Radici (romanzo)

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Kunta Kinte è l'autore del famoso libro Radici, che narra la storia autobiografica di un tale che afferma di essere di essere il principe (rectius: figlio del capotribù) di una tribù di

uomini di colore africani, catturato e venduto come

lavoratore forzosamente assunto per essere impiegato nella raccolta del cotone in Virginia (USA). Dal libro sono stati tratti vari films, miniserie, fotoromanzi, spin-off.

Trama del libro

Il piccolo Kunta Kinte vive sereno nell'incontaminata Africa, nutrendosi di bacche, frutti e di quegli sventurati Omi bianchi boni che hanno la sfiga di capitare nelle vicinanze del suo villaggio. Impara sin da tenera età l'uso della lancia, del coltello, ad accendere il fuoco e sparare con il mitra. Il padre, capo villaggio, è fiero del proprio figlio e lo porta spesso nei villaggi vicini a far razzia di donne e capi di bestiame.

Un brutto giorno un drappello di Omi bianchi boni, più numeroso del solito ed armato di fucili e bombe a mano, riesce a non finire pasto dei cannibali e cattura il selvaggio Kunta Kinte allo scopo di portarlo nel nuovo mondo per civilizzarlo e trovargli un onesto lavoro. Inizia l'odissea del protagonista, che si rivela un insopportabile rompiballe. Già durante il viaggio, effettuato a bordo di una nave da crociera in compagnia di tanti amici, non perde occasione per lamentarsi del vitto e dell'alloggiamento. Almeno 80 pagine del libro sono una tiritera senza fine di richiesta pretestuose e lamentose oltre ogni limite di sopportazione.

: Badrone, catene trobbo strette!

oppure

: Badrone, io vuole mangia Omi bianchi buoni

Il personale della crociera tenta di fargli capire che non si mangiano le persone e le catene servono per preservare la propria incolumità personale, ma lui niente, insiste e fa mille capricci. Giunto in America gli trovano un bel lavoro come impiegato in una ditta che si occupa della coltivazione e raccolta del cotone.



Le frustate

Epilogo del personaggio

Spunti di riflessione