di cervelli";
  • Contro: è richiesta una spesa costante per rifornirsi nel necessario, a lungo andare si può diventare diversamente utili per la propria comunità.
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Educazione

Alcuni ritengono che il modo migliore per fermare il proprio cervello sia scendere a patti con esso e soddisfare la sua necessità di conoscenza e di stimoli, portandolo nei posti che dice lui, ascoltando la musica che gli piace, mangiando quello che vi "consiglia"... un po' come se fosse la vostra ragazza.

  • Pro: potete praticarlo con spese minime e vi può aiutare ad ottenere un lavoro che vi soddisfi;
  • Contro: finire un libro richiede più tempo rispetto a finire una bottiglia di limoncello e non è altrettanto efficace, quindi dovrete dedicare ore ogni giorno a questa attività salvavita. Nel frattempo i passanti vi daranno del nerd e vi fregheranno il partner;
  • Contro²: anche se voi e il vostro cervello potete essere fatti l'uno per l'altro, può capitare che esso realizzi che il vostro paese, ormai devastato da raccomandati, letterine e Federico Moccia, non ha più nulla da offrirvi e quindi può optare per l'altrettanto pericolosa "fuga di cervello di tipo 2".

Tipo 2, o "con corpo"

Alcune università, arresesi al dilagante fenomeno, hanno preferito renderlo il meno doloroso possibile, con una serie di pacchetti appositi. NELL'IMMAGINE ANDREBBE AGGIUNTO UN BIGLIETTO AEREO

Se il vostro cervello ha deciso di tollerarvi può comunque scegliere di scappare portandosi dietro quella carcassa di corpo che vi trovate. Le mete preferite sono l'America ed il Nord Europa, non tanto per gli stipendi più alti quanto per le politiche sessuali più libere, ottime per illudere gli organi più beceri.

Se non siete pronti a convertire la vostra dieta al salmone affumicato, agli hamburger o ai crauti l'unica vera cura è la prevenzione, ottundendo il vostro cervello nelle modalità già consigliate. In caso contrario si presume che voi siate soddisfatti della vostra scelta e che quindi non è più problema vostro (ma poi dove lo trovate il chinotto?).

Non è un caso se il vostro politico di fiducia menzioni solo il secondo tipo di fuga dei cervelli, infatti: se il primo vi può danneggiare personalmente, del secondo non ve ne può ormai fregare di meno. Come mai non si riesce a giungere ad un compromesso che soddisfi anche i cervelloni più esigenti? La faccenda va più o meno così:

  1. Sabato: l'Italia intera, tra cui il Sig.X, sta guardando Ciao Darwin;
  2. Domenica: X si alza e dice: "Così non va bene! Voglio diventare una persona migliore!";
  3. Lunedì: X compra Internazionale;
  4. Martedì: X capisce che molti italiani vanno all'estero perché delusi dai propri compaesani e realizza che basterebbero poche cose per migliorare la situazione;
  5. Mercoledì: X prova a spiegare ad amici e parenti le sue proposte, ottenendo come risposta degli "Eh?" e dei "Cioè, ma che storie ti fai?";
  6. Giovedì: X comprende che non c'è speranza e si appresta a fare le valigie;
  7. Venerdì: X prende il primo aereo per la Svervegia;
  8. Sabato: il ciclo ricomincia con la Sig.ina Y, tutta concentrata nella finale di Amici.

Inquietante, no? È chiaro che un simile circolo di delusione e ignoranza non può essere spezzato dall'interno dell'Italia e fortunatamente si sta sviluppando un progetto proprio in questa direzione, chiamato Italiani che Salvano l'Italia Dall'Estero o ISIDE, in breve.

"E salutami tanto Antonio, che è una vita che non lo vedo!"

Cioè, voi pensavate che quella culona della Merkel fosse veramente interessata al controllo economico dell'Italia, con lo schifo in cui stiamo? Certo che no, in realtà a controllarla c'è una lobby di italiani, emigrati per la nostra situazione economica e culturale, i quali cercano di pilotare l'Italia fino al punto da renderla vivibile anche per dei testoni come loro!

Quindi la prossima volta che sentite dire "l'Europa ce lo chiede" da qualche politico ricordate che in realtà significa "ce lo chiede Antonio, quel ragazzino che mi passava sempre gli esercizi di matematica, che adesso deve lavorare a Dresda e gli manca tanto la porchetta".

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