Sindrome del porco a tavola

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« Aggiungi un porco a tavola... ma anche no! »
(Maccio Capatonda su un musical sconveniente)

La cosiddetta Sindrome del Porco a Tavola (in breve SPT) è una patologia selettiva che colpisce con altissima incidenza rozze e animalesche creature di sesso maschile, osservate dagli scienziati in migliaia di esemplari nel corso di anni di studi sulle tavole imbandite.

Il primo caso di soggetto affetto dalla sindrome.

Profilo della malattia

Secondo alcune scuole di pensiero medico-antropologiche, rientrano a pieno nella categoria delle sindromi da truzzo, la cui fenomenologia completa è tuttavia ancora in corso di studi. Il disturbo affligge esemplari di maschio dal quoziente intellettivo talmente basso da non riuscire a capire perché la loro donna li fulmini costantemente con lo sguardo mentre sono a tavola (vedi sotto: Fenomenologia del Porco a Tavola). Il problema dell’incapacità di interpretare tali sguardi schifati è stato spesso sollevato anche in austeri TG, come il rigoroso Studio Aperto, schematicamente rappresentato su plastico in imparziali show serali quali, ad esempio, "Porco a Porco", e non ultimo il musical "Aggiungi un posto al Truogolo" ha confermato la crescente attenzione sul disagio sociale dei pazienti con SPT. La comunità scientifica, dopo anni di sudati studi e ricerche con sofisticati strumenti, ha fatto luce sul problema nel 1997 divulgando l’articolo accademico di cui si riporta brevemente l’abstract: "Non opprimerti con i dilemmi amico, la verità è una sola: il modo in cui mangi fa schifo!". Incassato il duro colpo, i maschi affetti dal morbo SPT, dopo aver cercato un angolino tranquillo della caverna, hanno costituito nel 1998 l’associazione "Lega del Porco a Tavola" per difendere i diritti della categoria e resistere strenuamente contro l’apprendimento dei principi relativi a come si è evoluta l’interazione sociale umana dai tempi della clava. L’ uomo con SDP (di seguito denominato "Troglodita") soffre di una disfunzione che impedisce le normali trasmissioni neuronali. Questo comporta che il soggetto non arriva a capire l’evoluzione della specie umana rispetto alle specie animali. Infatti, il cane non è dotato di mani prensili ed è per natura costretto a mangiare direttamente con la bocca dalla ciotola, è quindi comprensibile che tenga la testa china sul suo cibo. Ma, attesoché il paziente con SDP non viene classificato tra le specie quadrupedi, e che la natura non ha previsto che mangiasse come il cane, la terapia rieducativa prevede, al fine di farlo stare più dritto davanti al suo dannato cibo, un condizionamento pavloviano classico: ogni volta che l’angolo di inclinazione verso il piatto supera i 10 gradi, al paziente viene affondata la testa nel piatto ancora bollente.

Risultati degli esperimenti rieducativi

Con molti soggetti SPT non si sono registrati miglioramenti nemmeno dopo condizionamento pavloviano tramite affondamento nel piatto.

Fenomenologia del soggetto femminile vittima di uomo con sindrome SPT

Il soggetto femminile mostra di non avere il coraggio di dirlo subito al maschio affetto da SPT, ma le rilevazioni effettuate con gli infallibili strumenti sono chiarissime: si vergogna come una ladra quando sono a tavola e lo osserva schifata. Lo studio ha rivelato che i tipici sguardi allibiti, mentre lo osserva mangiare, lasciano inequivocabilmente spazio a un solo significato: vorrebbe sprofondare nel sottopiano del ristorante o della casa. La sera stessa in camera, inoltre, gli strumenti registrano frequentemente un vorticoso giramento a elica delle gonadi della donna seguito da mal di testa strategico, con conseguenze allarmanti per lui e per la riproduzione della specie. Ben presto la femmina tende, inoltre, a osservare uomini dotati di normali tratti umani e a troncare la relazione. Pare, infatti, scientificamente accertato dallo studio, che poche cose facciano passare la fantasia a una donna come i modi rozzi, cafoni e burini nel mangiare. Tra le espressioni registrate dall’équipe durante gli scontri verbali conseguenti agli sfoghi verbali della donna, pare assumere speciale rilevanza la frequente "Sei un truzzo che spende tremila euro per fare il fighetto a Milano Marittima quando poi il mio cane bastardino mangia e beve con più grazia di te!".

 
Ecco come si presenta il soggetto giunto allo stadio finale della malattia.

Fenomenologia del porco a tavola

Posizione a tavola

Fenomenologia già introdotta dal breve riepilogo sull'etologia del cane. Il soggetto sta chino sul piatto, con la schiena e il collo ad arco protesi verso ciò che sembra l’unica fonte del suo interesse: il cibo. Il soggetto pare ignorare di essere a cena con una persona, il fatto che è a lei che deve interessarsi e che il cibo è solamente un piacevole e bellissimo contorno. Chino e basso sul piatto, il maschio con SPT appare in effetti un essere primitivo o un bambino di cinque anni che ha paura di sporcarsi il bavaglino.

Rimedi

Con il condizionamento pavloviano, ogni volta che il truzzo fa la gobba e che la faccia si china tutta sul piatto, affondare la stessa dentro il piatto (solo se caldissimo). La finalità della terapia condizionante è farlo stare il più possibile diritto (non rigido e innaturale come avesse ingoiato una scopa, ma semplicemente diritto). Questo darà al soggetto più dignità, e farà capire alla femmina che è interessato a lei, e non solo a riempirsi lo stomaco. Se la paura inconscia del troglodita è quella di sporcarsi, lo si avvicina il più possibile al tavolo, ovviamente con il tovagliolo in grembo. Gli si spiega che mangiando piano e con le dovute maniere sarà difficile che questo accada, e gli si ricorda che per una donna è meglio una macchiolina sulla camicia che la sensazione di essere a tavola con un quadrupede ingordo.

Uso di posate o altre stoviglie

Si spiega al porco lo scopo per cui sono state create, ovvero: il coltello (mano destra) per tagliare, la forchetta (mano sinistra) per tenere fermo il cibo mentre si taglia e per portarlo alla bocca (ovviamente chi è mancino fa l'opposto). Inoltre, imparerà che primi piatti si mangiano solamente con la forchetta oppure con il cucchiaio, che non si prende il cibo con il coltello per metterlo in bocca, ma solo con la forchetta e, soprattutto, che non deve leccare mai il coltello. Inoltre, sempre parlando dell’uso di coltello e forchetta assieme, lo si erudisce sul fatto che è veramente da bimbominkia (anche se meno brutto di tante altre cose che fa a tavola) tagliare tutto ciò che ha nel piatto per poi posare il coltello (e non usarlo più) e, mettendo la forchetta nella mano destra, mangiare solamente con la forchetta tutto ciò che ha tagliato, come i bambini di 3 anni.

Procedura più efficace per la rieducazione

La procedura consiste nel dire al malato con modi dolci, pazienti e gentili che cosa deve fare (per rigore metodologico, si sono suddivise le varie tappe della rieducazione):

Uso del calice

"Prendi quel cazzo di calice dal basso, cioè dalla base o dallo stelo, e non dalla coppa! Soprattutto se c’è del vino, non tenere il bicchiere per la coppa perché gli cambi la temperatura con la mano, ma soprattutto la riempi di ditate unte, senza contare che ti dà un'aria da boscaiolo del Kentucky! Insomma, tienilo dallo stelo, o dalla base come fanno gli intenditori di vino, ma devi essere bravo (magari esercitati). Solamente con calici più piccoli usati per liquori da degustazione (es. brandy), puoi tenere il calice con la mano attorno alla coppa, ma partendo da sotto! E va' a vedere “modo di bere” più avanti (sigh!)".

Uso del tovagliolo

"Darò per scontato che il tovagliolo lo tieni piegato in lungo sulle gambe e non sul collo della camicia come fanno i burini ai tavoli della Porchetta della sora Rosina. Bravo. Ma non basta. La vuoi piantare di usare quel tovagliolo come se stessi facendo una disincrostazione con carta vetrata alla parte bassa della tua faccia??? Se non hai 11 mesi di vita e sai mangiare decentemente senza sbrodolare, sarà sufficiente appoggiare un lembo di tovagliolo sulla bocca. Nient’altro. Finito. Non lo strofinare violentemente in orizzontale da un lato all’altro della bocca, con le due mani. È veramente da cafoni! E magari che ne dici di non guardare il risultato organico della tua manovra sulla stoffa? Non è molto fine, sai? Semmai, è giusto un tantino da zoticoni".

 
Soggetto in procinto di manifestare la presenza della sindrome.

Modo di mangiare

  • Quantità: "E mangia a piccoli bocconi, deficiente! Se la foglia dell’insalata è troppo grande, tagliala con il coltello. Ci vuole tanto? Il boccone che mangi non può essere più grande della tua bocca. Con quei triangoli di cibo che fuoriescono dai lati della tua bocca, oppure con la bocca gonfia di cibo - che mastichi appena, e deglutisci quasi intero perché c’è già l’altro boccone che ti aspetta - sei davvero imbarazzante e stomachevole. In più, ti sei accorto che ti stiamo guardando male e ti senti a disagio anche tu, sei a disagio con gli occhi sbarrati e con tre spigoli sugosi di pizza che ti escono dalla bocca perché ne hai infilato dentro un metro quadrato, quindi sull’effetto generale della scena è meglio stendere un pietoso velo. Devi degustare il cibo, non ingurgitarlo a vagonate!".
  • Velocità: "Senti, deficiente: devi degustare il cibo, non ingurgitarlo a camionate come uno scimmione affamato. Non mangiare tutto il piatto d'un fiato, senza mai fermarti finché non lo hai ripulito, e inghiottendo il cibo senza quasi neanche masticarlo. Se vuoi, fallo a casa tua quando sei da solo, ma non davanti alla gente, e non davanti alla donna! Capisco il cane o il gatto che hanno paura che un altro glielo porti via, ma tu non hai scuse! Mangia facendo delle pause, almeno ogni tre bocconi…. e non preparare l’altro boccone in attesa davanti alla bocca quando ce l’hai ancora piena, sembri un ingordo, anzi, lo sei. Quindi, fammi il favore di poggiare ogni tanto quella forchetta, bevi un sorso (ehm…ehm... aspetta… da bravo, prima vedi "Modo di bere") e parla un minimo con le persone (se poi dici anche qualcosa di divertente o intrigante non è male)".
  • Rumori: "Non soffiare il cibo! È da veri cafoni D.O.C.. Se è bollente, aspetta un attimo. Non succhiare il brodo o il sugo della pasta. Insomma non devi fare rumori".
  • Cibi particolari (fenomenologia della Cascata di Spaghetti): ed ecco il soggetto nel suo pezzo forte. Questo tema merita veramente l’attenzione della comunità scientifica. Poche cose fanno più schifo di un troglodita chino sul piatto con gli spaghetti (o tagliatelle, o fettuccine ecc.) che pendono a strapiombo dalla sua bocca come una cascata, e per giunta in un unico filone tra piatto e bocca. "Fai vomitare! Sembri Bud Spencer in Lo chiamavano Trinità...! Deficiente! Gli spaghetti li devi arrotolare con la forchetta in piccole quantità, e stai attento a non schizzarne la salsa! Dopodiché mangi questo cazzo di boccone arrotolato sulla forchetta, stando più dritto e senza farli pendere lunghi dalla bocca come una rivoltante cascata bavosa. Se li prendi appena in superficie, e non dal fondo, per la terza legge di Aldfabrizien, vedrai che non formeranno una gigantesca massa informe che cresce esponenzialmente a ogni arrotolata!!! Per non parlare di quando li tagli con i denti mentre pendono!! È inevitabile che tu lo faccia, non ci stanno tutti, dato che ne avevi messo in bocca una quantità da cafone (vedi sopra). E la conseguenza è che risulteranno inevitabilmente sputati sul piatto. Tagliare con i denti gli spaghetti pendenti dalla bocca - e conseguentemente sputarli nel piatto!!! – è semplicemente rivoltante e di una maleducazione fuori misura. Lo stesso vale per quando alla tua cascata di spaghetti fai prendere la via contraria, ovvero il risucchio in bocca; cambia il gesto, ma non la tua sconfinata cafonaggine!".
  • Pizza: "Puoi mangiare la pizza con le mani, deficiente, ma valgono tutte le regole precedenti e seguenti, e cioè: piccoli morsi al trancio che hai in mano, attenzione alle cadute di salsa sul tuo mento, se è bollente non soffi ma aspetti, niente smorfie da scimmione ecc.. Se la mangi con coltello e forchetta, stesse regole, con particolare attenzione alla quantità che ne metti in bocca con la forchetta. Taglia la pizza in piccoli bocconi - oppure piegali in due - in modo da poterla masticare tranquillamente senza che ti scoppi dentro il cavo orale scappando dagli angoli della tua bocca!".
  • Noccioli di frutti e olive: "Non azzardarti a sputare direttamente i noccioli nel piatto, deficiente! Una volta hai anche preso la mira chiudendo un occhio. Falli passare con garbo nel pugno chiuso davanti alla bocca e mettili nel piatto da bravo bambino".

Modo di bere

"Non attaccare le labbra allungate "a ventosa" all’orlo del bicchiere per risucchiarne il contenuto, sembri deficiente! Porta normalmente il bicchiere alla bocca, inclinalo e bevi tranquillamente, con le labbra non irrigidite, degustando il vino, e non trangugiandolo come una spugna. Quando hai girato il caffè con il cucchiaino, evita di "ciucciarlo"; non si fa, e, quando hai finito di bere il caffè, il cucchiaino non va nella tazza, ma a lato, sul piattino. Se il liquido non arriva alla bocca perché sta finendo, ti è mai venuto in mente che devi inclinare ancora di più il bicchiere e leggermente la testa, e non c’è bisogno di allungare le labbra a mò di ventosa?? E non alzare i gomiti all’esterno di lato come in un saloon del Far West. Basta portare il braccio leggermente in avanti mentre sollevi il bicchiere, insomma un po' di coordinazione! Gli stessi principi valgono per quando bevi il caffè. E fammi il piacere di non risucchiare o soffiare come un mantice con le bevande calde. Aspetta un attimo, e che diamine!".

Modo di mangiare il pane

"Lo spazio attorno al tuo piatto si riconosce subito. È un campo di sterminio indecente! Non sei capace di mangiare tre fette di pane senza creare un olocausto di molliche, croste e briciole sul tavolo. Devi smetterla. Non sventrare il pane in quel modo esagerato, e, comunque, non riempire il tavolo dei tuoi scarti: è da cafoni! Al limite lasciali nel tuo stesso piatto. Non lanciare le palline di mollica nei bicchieri di chi ti sta intorno, pirla! Se vuoi esercitarti con la mira comprati un canestro per bambini. No! Non devi metterti la pagnotta tutta in bocca e tagliare con un morso il boccone che ti interessa: strappalo con un movimento gentile della mano e non con il coltello, poiché rischi di graffiare il tavolo. Sei un caso disperato caro mio".

Mimica facciale

"La pianti di fare quella smorfia da scimmia Cercopiteco quando bevi? E di strabuzzare gli occhi come una rana quando stai mangiando qualcosa che ti piace tanto? Ma quanti anni hai, cinque???".

Voci correlate