Souvenir: differenze tra le versioni

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[[File:Tour_Eifel_souvenir.jpg|thumb|right|250px|Il tipico souvenir di Parigi.]]
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Il '''souvenir''' è di solito un piccolo oggetto (ma esistono anche clamorose eccezioni) che il povero [[turista]] sfigato è costretto a portarsi a casa per dimostrare di essere andato veramente in vacanza in [[Amsterdam|una grande città d'arte]] o in [[Giamaica|un luogo esotico]] invece che a Casalpusterlengo.
Il '''souvenir''' è di solito un piccolo oggetto (ma esistono anche clamorose eccezioni) che il povero [[turista]] sfigato è costretto a portarsi a casa per dimostrare di essere andato veramente in vacanza in [[Amsterdam|una grande città d'arte]] o in [[Giamaica|un luogo esotico]] invece che a Casalpusterlengo.

Versione delle 16:45, 12 feb 2010

Template:Inrestauro

Il tipico souvenir di Parigi.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Souvenir
« Ehy Mamma, guarda che ti ho portato da Roma! »
( Stupido turista americano con in mano una statuetta del David di Michelangelo. )
« Ma questo sasso grigio non lo pago alla cassa? »
(Lo stesso turista, un anno dopo, arrestato a Pompei.)
« Dite no alle pallide imitazioni! No ai souvenir! Portate a casa le emozioni originali! »
(Slogan dell'A.T.I. (Associazione Tombaroli Italiani))

Il souvenir è di solito un piccolo oggetto (ma esistono anche clamorose eccezioni) che il povero turista sfigato è costretto a portarsi a casa per dimostrare di essere andato veramente in vacanza in una grande città d'arte o in un luogo esotico invece che a Casalpusterlengo.

Basterebbe quindi una macchinetta fotografica per evitare di comprarne uno e spendere i propri soldi in cose più utili, ma come è noto dalla legge di Murphy, qualunque viaggio si trasforma in un susseguirsi pazzesco di inconvenienti. I più classici sono (immaginiamo un viaggio a Pisa):

  • la macchinetta fotografica che cade a terra e si frantuma in mille pezzi;
  • è il giorno in cui (una tantum) la soprintendenza piccionistica rimuove il guano da tutti i monumenti rilevanti che sono quindi sprangati;
  • per i motivi di cui sopra i piccioni non sanno dove posarsi per defecare, quindi sono proprio sopra l'ignaro turista mentre costui sta comprando le cartoline.

In definitiva il disgraziato non ha altra possibilità, per provare di essere stato a Pisa agli amici, che comprare la statuina della torre pendente, al modico prezzo di dieci euro (trenta se il poveraccio è livornese).


Storia del souvenir

Il souvenir era molto importante nell'antichità e ogni volta che si andava a visitare un paese straniero ci si premurava di tornare con tutto il meglio che quel paese ospite avesse da offrire. Gli Assiri erano maestri di questa nobile tradizione e non contenti di trafugare procurarsi i prodotti tipici locali, si portavano dietro anche la popolazione straniera, così da non avere nostalgia degli usi e costumi dei posti visitati una volta tornati.

Purtroppo oggi seguire la tradizione dei propri avi comporterebbe anni di galera nonché il servizio di apertura su Studio Aperto, quindi il turista moderno invece di dedicarsi ad attività stimolanti come la caccia di giovani vergini da mettere dentro un sacco o il trasporto di tesori d'arte da rivendere a peso d'oro in patria, è costretto a comprare brutte copie in finto-metallo/finto-vetro/ finta-plastica di un monumento locale (che magari non è riuscito a visitare proprio perché ha passato l'ultima giornata rimasta a comprarne la versione ridotta) o ancora peggio, una maglietta di cotone con la scrittà del luogo pagando dai venti euro in su, quando il tipografo della via accanto gliela faceva identica a tre.

(in)Utilizzo

Dopo aver subito una rapina camuffata da acquisto per ottenerlo, il turista, di nuovo a casa, porta tutto contento l'oggetto al destinatario (un parente, un amico, il partner, o, se molto nerd, il portiere). Costui ricompenserà le fatiche del povero sfigato con un commosso "ah, bello...". Il souvenir svolgerà quindi il compito per cui è stato costruito e progettato: prendere polvere[1].

La svolta

Accadde un giorno che un certo artista milanese di nome Massimo Tartaglia, non avendo niente da fare come ogni esponente della categoria che si rispetti, si prese a cuore la sorte dei souvenir. Deciso a dimostrare che il loro destino non dovesse per forza essere l'inesorabile mercatino delle pulci, ideò una disciplina sportiva nuova di zecca: il lancio del souvenir.

Di fronte alla commissione olimpica, Tartaglia diede una dimostrazione pratica nella sua città natale. Sfortunatamente passava di lì il presidente del consiglio più amato degli ultimi 150 anni e una partita di questo sport in erba venne fraintesa come azione terroristica.

Il presente del souvenir è quindi in bilico. Molti esponenti del governo li addittano come armi del terrorismo rosso, con la prova che il 90% dei souvenir è costruito in Cina[2], chiedendo che vengano inseriti tra le armi vietate dalla Convenzione di Ginevra.

A seguito delle nuove norme di sicurezza sugli aereoporti, in Italia oggi è vietato portare con sé souvenir contundenti. Quindi ora fra le tante disgrazie che il souvenir causa all'incauto viaggiatore, si aggiunge la possibilità di essere fermato dalla polizia, perdere l'aereo ed essere sottoposto per un giorno intero ad intense perquisizioni.


Souvenir originali

Siete stufi di tornare dalle vostre vacanze ed essere accolti dalle facce da funerale dei vostri cari delusi dalle minchiate che li avete portato?[3]

Ecco una pratica lista di ricordini originali e alternativi.

È cosa buona e giusta che i turisti imparino i valori della terra che visitano.
  • Venezia: sorprendete i vostri amici con il rivoluzionario effetto gel del guano di piccione sui vostri capelli! Per procurarvela non dovete far altro che stare fermi in Piazza San Marco e aspettare, madre natura provvederà al resto.
  • Milano: come a Venezia, con la differenza che i vostri capelli (ammesso che non si corrodino) assumeranno una colorazione variabile tra il fucsia e l'amaranto , tutto merito della tipica aria salubre della città e dei suoi benefici effetti sui piccioni.
  • Napoli: un caratteristico sacco dell'immondizia per divertirvi con tutta la famiglia con la variante italiana del gioco della pinata.
  • Corleone: una testa di cavallo autentica da appendere in salotto, dono della cittadinanza. È consigliato riceverla il giorno prima della partenza.
  • Norvegia: uno squisito trancio di balena da gustare a cena in compagnia del vostro amico ambientalista.
  • Cina: un tenero panda per la gioia di grandi e piccini. Attenzione però, sono in edizione limitata!
  • Amsterdam: ehhh qui ogni consiglio è inutile, so già cosa ti vuoi portare. Attento alla polizia però!

Note

  1. ^ a meno che non siete il turista tornato da Pisa d'inizio articolo, in questo caso la vostra ragazza sarà molto contenta della torre in miniatura che vi siete portati a casa.
  2. ^ Il restante 10 sono versioni contraffatte create a Napoli
  3. ^ In realtà siete proprio voi a farli quell'effetto ma tant'è...