Barbarossa (film): differenze tra le versioni

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'''Barbarossa''' è una pellicola [[padania|padana]] di {{citnec|incredibile accuratezza storica}},
girata dal [[regista]] non vedente [[Renzo Martinelli]], già autore di perle cinematografiche come ''[[Primo Carnera|Carnera]]: The Walking Puggile'', ''Il mercante di [[menhir]]'' e ''Non parlare con i [[negrineri]]''.
Questo lungometraggio {{citnec|è stato definito all'unanimità il più grande film epico di tutti i tempi}} ed è stato prodotto dallo Stato Italiano. Quindi l'hai prodotto anche tu. Che ti piaccia o no.
[[File:Re_Africano.jpg|thumb|250px|Barbarossa nel film, interpretato da [[Eddie Murphy]].]]
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== Trama ==
La storia si apre con Alberto da Giussano, un giovane [[bimbominkia]] figlio di un [[ingegnere]], che scambia l'imperatore [[Federico I]] per un [[negronero]] selvatico e lo minaccia imbracciando un [[fucile a canne mozze]]. Il Barbarossa, alquanto contrariato, lo [[Stupro|violenta]] con la sua verga imperiale e il fanciullo fugge via in lacrime.
[[Ventordici]] anni dopo, l'imperatore Barbarossa si è sbiancato grazie ad alcune operazioni suggeritegli dall'amico [[Michael Jackson]] e, dopo aver sposato Beatrice di Bologna, figlia ancora minorenne di un famoso commerciante di [[tortellini]], mette il nord Italia a ferro e fuoco (perché è un dittatore brutto, sporco e cattivo) e marcia verso [[Roma]] con i suoi amici [[Albania|albanesi]], pronto a vendere tonnellate di portachiavi, CD taroccati e fazzoletti davanti a tutti i monumenti storici.
[[File:Immigrati.jpg|thumb|left|250px|I temibili soldati di Barbarossa si preparano a sbarcare in Italia con le loro possenti navi da guerra.]]
Alberto da Giussano, nel frattempo, è diventato un [[Superman|superuomo]], anche se ai più sembra soltanto un incrocio tra [[Gesù Cristo]] e Aragorn del ''[[Signore degli Anelli]]''. Questo fattone, dai capelli perennemente unti, gli occhi infossati e [[Babbo Natale|barba vaporosa]], è talmente allucinato da innamorarsi di Eleonora, una [[strega]] visionaria che, dopo aver avuto un [[colpo di fulmine]] (letteralmente), vede il nostro eroe come un gran figo, nonostante Alberto sia in realtà un [[barbone]] con urgente bisogno di antipulci.
Prima dell'attacco a [[Milano]], il nostro eroe viveva una vita tranquilla e agiata insieme ai suoi compaesani nordici, finché il Barbarossa, consigliato da quella baldracca di sua [[moglie]] e da un [[arrotino]] che passava di lì per caso, raccatta tre o quattro catapulte caricate a proiettili digitali e rade al suolo le mura di cartapesta milanesi. Il protagonista, la moglie spiritata e altri superstiti ancora in stato di [[ebbrezza]], tentano di salvare capra, cavoli e [[polenta]] e scappano nella foresta. Dapprima pensano che l'attentato [[Terrorismo|terroristico]] sia stato condotto dai [[Terrone|terùn]], ma vedendo in lontananza i gommoni e lo stendardo con una lunga barba rossa a forma di falce e martello, si rendono conto che i [[Negronero che tenta di venderti i fazzoletti|venditori di fazzoletti]], guidati dall'avo di [[Stalin]], vogliono invadere la loro putrida terra. Preso dallo sconforto e dalla sete di vendetta, il nostro eroe si chiava due o tre volte la fidanzata (ottenendo [[Eiaculazione precoce|pessimi risultati]]), dopodiché richiama [[Sauron]] in persona e forgia un anello del potere per <del>conquistare la [[Terra di mezzo]]</del> sancire l'alleanza tra i comuni del nord e ricacciare indietro il barbuto tiranno.
[[File:Tizio_sul_cesso.jpg|thumb|250px|Una prode vedetta della Lega Lombarda in attesa dell'esercito nemico.]]
Arriviamo quindi alla sanguinosa battaglia finale, caratterizzata da {{citnec|interessanti}} carrellate di slow motion ed effetti speciali degni di una recita scolastica. Il grande Alberto da Giussano ha la brillante idea di tendere un'imboscata all'esercito degli invasori, nascondendo dei vecchietti ubriachi su dei carri da [[Merda|letame]] e occultando il tutto con un fascio di erba e rami spesso 2 centimetri. Il Barba, sicuro della vittoria, avanza verso la trappola... e qui il regista Martinelli interrompe l'azione, chiedendo alle 5 o 6 comparse [[Romania|rumene]] di eseguire la [[Naruto|Tecnica della Moltiplicazione del corpo]]. Difatti, nell'inquadratura successiva, i rispettivi eserciti non sono più composti da due poveracci con delle [[padella|padelle]] in testa ma da un [[centiliardo]] di cazzutissimi cavalieri dai movimenti perfettamente sincronizzati. Lo scontro si fa sempre più acceso e i nostri paladini sembrano in difficoltà, finché Bossi, eccitatosi nel guardare un calendario sui [[Galli]] e sui Capponi, appare nel bel mezzo del campo di battaglia blaterando frasi incomprensibili e roteando il suo martello da guerra. I nostri eroi, rinvigoriti dalla presenza del capo tribù, fiaccano l'esercito nemico tramite un fitto lancio di polenta, formaggio (solo Grana Padano), stracotto e ossobuco. A dare il colpo di grazia agli invasori ci pensa il [[Roberto Calderoli|Calderoli]], un leggendario uomo delle caverne che si diletta a mangiare [[negrineri]] e a prendere le impronte digitali ai bambini [[Africa|africani]]. Si giunge perciò al drammatico finale: Calderoli, fatto il pieno di porchetta, prende la mira e, al grido di ''Cassoeulaaaaaa!!'', caga a spruzzo contro l'armatura del Barbarossa. Il despota, resosi conto di essersi sporcato parecchio, grida ''[[Blade Runner|Ho visto cose che voi padani non potreste immaginare...]]'' e corre in un fiume a lavarsi. Egli sembrerebbe fuori pericolo, ma si sa, gli immigrati devono [[Morte|morire]], quindi il munifico Alberto da Giussano getta prontamente nell'acqua un [[tostapane]] acceso, cuocendo a puntino Federico I, che verrà utilizzato come portata principale nel [[Maiale|Maiale Day]] organizzato per festeggiare la vittoria.
 
== Polemiche ==
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Il film è stato accusato di fare propaganda al partito della Lega Nord e di descrivere in maniera distorta gli eventi. Niente di più falso! Questo epico lungometraggio mira infatti a raccontare una storia d'amore, libertà e [[coraggio]] e ha già ricevuto [[ventordici]] [[Oscar]], tra cui il premio per ''Miglior fattone protagonista'' e ''Miglior città in nastro adesivo e cartapesta''. I critici faziosi che hanno tentato di demolire il film sono stati perciò messi al rogo e appesi al [[Duomo di Milano]] tra gli applausi della folla. L'aspetto più criticato del film riguarda la figura del Barbarossa, che viene rappresentato da Renzo Martinelli con alcune caratteristiche non riscontrabili storicamente. Ad esempio:
 
*Barbarossa è [[negronero]].
*È [[Pedofilia|pedofilo]] perché sposa una minorenne.
*È [[Comunismo|comunista]] e ha rubato la [[barba]] a [[Karl Marx]].
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