Mario Rigoni Stern: differenze tra le versioni

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{{quote|Rigoni Mario da Asiago (VI) – Classe 1921 – Sergente 6° Alpini Btg. “VESTONE”<br/>Sottufficiale volontario di alti sentimenti e infima estrazione sociale, incurante del pericolo e dell'igiene intima, durante le operazioni di sganciamento da una trincea ormai indifendibile assumeva il comando di un plotone di fucilieri, caricandosi sulle spalle e portando in salvo due mortai d'assalto, un ufficiale assiderato, cinque soldati semplici e un mulo da soma.<br/>Giunto arditamente sulla quota assegnata, e accortosi di aver lasciato in mano nemica un gallone di grappa, con grande rischio della propria vita e profusione di sonore bestemmie si lanciava a riconquistare il prezioso manufatto.<br />Fulgido esempio di eroico ardimento, folle ostinazione e sex-appeal montanaro.|}}
 
=== Lo svacco da dipendente statale e l'esordio come scrittore: [[Fancazzismo|esisteche esista un nesso tra le due attività?]] ===
 
Forse per via della sua medaglia o per il fatto di essere l'unico abitante di Asiago a saper leggere e scrivere, finita la guerra Mario Rigoni Stern ottiene un lavoro all'Ufficio Catasto del paese. Mantiene tale impiego per quarantaquattro anni, e al momento di abbandonarlo tenta il suicidio ingoiando per disperazione la graffettatrice dell'ufficio e tutte le visure catastali dalla A alla F.<br/>Rigoni Stern esordisce come scrittore nel [[1953]] con il libro autobiografico "''Il sergente nella neve''". A dire il vero fatica inizialmente a fare accettare il suo manoscritto alla casa editrice [[Einaudi]]; il merito di aver creduto in Stern va al noto scopritore di talenti letterari '''[[Elio Vittorini''']], che si è espresso così nei confronti dello scrittore di Asiago:
[[File:Uomo dell'anno16dj.jpg|300px|thumb|Mario Rigoni Stern e l'amata moglie Anna hanno sempre unito le forze per superare le difficoltà della dura vita di montagna.]]
{{quote|La prima impressione che ho avuto di Mario Rigoni Stern si può tranquillamente riassumere in tre parole: "Oh, mio Dio!"<br/>Sul serio, era un uomo disgustoso! Mi pareva un villicoselvaggio uscito dalle caverne!<br/>Insisteva nello spedirci per posta il suo romanzo scritto a mano su quella sudicia carta che viene usata per incartare i formaggi. Anzi, tante volte oltre al romanzo c'erano pure dei resti di formaggio avariato! Un tanfo!<br/>Ce ne avrà mandati quindici o sedici di manoscritti così! E tutti ovviamente in quell'incomprensibile lingua cimbra!<br/>Alla fine l'abbiamo pubblicato per disperazione. Davvero, non accennava a fermarsi, e stava ammorbando gli uffici della redazione coi suoi formaggi!|}}
 
Il libro si rivela però un insperato successo editoriale, milioni e milioni di boccaloni pagano oro per leggersi quelle che Mario spaccia per drammatici e reali episodi della ritirata di Russia e che invece non sono altro che [[Voyager|panzane inventate di sana pianta]].<br/>Checché se ne dica, Mario Rigoni Stern non è uno stupido. Di lui si può dire che è allergico al sapone, ma nonndi che noncerto sappiasa far funzionare la materia grigia: ben presto capisce che il genere letterario da lui inventato, e ribattezzato dai critici '''finto neorealismo bacchettone''', è una formula che vende parecchio, perciò il buon Mario nei suoi libri successivi nonsi tardacala aancor entrarepiù nella parte del vecchio saggio custode dei sani valori montanari e a lanciarsi in aspre critiche al dilagante [[Capitalismo|dilagante consumismo]], all'[[Effetto serra|effetto serra]] e alle bustine di [[zucchero]] sigillate che hanno ormai soppiantato in tutti i [[bar]] la classica e più umana zuccheriera comune.
 
<choose></choose>== Opere ==
[[File:Mario Rigoni Stern bastone.jpg|280px|thumb|"''Questo bastone è mio! MIO, capito? MIO!""<br/>Eh sì, la generosità dei montanari è proverbiale...]]
L'opera narrativa di Mario Rigoni Stern è caratterizzata {{s|da un'acuta forma di monomania}} dall'estrema varietà di temi e argomenti trattati.<br/>Nei suoi libri infatti il barbuto scrittore parla di [[montagna]], [[natura]] e [[guerra]], ma anche di montagna, [[animali]], natura, tradizioni, montagna, animali, guerra, guerra, tradizioni e addirittura di montagna. Le sue opere più celebri sono:
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