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{{titolo|Italo Svevo}}
[[File:Italo Svevo.jpg|right|thumb|
{{cit2|Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi.|Italo Svevo sulla Comprensione}}
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{{cit2|Quanto poco cervello occorre per pigliare il pesce?|Italo Svevo compara le sue abilità al mestiere che vorrebbe fare}}
Italo [[Svezia|Svevo]], pseudonimo di Hector Schmitz ([[Trieste]] ''tana terun!'', 41 dicembre 1861 – Motta di Livenza, verso mezzogiorno, settembre 1928) fu un [[Incesto|incestuoso]]
== Biografia ==
{{quote|Criticava le mie tesi e poi continuava a darmi insistentemente del ''[[tu]]''|[[Sigmund Freud]] ai microfoni di ''Uno Mattina''.}}
Italo nacque
Ottavo di cinque figli, nacque crebbe e corse in una modesta [[famiglia]] di avaracci [[Ebreo|ebrei]] di origine germanica-nazista. Il [[padre]] di professione lanciava martelli verso le case e poi rivendeva ciò che restava dei [[Vetro|vetri]], la madre invece un giorno decise di [[Morte|morire]] e non ritornò mai più. Questo fatto sconvolse Italo, che però decise di non scrivere per l'occasione nessuna poesia nella quale sfogava il suo [[dolore]], poiché ormai era passato di moda, e decise quindi di [[Menefreghismo|fottersene largamente]].<br>
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Nel 1878 torna a Trieste e finisce il suo percorso di studi sul commercio di merluzzi, coltivando allo stesso tempo un profondo interesse per la letteratura e in particolare per i grandi scrittori che influenzarono la sua vita, come [[Gianni Rodari]].
Nel 1880, con l'estinzione dei merluzzi d'acqua dolce, è costretto a lavorare in banca per diciotto anni, durante i quali impara finalmente a contare utilizzando il sistema [[sessagesimale]]. Nello stesso periodo pubblica, oltre a varie riviste di cruciverba, le prime di quelle che costituiranno le "Fiabe della Buona Notte", sotto lo pseudonimo di Ettore Samigli, poiché aveva paura che i suoi giovani lettori lo rintracciassero per gli autografi o per [[Cosa avrà voluto dire?|fargli una festa]]. Sempre nel medesimo anno iniziò a collaborare con ''L'Indipendente'', giornale di [[Comunismo|ampie vedute socialiste]], e ''Padania Libera'', sulle quali pubblicò varie recensioni di film in prossima uscita e di disci esclusivamente [[Black Metal]]. In un anno imprecisato muore anche il padre, fatto, questo, che lo costringe ad abbandonare definitivamente l'abitudine di ascoltare una favola prima di addormentarsi. Sarà durante il funerale del suo papà che conosce e [[Sesso|fornica]] con quella che sarà la sua futura seconda moglie.
Intanto nel 1896 il fratello Elio muore cavalcando una [[mucca]] imbizzarrita
All'incirca nello stesso periodo [[Plagio|scrive]] e pubblica il suo primo romanzo, ''Una Vita''.
Poco dopo si fidanza con la [[Mio cuggino|cugina]], figlia di un venditore di vernici gialle per sottomarini che ispireranno la famosa canzone di qualche anno dopo.
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{{quote|Abbiamo sempre Parigi|Italo Svevo al suo cane Rocky}}
Allo scoppio della [[Prima guerra mondiale]] va a rifugiarsi a [[Parigi]], proprio come fece quel tale nel film ''[[Casablanca]]'', conservando però la sua cittadinanza [[Austria|austriaca]] e
Nel 1919 inizia a scrivere [[La Coscienza di Zeno]], che pubblicherà nel [[1925]] e otterrà un inaspettato successo con annessa acclamazione della critica mondiale nel [[
== I Romanzi ==
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=== Una Vita ===
''Una
L'{{
Ancora oggi Guy de Maupassant aspetta con ansia la resurrezione
=== Senilità ===
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=== La Coscienza di Zeno ===
Il terzo romanzo, il libro considerato da tutti il suo noncapolavoro, acclamato dalla flora e dalla fauna ma soprattutto dai caminetti nei quali ardeva in maniera favolosa al posto della legna, fomentando fiamme di 50 centimetri buoni.
L'opera nacque nel momento in cui Italo si fece narrare la storia della propria vita dai suoi zii paterni. Entusiasmato, decise di metterla per iscritto, in modo alquando disincantato ed autoironico.
== Morte ==
Svevo stava lavorando ad una raccolta di ricette dell'[[Ecuador]] e ad un quarto romanzo, fu {{citnec|tragicamente}} coinvolto in un incidente nel giorno del Signore 13 settembre del 1928,<ref>Sono i giorni come questi che quasi credi nella [[Dio|sua]] esistenza</ref> lasciando morire di freddo un sacco di gente che non poteva permettersi la legna per il camino.
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