Andrea Palladio: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Casa disegno bambino.jpg|thumb|350px|Progetto di Villa Godi Malinverni, una delle prime opere di Palladio.]]
{{Cit2|Che palle! Un'altra villa? Perché nessuno mi propone mai di progettare un bel centro commerciale?|Andrea Palladio su ennesima commissione riguardante una villa di campagna}}
 
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== Biografia ==
[[ImmagineFile:Palladio_(elemento).gif|290px|thumb|Un bel ritratto giovanile del Palladio.]]
Nato in una squallida barchessa nella campagna padovana, Andrea di Pietro era il frutto della relazione clandestina tra un gondoliere sordomuto e una mugnaia zoppa. Il bimbo passò la sua dorata infanzia a spaccarsi la schiena trasportando pesantissimi sacchi di farina e a ricevere pagaiate sui denti ogniqualvolta osava piagnucolare per la fame, per il freddo o per le [[Pulce|pulci]] che infestavano la sua cameretta.<br />Fortunatamente ebbe anche la possibilità di svagarsi come tutti i bambini: Andrea infatti si dilettava a passare il suo tempo libero [[Geologia|sbriciolando pietre col suo limasassi]].<br />A tredici anni iniziò a mostrare segni di repulsione per il [[Manuali:Risolvere il cubo di Rubik|simpatico ma monotono gioco]], e inoltre si accorse con rammarico che i protettivi genitori erano scappati di casa nascondendo dei cuscini sotto alle coperte per far finta di essere addormentati.<br />La laconica reazione di Andrea alla triste vicenda fu:
{{quote|Ecco perché negli ultimi cinque anni i miei genitori non si sono mai alzati dal letto!|}}
 
Andrea non si lasciò abbattere dall'abbandono, e anzi sfoderò un coraggio e uno spirito di iniziativa tipico solo degli [[Fabrizio Quattrocchi|eroi]] e degli [[Fabrizio Quattrocchi|imbecilli]]. E Andrea non è mai stato un tipo eroico.<br />Il giovane si trasferì a Vicenza presso la bottega dei '''Pedemuro''', noti costruttori [[pederasta]]: qui sperava di far fortuna nel fiorente settore edilizio, ma per motivi inspiegabili le sue innovative [[Casa|abitazioni]] realizzate in guano di [[piccione]] non ottennero [[mai]] il consenso dei committenti.<br />Sempre nella città berica gli capitò tuttavia un'insperata botta di culo: mentre si trovava fermo in mezzo alla strada a contarsi le dita dei piedi e a progettare un palazzo costruito interamente in [[chewingum]], Andrea venne investito dalla carrozza di '''Gian Giorgio''' "Giangy" '''Trissino''', pluripremiato [[Intellettuale|letterato]], voyeur e talentscout locale.<br />Il giovane riportò fratture scomposte a tutte le ossa e danni ai più svariati organi interni, rimanendo in fin di vita per settimane; gli andò però di lusso perché Trissino, temendo un possibile scandalo e una denuncia per omissione di soccorso, insabbiò il caso ospitando e curando Andrea nella sua [[Capitalista|umile magione da sei milioni al metro quadro]].<br />[[ImmagineFile:Gian Giorgio Trissino.jpg|300px|left|thumb|Gian Giorgio Trissino mostra con orgoglio una copia di ''[[Harry Potter]] e l'Ordine della Fenice'' autografata da [[J.K. Rowling]].]]Qui Andrea si rimise e accrebbe la sua preparazione artistica: sotto la guida del Trissino imparò infatti a contare senza l'ausilio delle dita, a progettare gli spazi funzionali [[Cazzo di cane|in modo rigoroso e simmetrico]], a disegnare in scala senza sbavature e senza rovesciare a terra le boccette di china e a [[Guerrino Maculan|cucinare un baccalà alla vicentina da leccarsi i baffi]]. Trissino fu così colpito dall'innato talento e dagli [[Cosa avrà voluto dire?|addominali scolpiti]] del suo allievo che arrivò a soprannominarlo col nome con cui tutti lo conosciamo: ''Andrea Palladio'', cioè "''Figlio bastardo di [[Minerva|Pallade Atena]], dea protettrice della sapienza e dei [[Chi vuol essere milionario?|quiz televisivi di cultura generale]]''".<br />Gli affidò addirittura la direzione dei lavori di ristrutturazione di un vecchio palazzetto di sua proprietà caduto in disuso e abitato solo da topi, scarafaggi e [[avvocato|avvocati tirocinanti]]. Palladio nel giro di mezza giornata costruì una loggia a doppie arcate e due imponenti torrette ai lati, impiantò uno splendido giardino pensile arricchito da una raffinata fontana, diede una mano di bianco alle pareti, tagliò le siepi, sfrattò gli avvocati molesti a suon di scudisciate sulla schiena e organizzò una dimostrazione di [[Merda|prodotti cosmetici]] nel salotto assieme a tutte le [[Giovane casalinga|casalinghe]] del quartiere. Fu un successo straordinario.<br />Da lì in poi la sua carriera come architetto e [[dog-sitter]] (ma solo nel fine settimana) subì una brusca impennata: nel giro di pochi anni Andrea divenne richiestissimo e realizzò un sacco di edifici <s>perlopiù abusivi</s> avvalendosi della collaborazione dell'allievo prediletto '''Vincenzo Scamozzi''' (di cui storpiava affettuosamente il cognome in ''Scamorzi'' o ''Scaccabarozzi'', con [[Omicidio|grande riconoscenza]] da parte dell'interessato).<br />Il suo nome era così conosciuto in [[Veneto]], che appena un nobile voleva farsi erigere una villa o una cappella di famiglia, subito contattava Palladio.<br />Appena una nobildonna voleva sapere se il tappeto che aveva visto al mercato si sarebbe intonato o no con il colore del divano, subito contattava Palladio.<br />Appena qualcuno voleva sapere se il quadro che aveva appena appeso al muro era diritto oppure no, subito contattava Palladio.
[[ImmagineFile:Idiota villa Palladio.jpg|thumb|310px|Vincenzo Scamozzi ammira con venerazione il capolavoro del suo maestro.]]
Ben presto l'architetto si ritrovò oberato di lavoro, e per evitare una crisi di nervi si prese un periodo di pausa e nel 1554 si recò in vacanza a [[Roma]], dove nessuno lo conosceva.<br />Nella capitale venne scippato come un [[Mike il pollo|pollo]] da una banda di ragazzini [[Zingaro|zingari]]. Una volta accortosi del furto subito Palladio si lanciò in tonanti [[Bestemmia|bestemmie]], le quali attirarono una pattuglia di [[carabinieri]] che, complice anche il suo marcato e incomprensibile accento veneto, lo arrestarono per schiamazzi e disturbo della quiete pubblica. Quando l'equivoco venne chiarito lo stremato Palladio era stato sottoposto a un crudele interrogatorio e aveva confessato abbastanza crimini per passare in gattabuia altre tredici vite. Fortunatamente il questore '''Daniele Barbaro''' capì che quello era l'illustre architetto vicentino e lo fece liberare proprio mentre gli altri detenuti stavano tentando di impiccarlo con un [[Guida galattica per autostoppisti|asciugamano]].<br />Tra Palladio e il questore, che oltre al manganellare i civili durante i sit-in di protesta aveva anche l'hobby dell'architettura antica, nacque <s>l'amore</s> una forte amicizia. Insieme i due diedero alla luce ''I quattro libri dell'architettura- Modelli architettonici illustrati da colorare'', una serie di albi pedagogici per bambini che consacrarono Palladio come idolo di grandi e piccini.<br />
Successivamente costruì una stupenda veranda per un doge veneziano, e grazie ai suoi magheggi e alle sue amicizie in Comune riuscì a renderla esentasse. Il doge apprezzò molto il gesto e nominò Palladio ''Architetto capo della Serenissima con Delega Speciale per Lazzi, Intrallazzi e Appalti Truccati''.<br />Con suo sommo rammarico, però, a Venezia non gli lasciarono mai costruire un edificio che non fosse una chiesa. Che beffa per [[Germano Mosconi|uno che quando bestemmiava tirava giù tutti i santi del Paradiso]] e che invece di bagnarsi le dita nell'acquasantiera, ci sputava dentro!<br />Gli ultimi anni si rivelarono spaventosamente difficili, solo allora infatti Andrea Palladio capì che [[Eufemismo|progettare un sacco di ville senza chiedere nemmeno una caparra non era stata un'idea particolarmente brillante]]. Tra i committenti che non lo pagavano e la vita sentimentale che andava a rotoli (il fido Scamozzi si era messo in proprio e Barbaro era morto in un conflitto a fuoco durante una [[Droga|retata antidroga]]), Palladio si ritrovò povero in canna e solo.<br />Morì nel 1580 e secondo le sue volontà la sua salma fu cementificata all'interno delle fondamenta del '''Teatro Olimpico''', ultima opera incompiuta.
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== Stile e trucchetti vari ==
[[ImmagineFile:Rotonda.jpg|thumb|left|350px|La Rotonda.]]
Tanto nei suoi trattati quanto negli edifici che progettò, Palladio [[Plagio|seguì i principi]] dell'opera dell'architetto romano '''Vitruvio''', il cui motto era: "''I muri portanti non sono poi così importanti''".<br />Palladio si basò solo sui suoi disegni perché per uno strano scherzo del destino tutti gli edifici costruiti da Vitruvio crollarono dopo poco tempo e non ne rimase traccia.<br />Palladio combinò liberamente molti degli elementi del linguaggio classico, rispettando le esigenze derivanti dalla posizione dell'edificio e sfruttando fino alla morte i suoi manovali. Da questo punto di vista, in particolare, lo si può considerare un architetto manierista ma anche un [[Lavoro|aguzzino sadico e bastardo]].<br />Andrea Palladio ricercò sempre una proporzione armonica e un'austera semplicità nelle facciate che disegnò, o almeno così asseriva in osteria quand'era ubriaco marcio. Il suo unico vezzo era l'uso del '''portico''', che inseriva ovunque e spesso a sproposito. Utilizzato su tutte le facciate, il portico sarebbe dovuto servire per permettere agli occupanti di guardare il paesaggio restando al riparo dal sole o al limite per spiare i vicini di casa, ma in realtà Palladio lo prediligeva perché gli ricordava un bel momento della sua vita: Andrea aveva infatti consumato il suo primo [[Sesso|rapporto sessuale]] proprio in un portico. A quarantasei anni.<br />In altre occasioni, e cioè quando il committente minacciava di fargli causa se avesse inserito nella sua villa un "fottuto portico", Palladio usava la '''loggia aperta'''. Tale tipo di loggia può essere descritta come un portico così incassato, ma così incassato a lavori ultimati pareva sempre che il Palladio avesse progettato uno sgabuzzino in più.
 
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