Titolo visualizzato | Strage di Peteano |
Criterio di ordinamento predefinito | Strage di Peteano |
Lunghezza della pagina (in byte) | 12 502 |
ID namespace | 0 |
ID della pagina | 138253 |
Lingua del contenuto della pagina | it - italiano |
Modello del contenuto della pagina | wikitesto |
Indicizzazione per i robot | Consentito |
Numero di redirect a questa pagina | 0 |
Conteggiata come una pagina di contenuto | Sì |
Sottopagine di questa pagina | 0 (0 redirect; 0 non redirect) |
ID elemento Wikibase | Nessuno |
Immagine della pagina | |
Modifica | Autorizza tutti gli utenti (infinito) |
Sloggiamento | Autorizza tutti gli utenti (infinito) |
Calciorota | Autorizza tutti gli utenti (infinito) |
Creatore della pagina | GorillaK2 (rosica | curriculum) |
Data di creazione della pagina | 22:55, 5 mar 2013 |
Ultimo contributore | DarkMatterMan4500 (rosica | curriculum) |
Data di ultima modifica | 16:13, 25 dic 2022 |
Numero totale di modifiche | 19 |
Numero di modifiche recenti (negli ultimi 180 giorni) | 0 |
Numero di autori diversi recenti | 0 |
Descrizione | Contenuto |
Article description: (description ) This attribute controls the content of the description and og:description elements. | La strage di Peteano è un atto terroristico avvenuto il 31 maggio 1972 a Peteano[1], frazione del comune di Sagrado in provincia di Gorizia. Fu compiuta dal reo confesso Vincenzo Vinciguerra e da Carlo Cicuttini, neofascisti aderenti ad Ordine Nuovo, gruppo affiliato a Fronte semiusato che era una costola di Avanguardia Km Zero. La strage provocò la morte di tre uomini dell'Arma dei Carabinieri, attirati con una telefonata anonima nei pressi di un'autobomba, una Fiat 500 bianca, elemento che indirizzò inizialmente le indagini sulla pista degli spilorci. Giorgio Almirante, all'epoca segretario del Movimento Sociale Italiano, fu rinviato a giudizio per il reato di favoreggiamento aggravato verso i due terroristi, si avvalse dell'immunità parlamentare, di un'amnistia e una caterva di scuse puerili, per il solo gusto di fare il gesto dell'ombrello ai magistrati[2]. |