Silvio Pellico: differenze tra le versioni

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Nel [[1815]] investe tutti i suoi [[risparmi]] per portare in scena la tragedia ''Francesca da Rimini'', con l'allora esordiente duo [[Gigi e Andrea]]. Purtroppo la contemporanea uscita nelle sale di [[Rocky]] lo condanna al fallimento. Bisognoso di denaro, Pellico trova occupazione in casa del conte Porro Lambertenghi, dove ricopre il ruolo di [[abat-jour]]. La vivace atmosfera intellettuale di casa Porro Lambertenghi gli permette di stringere rapporti con i maggiori personaggi della cultura europea, quali [[Madame de Stael]], [[Bono (cantante)|Bono]] e la tettona bionda del [[Grande Fratello]] 4.<br />Traviato da queste frequentazioni, Pellico smette i panni del timido prete mancato, si compra un [[chiodo]] in pelle, una [[Harley-Davidson]] e inizia a girare l'Italia perorando la causa [[carboneria|carbonara]].
[[File:Le ali della libertà, Morgan Freeman e Tim Robbins.jpg|left|thumb|300px|Maroncelli e Pellico allo Spielberg. Il volto di quest'ultimo è nero a causa delle percosse.]]
Nel [[1819]] si innamora della nobildonna Cristina Archinto Trivulzio. Se uno aveva un nome normale Pellico non voleva averci niente a che fare.<br />La relazione, già travagliata a causa del blocco psichico che permetteva a Pellico di godere soltanto attraverso la [[polluzione notturna]], riceve il colpo di grazia il [[13 ottobre]] [[1820]], quando il carbonaro [[Piero Maroncelli]], detto [[Gola profonda]], viene fermato dalla polizia austriaca per un normale controllo. Nelle tasche di Maroncelli gli agenti trovano un'agenda con nomi, cognomi, numeri di telefono, indirizzi, descrizioni fisiche, gruppi sanguigni e abitudini alimentari di tutti gli affiliati al gruppo carbonaro.
 
Maroncelli, Pellico e [[Enzo Tortora]] (poi rilasciato per uno sbaglio di persona) vengono condotti alla [[prigione]] dei Piombi di [[Venezia]], dove restano in attesa di [[processo]] per circa dieci minuti (l'[[impero austriaco|amministrazione asburgica]] non conosceva lungaggini burocratiche), tormentati dall'aria insalubre e da una dieta a base di [[pantegana|pantegane]]. Il celebre Processo Maroncelli-Pellico, trasmesso in diretta su [[RAI1]], tiene incollati allo schermo milioni di telespettatori e si conclude con una duplice [[pena di morte|condanna a morte]]. Con un coup de théâtre, però, l'[[avvocato]] della difesa [[Carlo Taormina]] riesce a far commutare la sentenza: venti anni di carcere duro per Maroncelli, quindici per Pellico. Nell'occasione Maroncelli si aggiudica anche il Premio Infame dell'Anno, battendo il favoritissimo Carmine Cutolo, [[pentito]] di [[Cosa Nostra]].<br />Nel [[marzo]] [[1821]] i condannati vengono tradotti nella fortezza austriaca di Spielberg, situata a [[Brno]], in [[Repubblica Ceca]], proprio di fianco al [[Gran Premio motociclistico della Repubblica Ceca|circuito]].<br />Cosa che rende loro difficile chiudere occhio.
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Dalla dura esperienza carceraria trae il soggetto per ''Le mie prigioni'', che dà alle stampe nel [[1830]] e che ottiene subito grande popolarità, rimanendo in cima alle classifiche delle ciofeche per 57 settimane consecutive, prima di venir superato da ''[[Scusa ma ti chiamo amore]]'' di [[Moccia]]. Nel libro Pellico non fa altro che innalzare lodi a [[Dio]] e alla [[Chiesa]] per tutto quello che gli capita in carcere: gli [[scarafaggio|scarafaggi]], il rancio scadente, il freddo, le malattie, i pestaggi.<br />Il primo ministro austriaco [[Metternich]] tenta invano di vietarne la pubblicazione, perché il libro di Pellico rivela importanti segreti di stato, prima su tutti l'abitudine dei secondini di picchiare i detenuti sotto le [[pianta del piede|piante dei piedi]] per puro diletto.<br />L'opera ha anche il grande merito di aver fatto conoscere al mondo il tradizionale [[Docce maschili in comune|scherzo della saponetta]].
PellicoForte continuadi questo successo, torna a sfornare tragedie: ''Gismonda da Mendrisio'', ''Erodiade'', ''Quel gran pezzo dell'Ubalda''. Pubblica anche il libro morale ''I doveri degli uomini'' e ''Memorie dopo l'eradicazione di un molare'', andato purtroppo perduto.<br />Negli ultimi anni, a causa della forzata [[astinenza]] patita in carcere, decide di recuperare il tempo perduto e col nome d'arte di Silvio Pelvico diventa un [[pornoattore]]. Ancora una volta si rivela pensatore lungimirante e proiettato verso il futuro. Anche troppo, visto che il [[cinema]] nascerà solo sessant'anni dopo. Questo, unito alle sue ridotte capacità amatorie, fa sì che la sua carriera nel dorato mondo del [[porno]] tramonti ancor prima di iniziare.<br />Disilluso e amareggiato, Silvio Pellico si ritira a Bucatini Terme, ospite dell'amica [[contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare]]. Qui, ormai cieco e pazzo, muore il [[31 gennaio]] [[1854]] ingoiando il proprio [[catetere]].
 
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