Riccardo Riccò

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« Non ho toccato alcun tipo di droga. Ultimamente ho toccato solo della CERA »
(Riccardo Riccò su CERA)
« Non mi aspettavo il coinvolgimento di Riccò. È una sconfitta per il ciclismo e per lo sport in generale. »
(Emanuele Sella su Riccò che ha assunto il CERA due settimane prima di venire beccato anche lui)
« CERA una volta, in un paese lontano lontano, tanto tanto tempo fa, una grande promessa del ciclismo, poi si sciolse al sole di maggio, come un pezzo di CERA. »
(I Fratelli Grimm alle prime armi su Riccò)
« Ma quante pomatine, Riccardo Riccò, ma quante pomatiiineee! »
(Madama Dorè durante l'interrogatorio di Riccò)

Riccardo Riccò (CERAnova 01 gennaio 1901 - CERAso 01 gennaio 2001) CERA, adesso non c'è più.

L'infanzia e un secolo d'attesa

Il nostro eroe ripreso nell'atto di dimostrare al mondo le sue grandi doti ciclistiche

Nato sulle rive del Fiume Olona, fin da piccolo dimostra le sue grandi capacità atletiche cimentandosi nelle competizioni indette dal comitato parrocchiale di CERAnova quali Gare di rutto, Peto vaginale, Tiro al terrone, Lancio dello stronzo e Lippa. Per lui è un gioco da ragazzi umiliare con tocchi di classe gli ammirati compaesani e, ben presto (all'età di 73 anni), si stufa e si ritira in un monastero in Val Rendana. Fino a pochi anni fa si pensava avesse passato le giornate rinchiuso nella sua cella monacale, a fare penitenza per i peccati commessi, in attesa del perdono divino. Tuttavia, recenti studi, hanno portato alla luce una nuova verità: i 30 anni che separano il suo ritiro in convento dal suo debutto come professionista, sono caratterizzati da un seguire alla TV il Giro d’Italia ascoltando le appassionanti telecronache di Auro Bulbarelli in maniera maniacale ed assidua.

Il debutto fra i grandi

Alla decisione di fare ciclismo, contribuì la morte del padre a causa di un ulCERA maligna e crudele. Sta di fatto che nel 1999, all’alba del II millennio e del suo primo personale secolo di vita, divenne un ciclista professionista. Un altro fattore che contribuì alla sua passione per il ciclismo fu sicuramente la precedente passione per le dirette rosa di Rai Tre che gli fecero conoscere a fondo i più grandi campioni italiani del dopoguerra: Bartali e Coppi, Gimondi e Moser, Pantani, Cipollini, L’Orco Mario e Numa Pompilio.

La dirigenza della Saunier-Duval si innamora di questo giovane ragazzo dalla faccia da bravo ragazzo simpatica che poi tanto bravo ragazzo simpatico non è perché altamente pericoloso e meschino e decide di dargli la possibilità di partecipare al suo Reality-Show preferito: Il Giro d’Italia. Alla partenza della sua prima tappa è gregario di Gilberto Simoni.

L’invidia, il viaggio, la popolarità

La CERA, tremenda sostanza dopante utilizzata dall'atleta

Abituato alla facilità con cui scalzava gli avversari del pavese, Riccò non riesce ad abituarsi ad una condizione di eterno secondo. Matura così sempre più un sentimento di indivia… pardon, di invidia nei confronti del capitano Simoni. Ricky suda sette camice, poi otto, nove, dieci, alla fine non resiste ed è costretto a trovare uno stratagemma. Si rivolge allora al suo medico Pippo Baudo, il quale gli consiglia una cura rigenerante nell’interspazio. La vacanza di centoquarantadue anni luce non ha gli effetti sperati, tuttavia Riccò apprende dagli strani abitanti delle altre Galassie, molte cose utili per il suo lavoro. Nella Galassia O-672, ad esempio, vive in pace ed armonia un popolo di nani azzurri dalle innate abilità che abitano i funghi dei boschi, essi insegnano a Riccò come ottenere dalla polvere di fungo un unguento contro il rossore all’inguine. Ma la galassia che più di tutte colpisce e segna una svolta nella vita del corridore, è la Galassia NK-8U97, abitata da un unico esemplare: il rino-ippopotamo Plofplofio.

È proprio lui che insegna a Ricky ad ottenere, tramite un complicato processo di lavorazione sotto vuoto, sott’aceto, sott’olio e soprattutto sotto mentite spoglie, la CERAsella. Liquore fortissimo apparentemente ottenuto dalla lavorazione della ciliegia, ma capostipite del doping di 3^ generazione: la CERA. Al suo ritorno in Italia il ciclista si rende conto che un bicchierino di CERAsella prima di ogni gara gli da una freschezza e una potenza mai avuta. Inizia a vincere tappe su tappe, e poi memorial su memorial. Diventa talmente affamato di vittoria da tentare di uccidere il povero Simoni mentre ha con lui un rapporto sadomaso. La fama lo accarezza.

L’apice e il crollo

Raggiunge l’apice diversi nanosecondi dopo. Riesce a vincere le più grandi competizioni mondiali, il Giro e il Tour de France. È ormai una star, tanto che da Hollywood arrivano proposte di contratto dai maggiori registi internazionali come Roberto Benigni e Ficarra & Picone. Stordito dal successo, in preda ad una grande emozione dopo aver vinto i mondiali di calcio e il Pallone d’Oro, si lascia sfuggire in un confidenziale dialogo con il suo manager di aver scoperto la CERAsella e di averla lavorata fino ad ottenere la più raffinata CERA. La discrezione del suo manager è totale, tanto che pochi picosecondi dopo gli agenti della CIA son sotto casa sua in tenuta anti-sommossa e con i mitra spianati.

La morte

La pagina più triste della vita di ogni uomo, è quella che riguarda la propria morte. Così fu per Riccò. Nell’atto di masturbarsi l’ano con un vibratore di 150cm, senti suonare il campanello, aprì la porta e si trovò di fronte gli eserciti degli USA, della Francia e dell’Inghilterra al completo. Vedendo Riccò con in mano il vibratore i militari fraintesero e pensarono si trattasse di un ordigno nucleare. Aprirono il fuoco.

L’unica cosa che rimane a tutt’oggi di Riccò è un frammento di unghia dell’alluce sinistro, al momento del fuoco nemico era coperto da una coccinella slurpante che subì il martirio.

Il mondo dello sport entrò in crisi, in onore di Riccò non vennero più disputati il Memorial Ciccio Panza, il Memorial Piccola Stella, il Torneo delle Tre Valli Congiunte, il Memorial Pepy Mijore e il Trofeo Quattro Gatti. Espressero il proprio cordoglio tra gli altri Giuseppe Povia e Walter Veltroni. Era la fine di un epoca.