Poeti maledetti: differenze tra le versioni

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{{cit|MALEDETTI!|Uno studente che studia Rimbaud e Verlaine}}
 
{{cit|A nera, E bianca, I rossa, O blu|[[Rimbaud]] che tenta (finalmente) di imparare l'alfabeto con le letterine colorate dell'asilo.}}
 
Per '''Poeti maledetti''' si intende un gruppo di poeti di fine ottocento particolarmente sfortunati.<br />
{{cit|Le donne, lo so, non devono scrivere..|Il maschilismo latente dei Poeti maledetti}}
L'espressione fu inventata dai critici letterari per designare la sfiga di Paul Verlaine, il quale spezzava la punta della matita ogni volta che tentava di scrivere qualcosa.
 
L'espressione (non algebrica) '''Poeti Maledetti''' è stata inventata dagli studenti di [[liceo]] per esprimere il massimo schifo possibile verso un gruppo di poeti accomunati da un [[ermetismo]] talmente accentuato da sfiorare la [[supercazzola]]:
 
{{Cit|Non dico che la gioia non possa accompagnarsi alla bellezza, dico solo che la bellezza non si può accompagnare alla gioia, e che se la malinconia va con la bellezza non me la menate a me, se ogni tanto vado con le prostitute.|Baudelaire dopo 8 Cere's}}
 
Capeggiata dalla coppia gay [[Verlaine]]-Rimbaud, quest'allegra combriccola svolse la sua malsana attività pseudo-artistico-avanguardista negli ultimi decenni del secolo decimonono, vandalizzando per sempre il verso francese con gravissime conseguenze, i cui postumi si sentono ancora oggi, ad esempio quando apriamo un libro di poesia e lo scambiamo per il diario di uno schizofrenico che ha inalato del Vics Vaporub.
 
== Gli inizi ==
 
L'idea di formare questo fan-club del verso libero nacque da un incontro di Verlaine e Rimbaud in un ospedale psichiatrico, in cui erano stati ricoverati entrambi in stato farneticante: mentre il primo parlava di Colombine e Pulcinella incontrati presso i crocevia del giardino ospedaliero, Rimbaud sciorinava resoconti sui suoi trip da LSD. Quest'intenso scambio di idee scatenò fra i due il [[colpo di fulmine]]: riusciti ad evitare la scarsa sorveglianza medica, abbandonarono famiglie, baracca e burattini per fuggire prima in Martinica e poi in Belgio, dove incontrarono sinistri personaggi come Corbiére, un nano da circo che scriveva versi a tempo perso, e Mallarmé, ex-gioielliere di rue Fantin, scappato da Parigi dopo una copiosa rapina ai danni del negozio ove lavorava.
Riunitisi nella bettola citata ad inizio articolo, decisero di pubblicare un arguto resoconto delle loro bevute, anche attraverso la bocca di personaggi puramente immaginari, come Marceline Desbordes-Valmore e Villiers de L'isle-Adam.
 
== I poeti maledetti in Italia ==
==Analisi filologica del dottor H.R.W. Strummeller==
 
== Il mito dei poeti maledetti ==
 
== Analisi filologica del dottor H.R.W. Strummeller ==
Poiché poco ci importa di parlare delle insulse biografie di codesti beoti, riportiamo la seria e calibrata analisi di alcuni loro testi, fatta da un grande filologo tedesco, che consumò i suoi malandati cristallini sulle loro scempiaggini per ben quarant'anni:
{{foglio|testo=
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