Rovigo

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« Rovigo non esiste proprio nei piani di sviluppo ferroviario ed è dimenticata sia dalle Ferrovie che dalla Regione »
(Placido Maldi su Rovigo)
« Ci credo, Rovigo non esiste! »
(Giorgio Moretti, ubriaco in toga ad un rave notturno, sull'affermazione di Placido Maldi)
« Rovigo è morto! »
( Nietzsche su Rovigo)
« Se vai su Wikipedia e cerchi Rovigo, si vede benissimo che le immagini sono fatte con Photoshop! »
(Giorgio Moretti, allo stesso rave, ancora più ubriaco)

Rovigo non esiste. E' ormai considerata una fantasia poetica dalla maggior parte degli storici, ciononostante la rosa è tuttora uno dei simboli della città di Rovigo. E' il principale polo economico mondiale, sede di una camera e un bagno del parlamento del Liechtenstein e di una delle maggiori fabbriche produttrici di febbre cappuccia.

Le origini della sua leggenda risalgono al lontano anno 0, o 1988 a.M. (avanti Me), quando uno sfigato dell'Italia centrale, Azzus, per millantare con gli amici ubriachi cuccamenti mitologici, si inventò la location di tali cuccamenti. Per lunghi secoli nessuno nemmeno sospettò le menzogne di Azzus, e anzi in direzione di Rovigo si venne a creare una rotta carovaniera, chiamata la Rotta della Cucca.

Il cittadino tipo di Rovigo

A Rovigo, secondo la leggenda, ci sono due tipi di cittadini:

  • i rovigotti, tipici individui privi di integrità morale, dai ventri pelosi, amanti della filosofia e delle quote rosa, acerrimi nemici degli amici dei sostenitori di chi conosce il Sintetismo Bretone e degli amici in genere.
  • i contadini, gente che appena può organizza ronde con fiaccole e forconi alla ricerca di rovigotti da bruciare.

La politica

Il mito vuole che Rovigo sia città libera dal 1920, da quando cioè venne cacciato Pascoli che aveva occupato la metropoli. Vige la pena di morte per qualsiasi reato. E per le volpi. Che crepino.

Il clima

Il più schifoso del pianeta, in quanto mette insieme tutti i peggiori climi, e nient'altro. La città è protetta da invalicabili nebbie 12 mesi l'anno, che la rendono particolarmente ridente; il clima varia dal subartico invernale, quando la città è coperta da ghiacci perenni, al tropicale-umido estivo con tanto di zanzare malariche e mangrovie che crescono nei fossi, quando a passare da Rovigo a Bangkok non si sente la differenza (anche perché, immersi nelle nebbie perenni, nessuno ha mai davvero visto Rovigo). Fenomeni occasionali sono la neve, la pioggia ed il sole. Non dimentichiamo l'odore acre che avvolge il perimetro cittadino causato dagli abitanti stessi. Un'olfa maligna dal sapore di merda invade l'aria e opprime i bronchi dei passanti stranieri perché i rovigoti ne sono immuni grazie alla mancanza di materia grigia.

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