Iginia Boccalandro: differenze tra le versioni

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{{inc|Citroen CX}}{{senonsai|link=http://www.youtube.com/watch?v=bO9Hl79ijRM}}
{{cit|Viene giù come una cagata di [[piccione]] sul parabrezza. Ed è anche bella uguale da vedere.|[[Armin Zöggeler]]}}
 
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==L'avventura olimpica di Nagano: fat in Japan==
[[File:Cicciona in bikini su una slitta.jpg|right|thumb|230px|I suoi duri metodi di allenamento.]]
 
Nel [[1994]] la Boccalandro riesce ad accedere al ''Programma sperimentale del [[CIO]] per la promozione degli sport invernali nelle [[nazione|nazioni]] dove nessuno li caga'', grazie ai contatti sviluppati nella squadra statunitense e a un [[carro armato]] noleggiato con cui si presenta davanti alla sede del Comitato Olimpico. Tale esperimento, varato in seguito al successo di quel [[film]] dove [[John Candy]] allenava la squadra [[Giamaica|giamaicana]] di [[bob]], mette a disposizione qualificazioni alle [[Olimpiadi invernali di Nagano 1998]] nel [[salto con gli sci]], nello slittino e nel [[chi sputa più lontano]]: la venezuelana, dopo aver concluso la prova di salto contro un palo dello [[skilift]], si presenta alla partenza della seconda gara con una [[slitta]] fregata a un [[Babbo Natale]] fuori da un [[centro commerciale]], ottenendo la qualificazione alle superando per pochi centesimi una concorrente del [[Burundi]] che gareggiava sul coperchio di un [[cassonetto]].
 
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==Il ritorno a Salt Lake City==
[[File:Iginia Boccalandro scivola a pancia in giù sulla pista delle Olimpiadi invernali 2002.jpg|left|thumb|200px|La Boccalandro ci teneva a dimostrare che è il pilota che conta, non lo slittino.]]
 
Nonostante i modesti risultati, per sua stessa ammissione la Boccalandro sa di aver lasciato sulla pista giapponese un pezzo di [[cuore]], oltre a otto [[denti]] e alla [[milza]]. Spronata dal desiderio di riscattare la magra figura di Nagano e dal conto della [[gastronomia]] ormai a quattro zeri, decide di dedicarsi a tempo pieno allo sport, abbandonando un [[lavoro]] part time come [[sturacessi]] e preparandosi per le [[Olimpiadi invernali di Salt Lake City 2002]] con lunghe sessioni di allenamento allo [[scivolo]] dell'[[Aquafan]] dove si scende col [[canotto]]. Prima dell'appuntamento olimpico nello [[Utah]] viene nuovamente invitata al [[palazzo]] presidenziale da Chávez, che le revoca la [[cittadinanza]] e le consegna una bandiera del [[Perù]].
 
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Nella discesa olimpica, a causa di un cedimento dei [[pattini]] dello slittino che la costringe a prender parte alla gara su una lastra di [[lamiera]] montata su [[cingoli]], la Boccalandro si rende protagonista di una partenza a [[razzo]]: alla prima curva, infatti, decolla verticalmente insieme al suo mezzo, che verrà ritrovato nei pressi dell'[[Area 51]] e interpretato come un segnale proveniente da una [[galassia]] lontana, cui la [[NASA]] risponde spedendo nello [[spazio]] un [[carrello]] della spesa. La venezuelana, invece, si schianta nel mezzo del [[Grand Canyon]] creando al suo posto una spianata dove oggi sorge una [[discarica]] di scorie [[radioattività|radioattive]] a lei intitolata.
 
==Dopo il ritiro==
 
Il grave incidente di Salt Lake City contribuì a mettere in evidenza lo scarso livello di [[sicurezza]] delle piste di slittino, un [[problema]] che il CIO affrontò dotando i tracciati di gara di [[autovelox]] e [[dosso artificiale|dossi artificiali]].
 
Quanto alla Boccalandro, dopo la conclusione della sua carriera agonistica è rimasta negli Stati Uniti, dove sta ancora cercando di disincagliarsi dal terreno.
 
==Le sue epiche gesta==
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